27. Die inside

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Ore 7:20
Mi alzo molto confuso, non capisco il perchè di questo trambusto nella mia testa ma cerco di non pensarci così tanto.
Scendo per andare in cucina per fare colazione, prendo il mio cellulare ed inizio a vedere qualche novità su Facebook come al solito.
Accendo la televisione in cerca di nuove notizie di cronaca o altro mentre il sole sorge verso la finestra di casa mia.
Mi arriva una chiamata, era Anna. Non diedi molta importanza dell'orario ma al fatto che mi ero alzato molto confuso, ma cerco di stare calmo e rispondo alla sua chiamata.
"Hey! Buongiorno dormiglione, dormito bene?" Disse Anna in tono molto simpatico.
"Si..te quando vieni?" Dissi.
"Perchè quale è il problema Rick?" Rispose preoccupata.
"Ho solo bisogno di vederti sai, non voglio scomodarti ma non riesco a tenermi dentro quello che ho in testa da quando sei andata via."
Non so perchè gli dissi quella frase, ma non lasciò una risposta, la nostra conversazione aveva un minuto di silenzio dopo quella frase.
"Rick..lo sai che ti amo, verrò te lo giuro." Replicò dopo un minuto di silenzio.
Sapevo che non era il momento di dirgli quello che avevo in mente, sapevo che dietro a quella telefonata c'era stata una lacrima che gli scese dalla sua faccia instabile. La mia ansia aumentava di giorno in giorno, le mani tremavano tenendo il cellulare in mano.
"Hey Rick! Ci sei? Non mi fare degli scherzi che oggi non sono dell'umore giusto capito?" Disse dopo il mio silenzio alla sua risposta.
Non rispondevo più, ero freddo. Morto dentro, sembravo un cadavere e non mi riconoscevo più.
L'alcol mi stava uccidendo, avevo il vomito per ogni sera che andavo a dimenticarmi la mia ansia con lei.
Peggioravo? Si, in modo che non potevo avere altri pensieri per la testa.
Staccai la chiamata, ero a guardare il soffitto di camera mia. Mi girai ed iniziai a vomitare quel poco che mi rimaneva della mia anima, era una cosa dolorosa vedere tutti i miei ultimi sogni spezzarsi davanti ai tuoi occhi.
Avevo bisogno.
Ancora. Per dimenticare.

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