Ero in preda al panico.
Avevo gli spasmi causati dall' eccessivo alcol, cercavo di dimenticarmi di Jessica almeno per un pò con l'alcol.
Chiamai Rubio. Gli dissi che non sarei uscito oggi pomeriggio perchè ero impegnato. Iniziavo ad essere sempre più incazzato con me stesso e più menefreghista.
La gente iniziava sempre di più a starmi sul cazzo, dalla prima all'ultima. Tranne lei. Anna.
Lei non riuscivo neanche con l'alcol a dimenticarmela, stava sempre in cima hai miei pensieri fissi.
Ma volevo smetterla con l'alcol perchè non volevo più usare questo metodo per risolvere i miei problemi. Forse era meglio cercare aiuto da qualcuno, tipo Anna che lei mi capiva benissimo ed anche se non mi capiva, cercava di farlo in tutti i modi possibili.
Ma prima chiamai Vlad, volevo sapere di Paul visto che aveva ancora contatto con lui e non con me.
Mi disse che sarebbe tornato il prossimo fine settimana per salutare certi suoi amici e appunto Vlad.
Anche perché aveva anche bisogno di roba buona che aveva finito e cercava tutto da Vlad e insieme a lui ci sarebbe anche un certo Matteo.
Intanto che mi parló, mandai un messaggio a Paul per sapere se sarebbe venuto da me a festeggiare il suo arrivo magari.
Vlad sapeva tutto di tutti, quindi mi parlò della situazione di Bruno che aveva aggredito suo padre. Era in preda alla depressione totale, assumeva il triplo del dovuto dosaggio nelle sue siringhe.
La sua stanza era ridotta come un lerciume per via degli schizzi di sangue e vomito ovunque.
I medici sapevano che Bruno doveva essere operato ma lui non voleva, aggrediva chiunque entrasse nella sua stanza.
Ora che però suo padre è ricoverato all'ospedale, sono partite delle persone a cercare di portare Bruno in una specie di centro specializzato dove cercano di recuperare Bruno dalla dipendenza di questa roba.
Vlad all'improvviso staccò la chiamata e iniziai a pensare ad una cosa che avevo visto tempo prima.
Alla fine Paul rispose al mio messaggio che sarebbe passato a casa mia per parlarmi.
Intanto l'alcol stava finendo e iniziavo a non avere più soldi per comprarne un altro.
Mandai un messaggio ad Anna per sapere se era libera per venire a casa mia.
Lei rispose che era giá davanti casa mia, iniziai a pensare che c'era qualcosa che non andava per il fatto che appena gli inviavo un messaggio rispondeva in pochissimo tempo.
Le apri la porta ed entrò molto stupita a casa mia.
Si fissò su un quadro appeso in camera mia, dove ero vicino al molo di una spiaggia a Miami. Lei sognava di andarci al mare visto che in tutta la sua vita non ci era mai andata.
Poi intanto che fissava i miei quadri le preparai una tazza di cioccolata calda ma appena salì in camera mia non c'era più.
Iniziai a girarmi più volte nell'intento di farmi uno scherzo ma non era in camera mia nascosta da qualche parte, quindi iniziai a cercare per ogni stanza fino a ritrovarla nel mio bagno che si guardò allo specchio.
Posai la tazza di cioccolata in un tavolino e guardai lei cosa voleva fare.
Mi guardò dallo specchio.
"Te saresti disposto a salvarmi?" Disse Anna.
Io annuì con la testa.
Lei mi disse che voleva qualcosa di leggero da mangiare, allora andai a cercare qualcosa che avevo.
Tornai in bagno e la trovai con una lametta in mano.
Lei mi guardò indietreggiando.
"Fermati, non ti avvicinare" disse in un tono per dire che ne aveva bisogno.
Iniziai ad avanzare piano e dirgli di stare calma e che la avrei aiutato per davvero.
Lei alzo la manica della sua felpa.
"Ti prego, ne ho bisogno!" Esclamò davanti a me.
Iniziò a tremare con la mia lametta nella sua mano che stava sempre più avvicinando al suo braccio destro che aveva la pelle d'oca.
Le presi la mano. Iniziò a spingermi via, iniziò anche ad urlarmi in faccia dei pesanti insulti su di me.
Ma alla fine fermai tutto urlando: "Voglio salvarti! Lo voglio fare..per davvero, non so quante volte dovrò tenerti la mano per non fare queste cose e non so neanche se cambierai modo per dimenticare le persone. Ma sappi che io sono qui perchè ti ho accettato..e non ho nessun motivo per andarmene adesso. Nessuno".
Mi abbracciò.
La casa diventò un silenzio totale dopo il mio urlo.
Buttò giù la mia lametta a terra e pianse. Tutto quello che volevo adesso era stare solo con lei.
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MySelf Destruction
Teen FictionRick è un ragazzo di 16 anni che vive in un costante stato di solitudine dovuto per la sua vita tumultuosa con i problemi a scuola e il divorzio dei suoi genitori. Mentre pensava che la sua vita sarebbe destinata ad essere solo a se stessi incontrer...