Il giorno dopo ero peggiorato, non avevo intenzione di svegliarmi sapendo che dovevo parlare a distanza con la persona che volevo tenermi al mio fianco in quel momento.
Sentivo il freddo percorrere la schiena, sognavo ad occhi aperti come sarebbe stato se lei era qui adesso. Non ero paranoico in quel momento, ma avevo la fantasia di sognare cose che avrei voluto fare con lei e renderla felice come lei ha reso felice me.
Verso le 10 di mattina suonano al mio campanello, io ero obbligato ad alzarmi e rispondere. In quel momento avevo di nuovo la voglia di riprendere in mano una bottiglia di Vodka come era successa l'ultima volta per Jessica.
Mi affaccio davanti alla finestra per vedere chi potesse essere a suonare a quest'ora, vedevo dei capelli neri e mi ricordarono quelli di Anna.
"Chi è?" Esclamai.
"Hey Rick, sono io. Anna." Rispose.
"Come scusa? Puoi ripetere?"
"Rick sono io, Anna mi puoi aprire che non vedo l'ora di abbracciarti?" Rispose.
Tremai in quel momento per aprirle la porta, non sapevo il perchè ma avevo paura che vedendomi mi avrebbe giudicato, per come ero cambiato fisicamente forse. Ero in preda al panico, ma avevo bisogno di uno scudo per proteggermi, lei era la mia ancora di salvezza ed era difficile rifiutare un suo abbraccio, stessa cosa lei per me.
Aprii la porta, mi saltò in braccio e mi strinse forte, troppo.
Avevo il fiato che stava andando via, rimasi con gli occhi lucidi a vedere dall'altra parte della porta di casa mia, sentivo lei che piangeva sotto alla mia felpa nera.
Mi strinse forte il braccio destro e lo spostò vicino alla sua testa, non riuscivo a staccarmi e non volevo farlo per nessun motivo.
Poi ad un tratto mi uscì una frase che forse era meglio tenersi dentro.
"Ma..ti ricordi quando ci siamo conosciuti?"
"Certo." Rispose.
"Sai, quella volta ero davvero a pezzi, non avevo più il mio migliore amico, gli amici cambiavano continuamente voltandomi le spalle e la mia ragazza mi aveva lasciato sapendo che mi ero ubriacato per lei e dimenticarmi tutta la nostra storia. Perchè mi vuoi conoscere?" Risposi.
"Rick, a volte le persone non riescono a capire cosa hanno di speciale che se ne accorgono solo quando non c'è l'hanno più. Ho voluto conoscerti perchè volevo giocarmi l'ultima carta del mio mazzo che avevo, potrei aver rischiato giocandomi l'ultima carta. Ma capivo che nella vita avevo rischiato troppe volte con persone che avevano un intero mazzo di carte non ancora usato, ma tu avevi l'ultima carta come me. Avevo capito subito che quella carta mi avrebbe salvato la vita." Disse.
"Quindi..ti ho salvato la vita?" Domandai.
"Ovvio che si, ho giocato la mia carta preferita per averti" mi sussurrò.Piccolo Avviso:
Ciao a tutti.
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, ovviamente ci tengo a dire che mi dispiace se sia con errori ortografici o per i pochi contenuti al suo interno, spero almeno di non avervi fatto perdere tempo.
Ci tenevo anche a ringraziarvi per le visualizzazioni che aumentano di giorno in giorno, grazie con tutto il cuore davvero.
Per ultimo, se volete leggere un'altra mia storia passate nel mio profilo per leggere "Heavy Storm". È niente, ci sentiamo ad un prossimo capitolo.Andrewmsd.

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MySelf Destruction
Novela JuvenilRick è un ragazzo di 16 anni che vive in un costante stato di solitudine dovuto per la sua vita tumultuosa con i problemi a scuola e il divorzio dei suoi genitori. Mentre pensava che la sua vita sarebbe destinata ad essere solo a se stessi incontrer...