Prologo

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Korea 1000 anni fa

Jaejun POV

È davvero una bella giornata di primavera, mio padre è impegnato a palazzo e io non ho proprio voglia di studiare, così mi sono nascosto affinché il precettore Shin non mi trovi. Sono scappato nel luogo che più preferisco: il fiume che si trova tra casa nostra e il palazzo.
Qui c'è pace e posso sognare ad occhi aperti, nessuno viene a disturbare.
Levo scarpe e calzini e immergo i piedi nell'acqua fresca e cristallina, poi mi sdraio sull'erba verde brillante ed osservo le forme delle nuvole bianche e soffici nel cielo azzurro.

Tutto andava bene, fin quando un lamento interrompe la mia pace e ogni fantasticheria.
Sbuffo insofferente e mi metto seduto cercando di capire da dove arrivasse il fastidioso rumore.

Mi fermo incantato e il filo d'erba che tenevo tra le labbra cadde.
Sulla sponda opposta una bambina di circa la mia età, nove o dieci anni al più, stava piangendo.
A colpirmi non fu tanto il fatto che piangesse, che tra l'altro era il fastidioso rumore che mi aveva disturbato, ma la sua bellezza. I suoi capelli corvini erano ben acconciati in una treccia dalla quale pendeva un fiocco rosa, così come rosa era il suo vestito ben rifinito e ricamato. I suoi occhi erano grandi e scuri. Sicuramente veniva dal palazzo, ma non l'avevo vista mai in una delle mie visite in quel luogo.
Sì, proprio così, un paio di volte alla settimana, mi recavo a palazzo per studiare con i figli dei nobili del nostro regno e con il principe ereditario. Anche se ero il più piccolo del gruppo, mio padre ci teneva molto che studiassi e mi allenassi con loro perchè mi diceva sempre che probabilmente da grande avrei dovuto seguire le sue orme.

Spinto dalla curiosità mi avvicinai ad alcuni sassi che costituivano un ponticello naturale tra le due sponde e zompettando da sasso in sasso raggiunsi l'altra parte.

-Perchè piangi?-

La bambina fece un balzo non aspettandosi di trovare qualcuno in quel luogo. Mi dispiaceva  averle messo paura, ma almeno ero riuscito a farla smettere di piangere.

-Voglio la mia mamma!-, disse facendosi sfuggire un singhiozzo.

-Anche io non ho la mamma, ma non sto facendo tutte le storie che stai facendo tu.-

Era vero non ho mai conosciuto mia madre, sono stato allevato dal mio papà.

La bambina mi guarda incuriosita per poi sorridere.

-Che c'è, ti faccio ridere per caso?-, gonfio un po' le guance disturbato dalla sua insolenza.

-Sei buffo! Aspetta!-

La vedo avvicinarsi alla sponda del fiume e stare pericolosamente troppo vicina all'acqua.

-Se cadi dentro scordati che ti vengo a riprendere.-

Si volta e sorridendo viene verso di me.

-So nuotare.-, risponde candidamente.

Si avvicina sempre di più e io non sono stato mai imbarazzato quanto adesso.
Con un pezzo di stoffa umido mi pulisce una guancia probabilmente sporca di terra.

-Ecco fatto! Come ti chiami?-

-M-mi chiamo Jaejun.-, risposi balbettando.

-Io sono Mi-yong.-, disse lei regalandomi un sorriso.

Quello fu il momento in cui capii quanto stare con le femmine mi metteva per un certo verso a disagio.

-Jaejun, mi sei simpatico, ti andrebbe di essere mio amico?-

Chiesto così non ho avuto cuore di rifiutare, questa bambina mi incuriosiva tantissimo.

Annui e le regalai anche io un sorriso.

Passammo tutto il tempo a giocare sul prato, a rincorrerci e a schizzarci a vicenda con l'acqua del fiume. Le feci persino un braccialetto con i fiori e lei mi chiese di farne uno anche per me così saremmo stati amici per sempre.

Stavamo proprio bene insieme anche se era davvero pochissimo tempo che ci conoscevamo.

Come tutte le cose belle prima o poi finiscono, arriva presto, infatti, il momento in cui dobbiamo salutarci. In lontananza sentimmo una donna chiamarla a gran voce.

-Mi-yong! Mi-yong, dove sei? Dove ti sei cacciata?-.

La mia nuova amica mettendo l'indice davanti al nasino mi intima di non fare rumore mentre eravamo nascosti tra un montecchio di massi.

-Adesso devo andare. Questo sarà il nostro posto segreto, vediamoci qui appena possiamo.-, sussurra e aspettando il mio assenso che non tarda ad arrivare.

Mi regala un ultimo sorriso che le fa scomparire gli occhi e mette fuori la testa dal nostro nascondiglio.

-Sono qui, non c'è bisogno che ti agiti Eun-Soo, avevo bisogno solo di stare un poco da sola, mi manca la mamma.-

-Povera me! Morirò giovane lo sento! Dovete sempre avvisarmi su i vostri spostamenti Gongju-nim!-

Gongju?

Rimasi di sasso a sentire pronunciare quelle parole.
Rischiavo di perdere letteralmente la testa per averle anche solo parlato.
Doveva proprio essere la principessa, la sorella minore del principe ereditario.

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Gongju= principessa

Destiny of Two Souls              ||J.JK FF||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora