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Jaejun POV

"Sono tornato da Mi-yong  per chiederla in sposa non appena il Re, mio padre, mi aveva rivelato e presentato alla Corte come suo figlio primogenito e quest'ultima mi aveva nominato Principe ereditario.
Non è stato facile chiamare “padre” un uomo che alla fine ricordavo vagamente. È stato difficile per me che ero uno spirito libero, un guerriero, ritrovarmi con le ristrettezze del protocollo ed adattarmi ad uno stile di vita quasi totalmente differente da quello di prima.
C’era voluto del tempo, a quanto pare troppo…

Quella mattina io, insieme ad una piccola scorta, eravamo arrivati al villaggio, la cosa che mi colpì subito è che non vi era il solito via vai del mercato, anzi sembrava che in giro non ci fosse quasi nessuno.
Lungo la strada per il Palazzo continuai a guardarmi intorno. C'era senza dubbio qualcosa che non andava.

Un'epidemia?

Il grande portone delle mura era socchiuso e anche questo era piuttosto strano. Nessuna sentinella di guardia.
Smontai da cavallo e subito fui seguito dalle mie guardie.
Chiesi loro di potersi coprire naso e bocca onde evitare un possibile contaggio e sguainai la mia spada, gesto che anche i miei uomini compirono.

Una volta varcato il portone principale rimasi sconvolto da ciò che vidi. Tanti corpi erano esanimi, come se da poco si fosse tenuta una battaglia.
Cosa stava succedendo? Cosa è accaduto?
Non mi capacitavo. Mi avvicinai e le guardie mi raggiunsero subito per proteggere la mia persona, anche se grazie all’addestramento ricevuto ero in grado di proteggermi bene da solo.
Continuai a camminare tra quei corpi fin quando non trovai tra essi dei volti a me fin troppo familiari, i miei amici Tae-Oh e Min-Jae.
NO! NO! NOOOO!
Mi inginocchiai in lacrime, non importandomene assolutamente delle mie vesti o del mio rango, loro erano MIEI AMICI!

-Preparateli per la sepoltura.-, ordinai in tono piatto e allontanandomi mestamente, ma colmo di rabbia.

Mi diressi subito verso il Palazzo principale, forse avrei trovato qualcuno lì o magari avrei potuto aiutare.
Non vi erano rumori che facevano pensare ad una battaglia in corso, ma avevo speranza di trovare Mi-yong e gli altri sani e salvi all'interno.

Ogni mia speranza venne spazzata via arrivato nella sala del trono. La famiglia Reale aveva sicuramente provato a difendersi, ma ora non vi era più nessuno in vita. Caddi in ginocchio, io non ero lì con loro, non li ho potuti aiutare, sono arrivato troppo tardi.
Qui, vicino a SeoJin, trovai anche i miei amici Ul-Seok e Ji-Hoon.

Erano tutti morti…

Tutti…

Eccetto… Mi-yong!

Tra tutti non c'era il suo corpo, forse…

Uscii velocemente scendendo le scale due alla volta.

Dov'era?

-Era compito tuo proteggerla!-

Min Joon-Gi  piangendo, con le vesti ancora sporche di sangue e l'elsa della spada stretta in pugno, stava correndo verso di me gridando e carico di rabbia.

-Era compito tuo proteggerla.-, ripetè accasciandosi a terra, mentre le mie guardie gli erano quasi addosso.

Le fermai e poi mi accucciai alla sua altezza.

-Cosa è successo?-

- Questa notte Choi Do-Hee, il nipote del Primo Ministro e il Primo Ministro stesso con i loro uomini hanno spodestato la famiglia Reale e hanno ucciso tutti coloro che li hanno difesi.-, disse tra i singhiozzi e i lamenti strazianti.

-Mi-yong, dov’è Mi-yong?-, chiesi afferrandolo per le vesti.

Lui scosse il capo.

-Era compito tuo proteggerla…-, disse semplicemente, riprendendo il suo pianto.

Non… non poteva essere…Non la mia Mi-yong.

-Mio Signore, questa donna è quest’uomo vogliono parlare con Voi.-

Una delle mie guardie fece avvicinare l’uomo che riconobbi come il dottore di corte e la donna che era Eun-Soo, l’ancella di Mi-yong.
Feci allora un cenno d’assenso.
Eun-Soo corse piangendo tra le mie braccia, era distrutta, i capelli scarmigliati e le vesti una volta impeccabili ed immacolate macchiate di sangue.
Il dottore teneva la testa china.
Eun-Soo non smetteva di disperarsi e dimenarsi.
-La mia piccina! La mia povera piccina!-
Era inconsolabile.

-Prego seguitemi.-

Lanciai uno sguardo preoccupato a Joon-Gi, che era rimasto seduto a terra ed aveva continuato il suo pianto, ed insieme ad alcune guardie seguii il dottore che mi portò nella radura vicino al fiume.

Lì, come una principessa delle fiabe, su una stuoia era adagiata Mi-yong. Solo che al contrario lei non si sarebbe risvegliata con un bacio.

Con il cuore in gola mi precipitai da lei lasciando indietro il dottore.

Era sempre stata bella anche quando dormiva e nonostante degli schizzi di sangue avessero macchiato il suo viso angelico conservava la sua caratteristica bellezza un po' infantile e al contempo eterea.

Una parte di me era già consapevole che non stava semplicemente dormendo, mentre l'altra sperava ancora.

Con le mani tremanti l'accarezzai.

-Mi…Mi-yong…Mi-yong-ah…No, no…MI-YONGGG!!!- la voce mi usci in un sussurro per poi finire in un urlo disperato. Le lacrime iniziarono a scendere copiose come un fiume in piena mentre mi portavo il suo corpo tra le braccia per poterla abbracciare ancora.

Notai accanto a lei un lenzuolo bianco sporco di sangue appallottolato, ma non ci feci troppo caso, almeno fin quando Eun-Soo, che ci aveva raggiunti, sempre piangendo, non prese ad accarezzarlo dolcemente.

Riadagiata sulla stuoia Mi-yong, incuriosito mi avvicinai al fagotto, l'istinto mi diceva che c'era un motivo per il quale Eun-Soo stava compiendo quel gesto. Non riuscendo ancora a controllare il tremito delle mani, scostai un lembo del lenzuolo.
All’interno di esso vi era un piccolo bambino, un maschietto. Rimasi basito.

Caddi seduto all’indietro mentre il cuore si frantumava ulteriormente, se possibile.

-La principessa era in dolce attesa e sappiamo per certo che il bambino è Vostro. Quando è stata ferita e capimmo che non vi era nulla da fare, abbiamo tentato di tenere in vita almeno il piccino, ma era troppo presto, troppo piccolo. Mi dispiace Altezza.-

Il medico sentendosi impotente e dispiaciuto di non aver potuto fare di più, scoppiò in lacrime, mentre io stavo finendo le mie. Ero talmente scosso, tutto questo dolore era davvero troppo da contenere per una sola persona.

Il mio cuore era straziato ed una volta raggiunto il punto più scuro, mi resi conto che un’ira furibonda stava crescendo dentro di me.

Dovevo tornare dai miei uomini, avrei annientato chi mi aveva portato via la mia, le mie ragione di vita.

Sulla strada del ritorno degli uomini armati mi vennero incontro con le spade sguainate.
Sorrisi e sguainai la mia, non aspettavo altro."

Destiny of Two Souls              ||J.JK FF||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora