Capitolo 11

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Cameron

Ogni giorno che passava rimanevo sempre più perplesso, mi sembrava di non riconoscerla più, di avere a che fare con una persona completamente diversa da quella che ricordavo. La Lily 12enne odiava il rischio, cercava di tenersi lontana dai problemi, voleva circondarsi di persone fidate e minuziosamente selezionate da lei, non scappava di casa e sicuramente non disobbediva ai suoi genitori; la Lily di 18 anni invece, era tutto il contrario: amava le sfide, il rischio, andare contro le regole e avere una tendenza verso i ragazzi arroganti e con poco cervello.

Andarmene nel momento in cui lui la stava costringendo a bere, nonostante falsamente gli avesse detto che doveva guidare, non è stato sicuramente uno dei più bei gesti, ma è meglio che sia andata così. Se fossi uscito dopo di lei, il suo ragazzo le sarebbe corso dietro e Lily non avrebbe trovato il modo per tornarsene a casa, avrebbe dovuto spiegare l'assenza della sua macchina, lui l'avrebbe trattenuta e io non sarei riuscito a portarla via da lì.

Non volevo metterla nei guai, ne aveva già uno bello grosso sulle spalle, inoltre, lui sembra un tipo piuttosto geloso, lo si capisce da come la guarda in ogni cosa che fa, con chi e come interagisce e a chi le si avvicina. Probabilmente molto spesso tiene per sé quei momenti di gelosia, ma sembra un cacciatore che non vuole lasciare scampo alla sua preda.

Questo non è sano, è tossico. E io voglio tirarla fuori da questo circolo vizioso di tira e molla.

Chissà quanti altri episodi saranno capitati e lei non ha mai avuto il coraggio di lasciarlo, chissà da quanto tempo andava avanti tutto questo e chissà, invece, di tutte le scuse e le promesse che ha ricevuto che sono state pronunciate al vento.

Come volevasi dimostrare, Lily il giorno dopo non si presentò ai giardini, come non lo fece il Lunedì, il Martedì e tanto meno il Mercoledì. Chiesi a Will e Chloe se sapessero il suo Instagram e così, ogni giorno le chiedevo se volesse studiare ricevendo, puntualmente, un secco "No". Ero soffocante, lo so, so riconoscerlo, ma ormai non si trattava più di volerla aiutare nello studio, io volevo aiutarla a stare meglio. Volevo vederla sorridere per me, volevo che la smettesse di guardarmi con odio, volevo che la mia presenza si trasformasse per lei in un momento di piacere e tranquillità dove lei poteva essere e diventare se stessa senza entrare nei panni di un'altra persona che non le apparteneva.

Io, ci sarei riuscito.

Il Lunedì Lily aveva, ovviamente, già chiarito con il suo ragazzo

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Il Lunedì Lily aveva, ovviamente, già chiarito con il suo ragazzo. Sembravano essere tornati la coppia inseparabile e indistruttibile della Golden Sand e tutto ciò mi diede molto fastidio. Lui le teneva il braccio attorno alle spalle in un modo quasi ossessivo, come a voler rimarcare il fatto che fosse sua e di nessun'altro, ma lei non era felice, si mordeva l'interno della bocca e il suo sguardo era rivolto chissà dove, tutt'altro che lì.

E così anche il Martedì e il Mercoledì e quel Giovedì, mi evitava con lo sguardo, lo abbassava quando mi passava vicino, si stringeva al petto i libri e la borsa come a non voler essere toccata o disturbata, per non parlare del fatto che anche in classe fosse perennemente distratta, seguiva le sue amiche come fosse il loro cagnolino stando qualche passo indietro a loro, forzava un sorriso e cercava di essere disinvolta in presenza del suo ragazzo.

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