Last day.

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—Domenica—

La mia domenica a Torino era iniziata con un po' di malinconia. Era l'ultimo giorno che trascorrevo lì. Quella settimana era letteralmente volata, avevo portato a termine tutti gli impegni riguardanti il mio lavoro e avevo trascorso del tempo prezioso con le persone che mi scaldano il cuore.
Iniziai a preparare la valigia, riordinai il beauty-case e, dopo una breve pausa caffè, sulle note della mia playlist preferita pulii casa da cima a fondo. Amavo la sensazione di benessere che provavo nel vedere tutto perfettamente in ordine.
Dopo aver mangiato qualcosa al volo mi concentrai su me stessa. Applicai una maschera all'argilla e feci un bel bagno rilassante, oziai praticamente per tutto il pomeriggio.
Quella sera avremmo cenato a casa di Lucy e Fede.Alle 18 iniziai a prepararmi. Decisi di andare a piedi. Scelsi un outfit comodo e informale, infilai le scarpe da ginnastica e mi incamminai.

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Il calore dell'ospitalità di Fede e Lucy aveva reso la cena super piacevole. Dopo aver dato una sistematina alla cucina ci spostammo sull'immenso terrazzo situato al piano superiore. Quella sera conobbi Michela, Daniele e il piccolo Tommy.
Quel bambino era di una dolcezza assurda, ci raccontò della sua nuova scuola,di come si divertiva a preparare torte con la sua mamma, elencò tutti i suoi giochini preferiti, iniziò persino una lotta di cuscini con Dusan e, solo allora mi accorsi di quanto quest'ultimo fosse bravo con i bambini. Era bellissimo vederli giocare e ridere insieme. Il tempo era volato tra risate e racconti imbarazzanti, tant'è che arrivò il momento dei saluti. Dopo abbracci e smancerie varie lasciai i ragazzi con la promessa che sarei tornata a Torino il prima possibile.
Uscì dall'appartamento insieme a Dusan. Nessuno dei due proferì parola, finché non decisi di rompere il silenzio.

"Mi raccomando Dudù, continua a trascinare la squadra."

"Lo farò senz'altro, amo la Juventus."

"Hai bisogno di un passaggio?" Aggiunse in seguito.

"No, ti ringrazio, adoro passeggiare, soprattutto di sera quando in giro non c'è quasi nessuno." 

"Capisco perfettamente. Anche a me piace passeggiare, ma ultimamente è stato difficile trovare momenti di tranquillità."Ammise con un velo di amarezza. Immagino sia difficile per un calciatore del suo calibro poter andare in giro senza essere riconosciuto ogni due secondi.

" mmh, vuoi unirti a me?" Gli chiesi spinta da non so quale coraggio.
Non rispose subito. Sembrava spiazzato dalla mia domanda. Finché non incastrò il suo sguardo con il mio e sorrise.

"Ma si perché no! Domani abbiamo allenamento  pomeriggio, se rientro a casa un po' più tardi non succede nulla."

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Iniziammo a parlare.
Parlammo senza mai fermarci. Mi raccontò che da bambino era molto irrequieto, di quanto sua madre fosse disperata e per questo motivo lo spinse a praticare sport già in tenera età, che iniziò dapprima con il basket e poi passò al calcio, del fatto che andò a vivere lontano da casa a undici anni, del suo arrivo in italia e di quanto fosse felice il giorno in cui ricevette la chiamata da parte della Juve. Gli brillavano gli occhi ogni qualvolta nominasse il calcio, nonché grande amore della sua vita. Parlammo delle nostre famiglie, di sua sorella e dei nostri interessi in comune che stranamente erano parecchi.
Arrivammo a destinazione. Lo ringrazia per avermi fatto compagnia e come riposta mi diede un piccolo bacio flebile sulla guancia.
Che serata pensai. Le luci soffuse avevano creato un'atmosfera magica mentre passeggiavamo lungo le vie silenziose di Torino, condividendo pensieri e emozioni in un'intreccio di confidenze e sguardi complici.
Dusan era davvero una brava persona.

Mi sentivo bene.
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A presto.
Eli 🫀

Dušan Vlahović -Altamente Mia-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora