Hope Not

28 3 0
                                    



Minho∿∿∿

Luce. Una luce screziata e calda entrava in modo disordinato dal finestrino dell' aereo. Ero riuscito a scappare, alla fine. Salendo sull' auto di Jake e Sunghoon raggiunsi l'aeroporto, dove il mio distintivo bastò per farmi imbarcare sul primo volo per la Corea del Sud. Ero arrivato finalmente a destinazione, nel luogo tanto bramato dai miei sentimenti contrastanti, nella mia terra natia. In realtà però non capivo se fosse lì effettivamente per provare la mia sanità mentale agli altri agenti oppure per rimettere piede nel paese a me proibito. Mentre le hostess parlavano velocemente guardai fuori dal finestrino, pregustando la caccia del mio obiettivo con più gioia del solito. 

Han Jisung. 22 anni, coreano, residente a Seoul, dove frequentava una costosa Università. Avevo fatto le mie ricerche in aeroporto, in mezzo ai branchi di turisti in cerca di spuntini. L'obiettivo era un bel ragazzo e non sembrava nemmeno molto pericoloso come veniva dipinto, sembrava quasi uno scoiattolo, a giudicare dalle poche foto che aveva trovato online. Non risultava nemmeno sospettato o incriminato di qualsiasi cosa, pur essendo figlio di una delle famiglie più sanguinolente di sempre, aveva persino un account Instagram.

"Fila 13, potete alzarvi..." Presi in mano lo zainetto che mi ero portato dietro e seguii la fila che mi avrebbe portato fuori dall' aereo. Tirai fuori il telefono dalla tasca della giacca e le mie ricerche continuarono anche fuori dall' aeroporto, mentre aspettavo il pullman. C'erano tante persone anche sul pullman, soprattutto signore e signori di mezza età con i bambini appresso, nessuno di loro mi era familiare, eppure li osservai lo stesso uno a uno per distrarmi dal lungo viaggio verso il centro della città. 

"Signore, lei è un principe?" sorpreso e stranito, mi girai lentamente alla ricerca del formulatore dell' inusuale domanda.

I miei occhi si abbassarono su una bambina di al massimo 4 anni con un paio di macchinine in mano. Era molto carina, con un vestito verde e gli occhi spalancati.  "Ovviamente no, perchè?" La bambina fece per dire qualcosa, ma una ragazza un po' più grande la zittì, spingendo la bambina verso il ragazzo accanto a loro, il quale iniziò a parlare all' orecchio della piccolina con foga. I miei occhi seguirono con curiosità e sospetto la ragazza più grande, aveva circa 13 anni e aveva uno strano walkie talkie attaccato alla gonna. Teneva nervosamente la più piccola per la mano e continuava a rivolgere occhiate strane e piene di panico al ragazzo più grande. Era una scena troppo sospettosa per essere ignorata.

Il terzo membro dell' improbabile trio era un ragazzo molto bello, sembrava uno di quegli Idol che piacevano tanto agli studenti più giovani dell' Edificio Centrale. Non doveva avere più di 20 anni. Teneva la più piccola in braccio, mentre stringeva la mano della più grande. Che fossero fratelli? Scossi la testa velocemente, mi stavo di nuovo distraendo. Ritornai a concentrarmi soltanto su Han Jisung. 

"Lilyyyyyy, ho fame!"

"Stai zitta, Klao!"

"Soobinie, Lily fa la bulletta!"

"Non è vero!"

Tentai con tutto me stesso di non girarmi, avevo guardato lo strano trittico per troppo tempo, sarebbe sembrato sospetto se mi fossi girato a guardarli ancora. Erano seduti nella fila dietro di me, la bambina più grande sussurrò qualcosa all' orecchio del ragazzo, incuriosendomi più del dovuto. Riuscii a captare solo le parole 'cloroformio' 'Yeonjun' e 'casa' nella loro conversazione. Mi schiacciai quanto più potevo contro il sedile imbottito, cercando di origliare qualcosa di più, ma al mio orecchio arrivarono solo dei singhiozzi.

A quanto pareva era il ragazzo più grande.

La scena si faceva sempre più sospetta e inquietante. 

"Ragazze, scendiamo, è troppo pericoloso." Mi fermai lì ad ascoltare le ultime frasi, mentre fotografavo mentalmente i visi del trio, pronto ad inserirli in un' ipotetica nuova lista di sospettati. Le due bambine e il ragazzo scesero poco dopo, frettolosamente. 

Han Jisung. Han Jisung. Han Jisung. Era l'unico pensiero nel mio cervello dopo che il trio se ne andò. Scorrevo le sue foto sul cellulare in modo febbrile e quasi automatico.  Mi ero iscritto alla sua stessa università poche ore prima, caricando sul sito i dati di Danielle Marsch e cambiandoli a piacere. Erano quelli i benefici del distintivo che teneva all' interno della giacca. La missione stava per cominciare.

Scesi dal pullman con calma, ritrovandomi davanti ad una costruzione abbastanza alta, davanti alla quale si trovava un ragazzo incappucciato dall' aria goffa. Egli mi fece un cenno strano, attirando ancora di più la mia attenzione. "Ehy, Lee Minho, vero? Piacere, Christian 'Chan' Bang." Il ragazzo mi strinse la mano così forte da farmi trattenere un urletto assai fuori luogo. Lo sconosciuto aveva i capelli arancioni, i quali facevano effetto tra tutte le teste dai capelli neri che li circondavano. Sembrava un ragazzo normale, abbastanza gentile, forse un po' rincoglionito dalle troppe lezioni. In pratica, un normale studente universitario.

"La Signora Kim mi ha detto di portarti nella nostra camera e boh...sono australiano" le chiacchiere sconnesse di Chan mi accompagnarono per tutto il corto tragitto lungo i corridoi, fino ad arrivare ad una stanza dalla porta rovinata e piena di graffi. "Ta-da, eccoti la nostra stanza!" Chan aprì la porta, permettendomi di vedere una stanza abbastanza grande, con due letti, un bagno e una grande finestra. Avanzai lentamente, misurando la stanza in grandi passi sotto gli occhi leggermente straniti del padrone di casa. 

Doveva essere strano vedere un ragazzo guardare con attenzione smisurata ogni centimetro di una banale camera da letto e tirare fuori dalla tasca uno strano oggetto che pareva un laser. Lo passai su ogni centimetro del muro, come la prassi dell' FBI richiede,  cercando delle eventuali telecamere. 

"We, Fra, rilassati, qui non ci spia nessuno..."

"Sicuro?"

La domanda retorica lasciò il ragazzo spiazzato. 

Mi avvicinai a Chan in piccoli passi prima di formulare la domanda che volevo porre da ore. "Sai chi è Han Jisung?" Il ragazzo alzò le spalle, calmo. "Io non lo conosco, lui è della facoltà di ingegneria, io vado a medicina." Scrutai nei suoi occhi, in cerca di un qualche segno di bugia che sorprendentemente non trovai. "è un ragazzo normale...davvero..."

Pigolai un muto e scettico 'ok'. Posai il piccolo zaino sul letto e pensai a tutta la strada che mi si parava davanti da quel giorno in poi.

Loving you is a Crime___Minsung, Yeonbin, JakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora