Soobin∿∿∿
"Soobin... alzati... Yeonjun ti vuole parlare..."
"Ti prego, è già abbastanza furioso..."
"Soobin, svegliati!"
Lily mi stava scuotendo da circa 5 minuti, ma non mi trovavo nella posizione di dare peso alle sue parole veloci e intrise di panico. Mi girai dall' altro lato con un mugugno infantile, mentre lei cercava di farmi alzare. Non vedevo Klao, probabilmente era così stanca da riuscire a dormire persino mentre Yeonjun mi urlava contro epiteti non proprio idilliaci dalla cucina.
"è importante a quanto pare... Soobin, ti prego, sai com'è quando si arrabbia..."Mi tirai su di malavoglia e il mio sguardo addormentato cozzò violentemente con quello impaurito della bambina. Lei iniziò a lanciarmi dei vestiti dal piccolo armadio, ma io indossai solo una felpa sopra il pigiama, curioso di sapere perchè Yeonjun chiedesse di me. Di solito si limitava ad ignorarmi o a sibilarmi contro colorati e originali insulti.
"Giuro che lo ammazzo quell' Inutile Deficiente.""Yeonjun, calmati..."NO, SEO CHANGBIN, NON MI CALMO!"
Il ragazzo smise di urlare solo dopo aver posato lo sguardo su di me. A quel punto il suo viso si tinse di puro disprezzo, aveva smesso di scuotere il suo interlocutore, eppure si vedeva che non si fosse affatto calmato. Ormai ci ero abituato. Yeonjun fece cenno a Changbin e a Lily di andarsene e i due obbedirono immediatamente, conoscendo le ire del ragazzo.
Quando la porta si fu chiusa dietro di loro lo sguardo indesiderato e pesante di Yeonjun mi colpì di nuovo, in pieno, come se mi avesse colpito fisicamente. "Cosa ho fatto?" sibilai, già pregustando almeno un paio di schiaffi a giudicare dalla sua espressione. "Ho bisogno di te..." rispose amaramente, squadrandomi con fare annoiato.
"Jungkook mi ha detto di avere intercettato una telefonata tra uno studente universitario di nome Christopher Bang e sua madre e la situazione è grave..." che cosa ci dovrebbe essere di pericoloso in qualcosa del genere? Yeonjun nota la mia perplessità. "...parlavano di un infiltrato nella Seoul University."
"Non dirmi che..." iniziai preoccupato, prima che Yeonjun mi interrompesse con stizza. "Fidati, non salto di gioia nemmeno io..." mi alzai in piedi, senza aggiungere nulla alle sue parole. Aprii la porta che portava alle camere da letto e mi rifugiai nello stanzino della lavatrice. Non volevo più guardare negli occhi Yeonjun per almeno una settimana, non riuscivo a credere che avesse ripreso dallo scaffale il vecchio piano di spionaggio. Occasionalmente ci infiltravamo nella Seoul University per pedinare degli agenti di vari gruppi mafiosi e non. Era da 4 mesi che non se ne vedevano più e io avevo tirato un sospiro di sollievo, pensando che fosse tutto finito. E invece no.
Ma andare a scuola non era il problema per me, il problema era la nostra falsa identità...
Io e Yeonjun infatti fingevamo di stare insieme in quelle occasioni.
Era una cosa orribile, mi sentivo preso in giro ed usato a piacimento, come una stupida reginetta del ballo. Mi sentivo bacchettato e oppresso. Ma se Yeonjun chiamava, io dovevo pur rispondere oppure non mi avrebbe liberato mai più.
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L'Università è gremita a quest'ora, muoversi senza urtare qualcuno è praticamente impossibile. C'è così tanta gente per i corridoi che è difficile accorgersi della presenza del proprio migliore amico, per quanto gli spazi sono affollati.
Eppure io e Yeonjun abbiamo gli occhi fissi su Lee Minho, un ragazzo di 23 anni dai capelli folti e scuri e uno zaino blu pastello. Yeonjun ha una mano riposta dentro la tasca centrale della mia felpa e il mio compito è fingere di apprezzare ciò e non sembrare troppo schifato. Minho indossava abiti talmente banali da non risaltare nemmeno un po' nella folla, probabilmente era sua intenzione nascondersi il più possibile al contrario del ragazzo che stava più o meno 12 metri davanti a noi. Lui indossava un outfit variopinto che andava dal rosa al blu. Han Jisung?
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Loving you is a Crime___Minsung, Yeonbin, Jakehoon
Fanfiction|||||Μιηςυηg|Υεοηβιη|Jακεhοοη||||| Le onde del mare arretravano e avanzavano ritmicamente, creando un suono affascinante che ricordava un sospiro. La paura nascosta nel profondo della nostra psiche sembrava seguire la risacca cadenzata delle on...