Love Dive

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Minho∿∿∿

Il mio telefono vibrò, disturbando la mia ricerca sull' annuario online di una scuola di Seoul, dove il viso radioso di Han Jisung prendeva un quarto della pagina. Un numero sconosciuto mi stava chiamando, forse un call center...

"Non li voglio i vostri toner..." mormorai, stremato, intento a chiudere la pagina dell' annuario online. Una voce familiare mi sorprese, urlandomi addosso. "Ciao, ragazzo degli evidenziatori!" ero perplesso, spaventato, chi poteva mai essere?

Poi mi ricordai

Tutto assunse un senso

Ero riuscito a farmi contattare dalla mia stessa preda... è proprio vero che si migliora sempre...

"Chi sei?" chiesi, cercando di nascondere la verità, io sapevo chi fosse. "Oh...vero! Io sono Han Jisung, piacere, ero il ragazzo sdraiato sul tuo zaino di due giorni fa!" La domanda era soltanto una: come aveva fatto ad avere il mio numero? Che avesse capito chi fossi? Probabilmente no...

"Si, mi ricordo di te." Lui si mise a ridacchiare leggermente, ma lo sentii lo stesso.

"Hai presente che stavo tipo morendo prima che arrivassi tu?"

"Ehm si... stavi morendo sul mio zaino."

"inutili dettagli... comunque... fattostà che ero alla deriva in sogni malati e unicornosi e non ho potuto trascrivere sul mio quaderno gli orari. Ti andrebbe di mangiare un gelato con me?"

Mi obbligai a non ridere. 

"E che connotazione avrebbe il gelato con gli appunti?" 

Jisung ridacchiò di nuovo, aveva una bella voce, avrei voluto ridere con lui...

"Bhe... magari un gelato ti può disporre meglio nei confronti di un povero rompiscatole dormiglione..." 

Sorrisi. Era caduto nella trappola e il bello era che non avevo fatto praticamente nulla per convincerlo. Mi ricordai come mai aveva il mio numero, glielo avevo dato io stesso, incollato al dodicesimo evidenziatore. 

"A me va bene..."

"Siii! Grazie! Ci vediamo al parco!"

Oh povero Jisung, povero bambino innocente, era entrato quasi volontariamente nel mio sacco.

~~~~~


Il parco era pieno di colori e odori, dovunque mi giravo potevo trovare qualcosa di curioso da osservare per ore. Eppure io guardavo solo il ragazzo vestito di arancione, che salutava impazientemente da sotto un grazioso gazebo. Era lo stesso parco dove lo avevo visto giorni addietro, quello dei bambini. 

"Ciao sconosciuto!" mi salutò gioiosamente, inchinandosi in modo rispettoso. 

"Ciao Jisung-ssi." sussurrai timidamente, ricordando della personalità che dovevo tenere nei suoi confronti per mantenere il suo interesse vivo.

"Chiamami Jisung e basta, tu invece chi sei?" chiese mentre faceva un cenno al cameriere.

"Io sono Lee Minho, vengo dall' Australia." Il ragazzo sorrise e segnò il mio nome sul mio telefono. Mi guardava negli occhi, senza paura, mi scrutava da testa a piedi mentre sorrideva come un bambino. Sebbene fosse un pazzo pericoloso trovai lo stesso ammirabile il suo coraggio, in Corea del Sud (e anche nelle strutture dell' FBI) guardarsi negli occhi è visto come maleducazione. 

"Hai mai visto un canguro?" mi chiese, diventando serio tutto d'un tratto. Si comportava come un grande bambino, e i bimbi sono sempre stati i miei bersagli preferiti.

Prima che potessi rispondere, il cameriere si avvicinò a noi, prendendo gli ordini. Conosceva Jisung, si notava dal suo sorriso sicuro e dalla scritta sul suo taccuino senza che il mio interlocutore ordinasse qualcosa.

Evitai di parlare e indicai al ragazzo un ghiacciolo sulla carta delle scelte. Poi mi ritrovai di nuovo nel campo visivo di Jisung. "Ehm... questi sono gli orari..." gli allungai un foglietto colorato e lui sorrise in modo ancora più smagliante. "Awww ma grazie! Scusa ancora, ma il primo giorno di scuola mi tramortisce sempre."  Tirò fuori nuovamente il suo telefono e fotografò il foglio.

"Ecco a voi." 

Jisung ringraziò il ragazzo e mi rivolse di nuovo il suo sguardo. 

"Sei bello."

Rimasi interdetto, con il ghiacciolo a mezz'aria, mi aspettavo tante cose da quella conversazione, ma a quanto pare non mi ero preparato a questo. Le mie guance iniziarono ad incendiarsi di color vermiglio, mentre lui sorrideva. Eppure sembrava così onesto...

"Chi? Io?" Lui annuì, muovendo la testa con insistenza. 

"Hai dei bei occhi..."

"Ehm grazie(?)"

"Awwww ma allora sei timido!" Jisung mi pizzicò le guance, intenerito dalla mia espressione spaesata. Aspe- sorriso?

Non mi piaceva come mi trattava quel ragazzo, mi sentivo fin troppo sotto i riflettori e quello non era l'obiettivo della mia missione... Era pericoloso entrare in confidenza con lui, ma al contempo era il mio dovere, dovevo approfittare della sua solitudine e della sua facilità ad affezionarsi.

Poi il suo telefono iniziò a suonare e fu come se una nuvola avesse oscurato il sole tutto d'un tratto. 

Jisung lo avvicinò all' orecchio, stranamente serio.

"Si, sono già li, 3 minuti..."

Mise giù il cellulare e tornò a sorridermi, scrutando dentro le mie iridi.

"Uffi, devo andare ad aiutare mia madre... ci vediamo all' Università?"

Io sorrisi calorosamente e lo salutai con la mano, ma non appena lui si allontanò i miei occhi non si erano mossi di un centimetro. Sempre puntati su di lui. Si avvicinò al parchetto dei bambini, fuggendo dalla mia vista. A quel punto mi alzai per seguirlo, attento a non farmi scoprire...

E vidi. 

Vidi il vero Han Jisung.

Vidi l'uomo dietro la finzione, che porgeva una busta ad un ragazzo incappucciato. Lo so io, lo sai tu... tutti possono immaginare cosa ci fosse in quel pacchettino...

Feci una foto velocemente dei due uomini in allontanamento.



Loving you is a Crime___Minsung, Yeonbin, JakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora