Case 143

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Sunghoon∿∿∿

Rimettere piede a Seoul dopo così tanto tempo mi aveva fatto impressione, ricordavo ancora il mio ultimo giorno nella capitale sudcoreana... ricordavo soprattutto le urla di Minho e l'espressione terrorizzata di Jake...

Il mio compagno di stanza dormiva,  potevo osservare con calma lo skyline della città immerso nelle sfumature dorate del primo mattino.

"SUNGHOON!" Un urlo incredibilmente forte mi scosse da ricordi e pensieri, facendomi girare di scatto. Non avevo riconosciuto la voce, ma avevo una chiara idea al chi appartenesse. Jake infatti mi stava correndo incontro, con un caffè gocciolante in mano. Aveva i capelli scompigliati ed un' espressione ansiosa sul viso.


"Minho ha scattato delle foto a Jisung in pubblico, si sta praticamente facendo scoprire, JYP ci ha dato l'ordine di stargli dietro..." mi mostrò 3 immagini il quale  soggetto era sempre uno: Han Jisung con un pacchetto dall'inopinionabile contenuto di contrabbando.

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Era incredibile quanto Minho potesse camminare velocemente, io e Jake avevamo urtato decine di studenti nel tentativo di stare dietro all' agente. Sembrava di trovarsi alla coda di un grottesco trenino, infatti Minho stava inseguendo Jisung, mentre noi facevamo la stessa cosa con lui.

"Sunghoon, mettiti giù!" accolsi le parole di Jake e mi nascosi dietro lo zaino di una ragazza. "Si sta guardando alle spalle, è meglio se ci appostiamo da un' altra parte." Minho da quel momento iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca di qualcosa che solo lui sapeva ma che probabilmente erano spie. 

Sospettava già, e ciò non era un buon segno. 

Jake mi trotterellò appresso, mentre aprivo la porta di un' aula vuota dove avremmo aspettato il prossimo passaggio delle due vittime. 

"Ho un po' paura..."

Ignorai le parole di Jake, giocherellando con il segnalibro della mia agenda, non potevamo provare qualcosa del genere in quel lavoro, e Jake lo sapeva bene.

"Bhe non dovresti, se andrà tutto bene Minho non si accorgerà di noi."

"Ti ricordi cosa è successo l'ultima volta, no?"

"Certo che si, ma confido nel fatto che ciò non si ripeta."

Il silenzio riempì tutto lo spazio attorno a noi, congelando i nostri occhi a terra per evitare che si incontrassero tra di loro. Conoscevo Jake da anni, eravamo cresciuti insieme in quella cameretta dalle brande cigolanti in ferro, avevo sempre percepito la sua gentilezza senza mai ricambiarla più di tanto, alla fine era soltanto un collega. Sì, certo, gli volevo bene, ero affezionato a lui... ma Jake era soltanto un tassello del mio puzzle.

"Hoon, in quella classe tengono i registri, potremmo andare ad investigare."

Annuii  con sicurezza alle parole del ragazzo, pronto a uscire dalla porta e percorrere quei 5 metri che ci separavano dalla porta semi trasparente. Non feci in tempo a spingere la porta, che qualcuno al suo interno la aprì. 

Lee Minho.

"Ciao Jake, ciao Sunghoon." sussurrò amabilmente prima di trascinarci dentro la stanza. Il suo tono di voce cambiò repentinamente, spaesandoci. "Ma siete scemi? Vi hanno insegnato qualcosa in questi 14 anni? Non sapete nemmeno pedinare una persona senza farvi scoprire!" Jake cercò il mio sguardo in cerca di appoggio e ribattè con tono insicuro. "Bhe, tu hai scattato più foto a Jisung in pubblico!" L'agente lo guardò con sdegno, il labbro arricciato in un' espressione di disprezzo. "Io faccio quello che mi pare se so che nessuno mi sta guardando."

Loving you is a Crime___Minsung, Yeonbin, JakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora