Freeze

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Minho∿∿∿

Svegliarsi con un volto in mente. Che bello. È soddisfacente, come un' ossessione. Vedevo il viso di Han Jisung chiaramente davanti a me, vedevo il mio obiettivo proprio là. Sorrisi. Il lavoro è sempre stato per me una buona fissazione, una dolce ossessione. Mi incamminai verso il bagno, mancavano pochi minuti all' inizio della mia missione e francamente non stavo più nella pelle.

"Chancard, I'm Chan, my ass and nose are big, spotlight, watch me, I'm the star star star! Chancard, I'm top, I'm twerking with my Hyunjin! I am a Chancard, you wanna be the Chancard! I'm a-" Chan a quanto pare si accorse della mia presenza, perchè smise di cantare. Mise giù la piastra per capelli e mi guardò nel panico, con un filo di imbarazzo a completargli l'espressione. I suoi capelli arancioni mezzi lisci e mezzi mossi erano stranamente comici in quella situazione. "Scusa Minho... è che mi piacciono le (G)I-DLE-" "Lo avevo capito."

Finsi di prendere qualcosa dalla mensola per giustificare la mia presenza nella stanza e me ne fiondai fuori, sinceramente ero imbarazzato per lui. Lanciai un paio di block notes nel mio zainetto, era ora di uscire e di trovare Han Jisung.

Chan mi guardò con la coda dell' occhio, imbarazzato, con la piastra ancora in mano. "La mia bias è Yuqi..." Lo ignorai, continuando a lanciare cose a caso dentro lo zaino. Era palesemente a disagio, ancora in pigiama e con metà capelli allisciati. "Minho, dove vai? Questo sabato non c'è lezione..." Chan si sedette sul mio letto, osservandomi in modo interrogativo. Non avevo idea di cosa dirgli. Mi congelai nell' atto di mettermi lo zaino sulle spalle. "Ehm...devo vedere un mio amico." Chan collegò il mio sguardo al suo, palesemente offeso dal mio comportamento. Chiusi gli occhi, sapevo cosa stesse per chiedere, trattenni persino il respiro. 

"Un agente dell' FBI con un amico esterno? Strano... Come si chiama? Magari lo conosco." 

Il panico si impossessò di me e di tutto il mio corpo. Gelo. Nei suoi occhi leggevo ironia e giocosità e poi chi gli aveva detto che ero un agente dell' FBI? Ah, vero, ero stato io. Se avessi voluto mantenere ciò un segreto non avrei dovuto presentarmi con un laser in mano... "Non importa." gli rivolsi uno sguardo freddo e puntai la porta, iniziai a camminare velocemente. Chan non fece nulla per impedirmi di fuggire.

Non appena fui fuori dalla scuola sentii il vento accarezzarmi il viso come non aveva mai fatto in quegli anni di prigionia. Una strana sensazione di adrenalina mi toccava nel profondo del collo, come gli ultimi minuti prima degli esami. Presi in mano il telefono.

La casa di Jisung non era lontana, si trovava circa a 2 chilometri di distanza. Non appena notai che tipo di casa fosse sussultai. Non era altro che un piccolo bilocale. E pure brutto. Non mi sarei mai aspettato dal figlio di una delle famiglie più ricche della Corea una dimora del genere. Il condominio che stavo guardando attraverso Google Maps era piccolo e sporco e non mi era difficile immaginare quanto squallide dovessero sembrare gli appartamenti al suo interno.

Mi incamminai sotto le nuvole pesanti e grigie per una ventina di minuti, prima di ritrovarmi davanti all' edificio. 7:30. Mi sedetti su una panchina, aspettando pazientemente che il ragazzo scendesse. Sul fascicolo c'era scritto che tutti i sabati lui era solito a girare per la città e a bighellonare per i parchi giochi senza alcun motivo logico. Ero incuriosito da quel ragazzo, sui file erano segnati molti comportamenti abituali di Jisung che io trovavo strani per un ragazzo normale e incredibilmente strani per un ragazzo dalla famiglia ricercata in tutta la nazione. Erano...ehm...originali alcune attività che svolgeva nel tempo libero. Visitare tutte le pasticcerie della città ad esempio, oppure aiutare gli educatori negli asili nido. 

"Signor Gu! Sorpresaaa! Le mancavo, vero?"

"Signorino Han! La prego! Mi lasci in pace!"

"Avanti, lo so che mamma ti ha spedito qua per controllarmi."

Mi girai lentamente, mentre la solita sensazione di eccitazione crescente si prendeva gioco di me. Il 'signorino Han' doveva essere per forza Han Jisung. La mia testa ruotò fino a darmi la perfetta visuale di un ragazzino vestito con colori sgargianti appoggiato alla portiera di una Porsche nera, molto formale. L'autista all' interno era esasperato, mentre il ragazzino se la rideva di gusto.

Han Jisung.

"In realtà sarei qui per accompagnare tua cugina alle elementari."

"Pensi che io me la beva? È sabato! Ormai dovresti sapere che sono sia carino che intelligente."

"Signorino, io volevo solo starmene un attimo in pace. Qui in doppia fila. Ho dovuto sentire i Super Junior per tutto il viaggio. Sono distrutto."

Jisung iniziò a ridere ancora più forte, con il viso rivolto al cielo. Notai come fosse abbastanza carino, sembrava un bimbo delle elementari. Tirai su il cappuccio della mia felpa e mi avvicinai ai due per carpire più particolari della conversazione. Il ragazzo iniziò a ballare pigramente Mr. Simple sotto gli occhi disperati dell' autista, mentre continuava a sorridere come un bambino.

La scena si protese per circa 10 minuti poi Jisung, di punto in bianco, si allontanò saltellando.

"A domani, Signor Gu!"

 Lo seguii a ruota, ma dovetti accelerare il passo, quel nanetto era velocissimo. Mi aveva visto? Impossibile dirlo, sembrava un ragazzo abbastanza strano e imprevedibile. Dovetti praticamente correre per riuscire a stargli dietro. Lo inseguii per circa un quarto d'ora, prima che lui si fermasse davanti alla ringhiera di metallo di un parco. Mi fermai a pochi passi da lui, proprio dietro alla sua schiena e finsi di controllare i messaggi sul telefono per non sembrare sospetto. Alzai lo sguardo.

Quel ragazzo se ne stava fermo, mentre i suoi occhi correvano tra i gruppi di bambini  in modo nostalgico. I suoi occhi erano attratti dai movimenti scattanti dei piccoli, sembrava quasi ipnotizzato dai loro giochi infantili ma intrattenenti. E forse la luce nei suoi occhi era una scintilla di gelosia. Era mio compito scoprirlo. In particolare Jisung sembrava tenere gli occhi incollati ad un gruppo di bambini di 8 o 9 anni che stavano giocando insieme a nascondino, mentre le loro mamme li guardavano da lontano. 

Jisung salutò con la mano un paio di loro e poi si allontanò.

No, decisi di non seguirlo più. Era abbastanza per quel giorno, tanto lunedì sarebbero iniziate le lezioni e con loro la mia missione.

Dedicai un ultimo sguardo alla figura del ragazzo, che si allontanava lentamente.

"Han Jisung, tu non hai idea di ciò che ti aspetta..."

Feci una foto al parchetto e una al ragazzo in allontanamento.

Loving you is a Crime___Minsung, Yeonbin, JakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora