I'm The Punishment You Deserve

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Nel momento in cui le mie nocche toccarono la porta, me ne pentii. Il cuore mi batteva talmente forte che ebbi paura potesse esplodere. Sentivo le lacrime seccarsi sul viso e gli occhi ancora bruciare, eppure mi imposi di rimanere immobile. La porta si aprii lentamente, rivelando Vincent in canottiera e pantaloni della tuta. Aveva l'aria stanca, ma quando mi vide sgranò gli occhi. Mi guardai intorno per assicurarmi che non ci fosse nessuno e lo spinsi all'interno, chiudendomi la porta alle spalle. -Avevo paura che non saresti venuto- Sussurrò fissandomi con sguardo perso. Scossi la testa e mi avvicinai -Non dire stronzate- risposi avventandomi su di lui. Nel momento in cui le nostre labbra si unirono e il suo profumo tornò a circolarmi in corpo, ritrovai la pace. Fu un bacio aggressivo, quasi doloroso. Gli presi il viso tra le mani e affondai più profondamente in lui, mentre le sue mani mi cinsero i fianchi. Lo sentii sorridere. Il nodo che mi si era stanziato nel petto finalmente si sciolse, permettendomi di respirare. Ci separammo per riprendere fiato, senza però allontanarci l'uno dall'altro. Gli sorrisi a mia volta e premetti la fronte sul suo petto. Mi abbracciò, appoggiandomi il mento sui capelli. -Era così difficile? – domandò tenendomi stretto. Inspirai il suo odore, cercando di imprimerlo nella memoria. -Come fa ad essere così facile per te? – Si staccò da me, andandosi a sedere sul letto. Rimasi immobile un momento, prima che mi facesse segno di avvicinarmi. -Mi lascio andare- Rispose quando fui a poche spanne da lui. Mi asciugai le ultime lacrime e gli porsi la mano, che afferrò e strinse nella sua. -Non pensare, nessuno qui può giudicarti- Abbassai la testa -Stiamo facendo un errore- borbottai passandogli l'altra mano sui capelli. Si lasciò accarezzare -Non mi sembra ti dispiaccia- Mi chinai su di lui e lo baciai di nuovo, più dolcemente. Il suo sapore mi era familiare e mi lasciò una piacevole scarica di brividi su tutto il corpo. Vincent si staccò da me di scatto, incupendosi -Nico- Mi richiamò con voce fredda -Che intenzioni hai con me? – Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo -Non lo so- risposi -Lo sai che non posso frequentarti davvero- Continuai. Vincent si accigliò -Non è quello che ti ho chiesto, voglio sapere cosa provi per me- Mi piaceva, più di quanto mi fossero mai piaciute le donne e proprio per quello ero terrorizzato. Però mi piaceva da morire ed ero lì per dimostrarglielo -Mi piaci, davvero tanto- Ammisi con un sospiro. Lui cercò di nascondere un sorriso -Ti crederò solo se rimarrai, adesso- Gli sorrisi e cercai di avvicinarmi di nuovo, ma mi bloccò -Ti avverto, mi stai dando la tua parola che ti va bene stare con me- Esitai, ma mi arresi senza protestare. -Rimango, a patto che non lo sappia nessuno- Sorrise e vidi la tensione sciogliersi. Tornai sulle sue labbra e questa volta mi accolse, attirandomi a sé. Tra un bacio e l'altro, lo minacciai -Se Ada ti tocca di nuovo anche solo con un dito, ti giuro che vi ammazzo entrambi- Lui scoppiò a ridere -Chi è Ada? – Risi a mia volta. Gli misi le mani fra i capelli per attirarlo più vicino e finii a cavalcioni su di lui. Persi la condizione del tempo e di tutto ciò che mi circondava, vedevo e sentivo solo lui, solo la sua voce e i suoi respiri. Mi sorrideva e i suoi occhi brillavano come non li avevo mai visti fare. Mi passò le dita sulle labbra, indugiandoci -Dormi con me 'sta notte- Sussurrò quasi supplicando. Arrossii, sentendo la sua chiara euforia contro la gamba. Non intendeva mica... Vincent si mise a ridere -Intendo a dormire, scusa per... quello- Indicò in modo impacciato il problema tra le sue gambe. Tirai un sospiro di sollievo e mi spostai al suo fianco -Come te ne occupi allora? – Gli chiesi con una nota di imbarazzo. Lui mi sorrise -Non è niente che una doccia fredda non possa sistemare-Si alzò, lanciandomi un'occhiata lasciva -Ti va bene che sono stanco- Distolsi lo sguardo, sentendomi andare a fuoco. -Mettiti comodo, ci metto un attimo- Sparì in bagno, lasciandomi con le mie riflessioni. Ero sollevato perché finalmente lo stress accumulato era sparito in una nuvoletta di fumo. Mi sfiorai con le dita il sorriso che continuava a formarmisi involontariamente sulle labbra. Mi sdraiai, godendomi il suo profumo che mi circondava. Aveva dormito la dentro una sola notte, eppure aveva sistemato in modo che sembrasse tutto apposta per lui. Vincent tornò da me poco dopo, mentre si strofinava i capelli umidi con un asciugamano. Lo osservai mentre si infilava una felpa, muovendosi con la sua solita grazia e sicurezza: non sembrava affatto agitato. Al contrario io non riuscivo a stare fermo. Una volta finito di sistemarsi mi raggiunse. Gli feci spazio e si sdraiò accanto a me. Fissavamo il soffitto senza parlare, con solo le spalle a sfiorarsi. Sentivo la stanchezza trascinarmi verso il sonno, ma mi imposi di rimanere sveglio. -Cosa ti spaventa così tanto? – mi chiese tenendo la voce bassa -Non volevo essere così- risposi d'impulso -Così come? – Mi irrigidii -Come te, mi hanno insegnato che devo essere diverso- Mi sfiorò le dita con le sue -E secondo te hanno ragione- Non era una domanda, anche se avrei preferito lo fosse. -Si, probabilmente hanno ragione- Intrecciò la mano con la mia -Cosa c'è di sbagliato in questo? – chiese sollevandole- Lo sai. Comunque non importa più visto che me ne sono fatto una ragione- -Fammi capire: ti piaccio e hai capito che non puoi farne a meno, quindi ti disprezzi perché sei convinto che sia sbagliato? – Aprii la bocca per rispondere, ma le parole mi morirono in gola. Il primo impulso fu quello di negare, ma aveva ragione -Si- risposi senza rendermene conto. Si girò verso di me. Eravamo molto vicini, il suo respiro mi solleticava il viso, dandomi i brividi. I suoi occhi erano stanchi, ma ancora luminosi. Sorrise -Io penso che non sia una cosa brutta, solo diversa- Ricambiai il sorriso -Sto cercando di accettarlo- Si girò sul fianco, per osservarmi meglio -Se le cose fra di noi andassero male... devi continuare ad accettarlo- Annuii, imbambolato dal suo sguardo troppo vicino al mio. Mi sporsi e lo baciai. -Avevo paura che mi considerassi solo come una sfida- sussurrai poco dopo. Lui sgranò leggermente gli occhi -Non puoi dire sul serio- disse con una nota di divertimento -Alla fine non capisco perché vuoi me- Aprì la bocca per rispondere ma lo interruppi -Sei circondato da persone che possono darti il doppio di quello che potrei darti io, per non parlare del fatto che con me devi nasconderti- Lui chiuse gli occhi e sospirò, per poi nascondersi contro il mio collo. -Voglio te e basta. Sono disposto a farmi uccidere dai tuoi problemi se necessario- Mi girai a mia volta e lo abbracciai. Sentivo il suo respiro e il suo calore come fossero miei. Chiusi gli occhi, beandomi di quel momento così dolce e prezioso da farmi sperare che non sarebbe mai finito. Finii per addormentarmi poco dopo, con Vincent fra le braccia e le nostre mani ancora intrecciate.

Al mio risveglio mi resi immediatamente conto di quanto fosse tardi. Vincent dormiva ancora beatamente accanto a me e le nostre mani erano ancora unite. Mi tirai su di scatto e mi fiondai sul mio telefono: erano le 7: 39 e fra meno di 20 minuti ci sarebbe stato l'appello sul pullman. Mi diedi del coglione interiormente e scossi Vincent per una spalla -Vinc svegliati, siamo in estremo ritardo- Lui mugugnò e aprì lentamente gli occhi. Quando mi riconobbe sorrise come un ebete, incurante della situazione. -Buongiorno Nico- Borbottò lui con voce roca -Vincent dobbiamo muoverci- Ritentai mentre scappavo in bagno. Ero ancora in pigiama e sarei dovuto per forza tornare in stanza, sperando di non imbattermi in Jim. Quando uscii, Vincent era a petto nudo che frugava tra la sua roba. Distolsi lo sguardo, sentendomi accaldato. Mi lanciò una felpa e un paio di pantaloni -Mettiti questi- Disse per poi infilarsi una maglia. Lo ringraziai e tornai in bagno. Quando finii di sistemarmi erano le 7:53, quindi molto tardi. Mi fermai davanti alla porta, indeciso sul da farsi. Se qualcuno mi avesse visto uscire da quella stanza, sarei stato rovinato. Vincent mi prese per un braccio e mi fece girare verso di lui -Vado prima io e ti scrivo se puoi uscire- Mi sorrise e mi lasciò un bacio sulla guancia. Poi sparì dietro la porta d'ingresso. Rimasi imbambolato un secondo prima che il mio cellulare vibrasse

V- Via libera, ci vediamo sul pullman

Sorrisi e uscii, felice di essere solo in corridoio. Mi fiondai giù dalle scale e alle 7:59 riuscii a salire sul pullman. Il prof mi guardò storto, ma non commentò. Notai immediatamente Vincent, che mi fissava dai posti infondo. Mi sorrise e io ricambiai di sfuggita mentre cercavo posto. Mi stupii vedere che Caroline mi stava aspettando. Era raggiante. Mi salutò calorosamente mentre mi accomodavo accanto a lei. -Indovina chi aveva ragione? Ho chiesto a Tom di passare, ieri notte, e lui ha accettato- Le sorrisi, sinceramente felice per lei -Di cosa avete parlato? - Caroline tentennò un attimo -Di molte cose, alla fine mi ha detto che gli dispiaceva non avermi dato confidenza per tutto questo tempo- -Vi rivedrete? – Lei annuì con vigore -Mi ha chiesto di fare cambio con qualcuno del suo tavolo per pranzo- Sussultai -Sai già con chi? – Le chiesi cercando di sembrare il meno agitato possibile -Con l'unico che ha accettato- Sembrò riflettere un secondo prima che le si accendesse la lampadina -Mi sa che Jim sarà contento...- Imprecai mentalmente -Cosa intendi? - -È il ragazzo dei tuoi pettegolezzi- Scoppiai in una risata nervosa -Jimmy non mi lascerà vivere oggi- Caroline rise a sua volta, ignorando il tremore delle mie mani -Non si sa mai che voi due iniziate a limonare durante il pranzo- Disse lei senza rendersi conto di quanto quella frase fosse vicina all'avverarsi. Risi a mia volta, cercando di sembrare disinvolto. Avevo una pessima sensazione.

My Dear GodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora