If Only I Wanted To

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Nonostante la mia improvvisa voglia di dormire e di non svegliarmi più, non passammo tutto il pomeriggio a letto. Dopo un'oretta a sonnecchiare sulla sua spalla e a chiacchierare mi accarezzò la testa e premette le labbra sui miei capelli -Hai fame? - mi chiese con un sussurro. Scossi la testa e cercai di riaddormentarmi su di lui in modo da poter restare dov'ero, cioè comodo e al caldo. Lui mi scosse piano, tentando di togliermi la coperta -Dai Nico, abbiamo poco tempo e non voglio stare tutto il tempo a dormire- Sbuffai e mi nascosi contro il suo petto -Non voglio, ho sonno- Lui sospirò e, incurante delle mie proteste, si alzò lasciandomi solo sul letto. -Se vuoi dormire fai pure, ma te ne pentirai- Mugugnai e mi tirai a sedere, stropicciandomi gli occhi senza alcuna voglia di assecondarlo. -Ho voglia di fare i biscotti- disse guardandomi con un sorrisetto divertito. Si mise a cercare in mezzo al suo armadio e, mentre frugava tra i vestiti, si stiracchiò distrattamente facendo sollevare la maglia e permettendomi di ammirare una piccola ma preziosa zona di pelle. Rimasi a guardarlo: la forma delle spalle, la linea del suo collo e il percorso delle sue vene sulle braccia... tutto in lui non faceva che stuzzicare l'eco del desiderio che avevo di lui. Vincent, incurante delle mie attenzioni, mi lanciò una delle sue felpe -Mettila o prenderai freddo- Solo in quel momento mi resi conto di essere rimasto tutto il tempo a torso nudo, la maglia abbandonata sulla sedia sembrava deridermi. Sentii le guance prendere fuoco e mi sentii un ragazzino, quindi mi infilai la felpa senza pensarci. Il suo profumo mi inondò le narici. Mi alzai, ancora imbarazzato per chissà quale motivo e lo seguii fino alla cucina, dove mi fece accomodare al tavolo. -Da dove arriva questa voglia di biscotti? - Gli chiesi mentre si faceva strada tra le credenze della cucina in cerca dell'occorrente. -I biscotti non mi vengono quasi mai- ammise con un sorriso -O li brucio o sbaglio il dosaggio o diventano liquidi per qualche motivo- Risi e mi passai una mano tra i capelli, abbandonandomi sulla sedia -E dai per scontato che con me vengano? - Vincent smise per un momento di fare quello che stava facendo e si girò verso di me, assorto nei suoi pensieri -Onestamente? Si, ho la sensazione che facendoli con te mi verranno- Rimasi a fissarlo, indeciso se ridere o meno -Certo che sei strano eh- mormorai. Lui si limitò a sorridere -Zitto e vieni ad aiutarmi- Sbuffai ma lo assecondai e mi misi al suo fianco, osservando gli ingredienti che avevamo davanti. Mi rimboccai le maniche -Il problema sono solo i biscotti o non sai cucinare? - -Vorrei poter dire che il problema sono i biscotti, ma in realtà so a malapena sopravvivere con della carne in scatola- Confessò prendendo il sacchetto di farina e facendoselo passare da una mano all'altra. Il sorriso che mi si formò sulle labbra fu inevitabile -E allora perché continui a tentare se sai che non riesci? - Chiesi sfilandogli la farina dalle mani. Vincent rimase in silenzio un momento e quando mi girai verso di lui notai che mi stava fissando -Perché prima o poi magari riesco- mormorò. Il suo sguardo era tanto sincero da far male e per un attimo mi sembrava che stessimo parlando di ben altro che i biscotti. Mi schiarii la voce -Hai una bilancia? -

Dopo quella piccola parentesi ci mettemmo davvero all'opera: Vincent voleva i biscotti? Avremmo ottenuto i biscotti. -A casa spesso cucino io, mia madre è brava ma finisce sempre per farsi male quando è ai fornelli- Gli raccontai mentre univo la farina all'uovo e allo zucchero. Vincent aveva avuto il complicatissimo compito di aprire le uova, riuscendoci solo dopo un numero di tentativi tali che stavo per rinunciare, ed era molto soddisfatto di sé stesso, cosa che mi intenerii parecchio. Inutile dire che stavo cercando di dare il meglio e di concentrarmi al massimo dato che avevo dato a quei cazzo di biscotti la priorità assoluta (chissà perché). Vincent seguiva i miei passaggi ed eseguiva i miei ordini con determinazione e un pizzico di goffaggine. -Mi piace davvero cucinare- Continuai -Ma posso farlo solo quando mio padre non è a casa- Vincent smise un momento di lavorare e mi lanciò un'occhiata dispiaciuta, a cui risposi con un sorriso. -Mio padre sarebbe felice se sapessi cucinare, gli eviterei la fatica di doverlo fare ogni giorno- Ridacchiai e riprendemmo a lavorare. Dopo mezz'ora l'impasto aveva raggiunto una consistenza molto promettente e ne allungai un cucchiaino a Vincent, che assaggiò con l'attenzione di un critico culinario -Ok... Mi sembra molto più commestibile di come mi viene di solito- Annuii e coprii l'impasto con un panno, per poi sedermi davanti a lui. -Sono abbastanza soddisfatto, questa volta vedrai che riesci a farli- Vincent scosse la testa -Ho fatto fare tutto a te, il merito è tuo- Arrossii e abbassai lo sguardo alle mie mani -Ma smettila- Vincent rise e si accese una delle sue canne. Osservai come le sue labbra avvolgevano il filtro e il modo in cui girava leggermente la testa per evitare di soffiarmi il fumo addosso. Mi soffermai sul movimento del suo pomo d'Adamo e presto dovetti distogliere lo sguardo sentendo una fitta nel basso ventre. -Fumi solo quelle, vero? Nient'altro che non approverei? - Lui annuì -Solo canne, mi rilassano e se non esagero non mi uccideranno- Rispose passandomela. -Dovresti comunque smettere- commentai facendo un lungo tiro -Senti da che pulpito- Ridacchiò Vincent. Ci passammo lo spinello finché non finì e presto rimanemmo in silenzio, persi nei nostri pensieri. -A scuola è un incubo- Ruppi il silenzio e subito il suo sguardò incontrò il mio. Mi abbandonai sulla sedia, sconsolato -Non possiamo neanche parlarci che qualcuno spara qualche stronzata su di noi- -Possiamo sempre fregarcene- suggerì lui con un sorriso. Sospirai e appoggiai il piede al suo sotto al tavolo -Lo sai che non posso- Il suo sorriso vacillò ma tentò di non farlo vedere -Era solo per dire- Tornò il silenzio e presto mi sentii in colpa, nonostante sapessi bene che avevo ragione: non potevo. Rimasi a guardare la sua mano appoggiata al tavolo, indecisa se prenderla sarebbe stato troppo sdolcinato o no. Alla fine rinunciai e cambiai discorso -Hai mai cucinato con altri ragazzi? - Chiesi senza riflettere. Vincent sembrò preso contro piede e abbassò lo sguardo, senza rispondere. Gli tirai un calcetto sotto al tavolo, intimandogli di rispondere -Una volta, con Lucas- La sensazione spiacevole che avevo provato quando li avevo visti baciarsi tornò a tormentarmi il petto. -Ma davvero? - Vincent sembrò più colpevole che mai -Stavate insieme? - Gli chiesi senza pensarci. Lui si mise composto -Non proprio, io non volevo niente ma lui...- Tossicchiò -Lui continuava a sperare che io cambiassi idea- -Ci scopavi e basta? - Mi alzai e tornai dai biscotti, cercando di sembrare meno infastidito di quanto non fossi -Sostanzialmente si- Mi misi a fare le forme dei biscotti a mano, ma ci mettevo troppa forza e venivano tutti deformi, facendomi innervosire ancora di più. -Capisco perché ce l'aveva così tanto con me, alla fine sono il suo sostituto- Sapevo bene che non era vero, ma dentro di me sentivo il bisogno di fargliela pagare -Lo sai che non è così- -Certo, perché ancora non sei riuscito a portarmi a letto- Non alzai lo sguardo, sapevo che se avessi incrociato il suo non sarei riuscito a mantenere la mia determinazione -Non dici sul serio- Si limitò a dire -Ah no? Eppure quello che hai descritto mi sembra molto simile a quello che stiamo facendo adesso- -Hai ragione, prima probabilmente non ero la persona più affidabile in fatto di relazioni, ma adesso è diverso. Non voglio solo quello da te- Misi gli ultimi biscotti deformi nella teglia e alzai lo sguardo. Il suo era deciso e mi fece incazzare ancora di più -E come faccio a saperlo? - Vincent si alzò e fece qualche passo verso di me -Perché se lo avessi davvero voluto ci sarei già riuscito- Per un attimo temetti di aver sentito male. Rimasi a guardarlo, scioccato, e poco alla volta vidi Vincent prendere coscienza di quello che aveva detto. Prima che potesse correggersi presi i biscotti e li buttai nel forno acceso -Lasciali cuocere quindici minuti- Risposi freddamente per poi uscire dalla stanza senza guardarlo. Uscii da casa sua quasi di corsa, senza ben capire da dove arrivasse quella delusione accecante. Ero a malapena sul vialetto quando sentii Vincent chiamarmi. Non mi fermai ma subito mi afferrò per il polso e mi costrinse a girarmi -Non intendevo quello- disse cercando di rimediare -E cosa intendevi? Perché quello che ho capito io è che rischio di essere scambiato per un bel passatempo e, davvero, non mi va- Mi liberai con uno strattone e lo lasciai li, a piangersi addosso per aver usato le parole sbagliate. Ero consapevole però che questa volta non mi avrebbe seguito.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 08 ⏰

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