Tornare a scuola fu un incubo. Ben tre persone avevano l'interesse di fissarmi tutto il giorno e iniziavo a trovarlo fastidioso, ma con un'unica eccezione. Vincent trovava ogni scusa per passarmi vicino, per guardarmi o sfiorarmi, e questa consapevolezza non faceva altro che amplificare i miei desideri. Gli sguardi di Jim e Miriam Invece erano nettamente più fastidiosi, dato che era a causa loro se io e Vincent non potevamo neanche parlare senza che uno dei due mettesse qualche altra voce su di noi. Era passata ormai una settimana e con Vincent avevo avuto pochissime occasioni per parlare. Ora che avevo accettato ciò che provavo per lui mi sembrava assurdo che non potessi neanche toccarlo, anche se ero stato proprio io a dettare quelle regole. Mi stancai subito di quella situazione: avevo voglia di vederlo e lo avrei visto immediatamente. Quel pomeriggio mi cambiai di fretta e furia, abbondano con il profumo e mettendoci fin troppo a vestirmi.
N- Tra quindici minuti sono sotto casa tua, andiamo da qualche parte
Vincent non ci mise neanche due minuti a rispondermi.
V- Finalmente
Sorrisi e sentii un brivido di eccitazione attraversarmi la schiena. Mi precipitai verso la porta, ma sulla soglia di bloccai. Sentivo odore di fumo provenire dalla cucina, segno che mio padre era presente. Sospirai e mi costrinsi a reprimere l'entusiasmo mentre andavo da lui. Era seduto sulla sua sedia a capotavola ed era al telefono, che rideva rumorosamente. Tossicchiai per attirare la sua attenzione e lui mi lanciò un'occhiataccia. -Scusami, ti richiamo tra un secondo- A malavoglia chiuse la chiamata e si rivolse a me. -Sto uscendo- La mia voce sembrava troppo rigida e pregai solo che non si facesse troppe domande a riguardo. -Dove vai? - mi chiese sollevando un sopracciglio -Faccio un giro con Linda, dovrei tornare verso sera- L'espressione di mio padre si addolcì all'istante, inquietandomi -Mi piace quella ragazza, ogni tanto invitala a casa- Annuii, ancora non del tutto convinto -E non preoccuparti, se te lo chiede rimani pure a dormire- mi fece l'occhiolino e non era difficile immaginare perché. Annuii di nuovo e lasciai la stanza, sollevato di poter vedere Vincent dopo così tanto. Mi ricordavo nitidamente la strada per casa sua, segnale che era già da parecchio tempo che facevo attenzione a Vincent in modo diverso. Non era troppo lontano, e dopo solo due o tre fermate del bus ero di nuovo in quel quartierino che mi ricordava tanto lui. Non sapevo se bussare o no, quindi gli mandai un messaggio e attesi. Mi ero guardato parecchie volte allo specchio e in ogni vetrina che mi capitava, quindi sapevo di essere abbastanza attraente (non che mi servisse, conoscendo Vincent credo che sarebbe andato bene anche il pigiama). Lui uscì di casa poco dopo, in Jeans e felpa. Gli sorrisi e lo salutai timidamente con la mano, cercando di trattenermi dall'esagerare. Era troppo tempo che non sentivo le sue labbra sulle mie e l'astinenza iniziava a farsi sentire -Stai molto bene così- commentò squadrandomi da testa a piedi. Non riuscii a fare a meno di arrossire e abbassare lo sguardo -Smettila, siamo fuori- lui mi sorrise e mi affiancò -Dove andiamo? - mi guardai intorno velocemente e mi sporsi verso di lui -Ovunque, basta che siamo soli- Una scintilla attraversò il suo sguardo e il suo sorriso cambiò -Sai... non ho tanta voglia di uscire- il suo sguardo scivolò sulle mie labbra -La mia camera è molto più vicina e nessuno potrebbe interromperci- Sussurrò sfiorando la mia mano. Trattenni il respiro, sentendomi travolto dall'imbarazzo e dal desiderio di assecondarlo. Il suo ragionamento aveva senso ed io ero troppo sensibile a lui per poter rifiutare -Non c'è nessuno? – Lui scosse la testa. Mi guardai intorno, assicurandomi che non ci fosse nessuno in vista e gli presi la mano, lasciando che mi portasse dove voleva. Mi guidò dentro casa, facendomi fare un veloce tour delle stanze che la prima volta che ero stato li non ero riuscito a vedere. Infine arrivammo in camera sua. Vincent chiuse la porta per sicurezza e io gli fui grato per quello. Mi guardai attorno con vera e propria curiosità: un letto ad una piazza e mezzo, una libreria piena di libri e CD, una scrivania tutta in disordine e infine una tastiera. Mi avvicinai e passai le dita sui tasti. -Non ti ho mai sentito suonare- osservai -Solo mio padre e mia madre mi hanno sentito suonare- Annuii, un po' deluso – Io non posso? – Chiesi girandomi verso di lui con espressione afflitta. Lui rise e mi raggiunse, chinandosi sul mio collo -Sono sicuro che prima o poi mi convincerai- Mi strinse i fianchi e mi attirò a sé -C-Come devo fare? – Mormorai sentendo il corpo in fiamme -Avrei un'idea- sussurrò posando le labbra sul mio collo. La mia mente andò in cortocircuito e mi sfuggì un sospiro che assomigliava ad un gemito. Mi era mancato terribilmente sentirlo così... vicino. Ignorai i suoi modi lenti e seducenti, premendo la mia bocca sulla sua quasi con disperazione. Vincent emise un verso sorpreso, ma non esitò a ricambiare. Le sue mani vagavano sulla mia schiena lentamente, riuscendo in qualche modo a mantenere il controllo. Mi morse il labbro ed emisi un altro piccolo gemito che lo fece sorridere. Le sue labbra erano morbide ma si sentiva nettamente la differenza da quelle femminili: erano sicuramente più ruvide, ma soprattutto la sua bocca era più grossa e non faticava a coprire completamente la mia. Infilai le mani sotto la sua maglia, sentendolo rabbrividire a contatto con le mie dita. Gli accarezzai i fianchi con delicatezza, sentendo il mio corpo reagire in modo strano alla sensazione della pelle contro i polpastrelli. Vincent emise un mugolio e mi spinse contro la scrivania, sollevandomi in modo da farmici sedere sopra. Rimanemmo un momento ad osservarci a vicenda, entrambi col fiato corto e con la voglia di continuare. Gli sfiorai la guancia e lui chiuse gli occhi. Lo trovavo davvero bello, ma anche tenero ed eccitante allo stesso tempo: mai avevo provato così tante emozioni per una persona; per un ragazzo. Passai il pollice sulle sue labbra e lui si sporse verso le mie dita, facendomi sentire una scossa al basso ventre. Gli presi il mento e avvicinai il suo viso al mio, per poi leccare delicatamente quelle labbra tanto morbide -Non abbiamo avuto modo di parlare- sussurrai prima di strofinare la mia bocca sulla sua -Non mi va di parlare...- sussurrò tenendo gli occhi socchiusi -Perché no? – Lo presi in giro notando il rigonfiamento attraverso i suoi Jeans -Non sono sicuro di poter parlare con te in questo momento- Sorrisi e sfiorai con la gamba il suo punto sensibile, facendolo gemere -Non fare così...- Mi pregò con espressione implorante. Scesi dalla scrivania e sfiorai quel punto con le dita, sentendo chiaramente il suo desiderio per me. In quel momento l'idea di star peccando nei modi peggiori non mi attraversò neanche: eravamo io e lui, nella nostra piccola bolla di scoperte. La sua erezione era quasi completamente formata, e questa consapevolezza non faceva che accendere anche la mia. Feci un sospiro e mi allontanai di scatto da lui, facendo diversi passi indietro. Lui riaprì gli occhi e mi cercò con lo sguardo, frustrato. Mi trovò a qualche centimetro dal suo letto. Approfittai del suo sguardo su di me per togliermi la maglia, appoggiandola poi con delicatezza e attenzione eccessiva ad una sedia. Il suo sguardò non si staccò un momento dal mio corpo, riuscendo a rendermi sensibile senza neanche sfiorarmi. -Rimani li o...? – Non mi fece finire la frase che mi fu addosso: mi spinse contro il letto, facendomi sdraiare con poca delicatezza e tanto desiderio. Intrufolò la lingua tra le mie labbra, incontrando la mia. Ora sentivo il suo desiderio contro lo stomaco e iniziai a tremare. Ero eccitato da morire ma improvvisamente fu tutto... troppo. Mentre mi baciava con foga una piccola lacrima mi scese sulla guancia, bagnando le sue labbra. Vincent si fermò e si ritrasse un pochino, permettendomi di respirare. La singola lacrima erano diventate due, e poi tre, fino a diventare un pianto silenzioso che non capivo nemmeno io. -Nico che succede? – Mi chiese aiutandomi a sedermi dritto. Tenni lo sguardo basso, a disagio e sentendomi vulnerabile. -Mi dispiace- Risposi soltanto. Lui scosse la testa e mi attirò a sé, facendomi appoggiare alla sua spalla. Mi lasciò piangere anche se non sapeva perché, accarezzandomi la schiena con movimenti lenti e pieni di calore. Dopo qualche minuto il mio cuore si era calmato e le lacrime avevano smesso di bagnare la maglia di Vincent, che ancora non ero riuscito a levargli date le circostanze. Alzai il viso e lo baciai, sentendomi in colpa per aver rovinato l'atmosfera. Vincent ricambiò ma era molto più dolce, niente in confronto alla disperazione e al bisogno di poco prima. Tentai di infilare le mani sotto la sua maglia ma mi afferrò i polsi, bloccandomi -Non credo sia il caso- Mormorò portandosi la mia mano alla bocca e lasciandoci un piccolo bacio. La sensazione di aver rovinato tutto mi appesantì il petto -N-No... possiamo ancora fare... quello che vuoi- Tentai di liberarmi i polsi ma lui li tenne stretti -Nico non credo tu sia pronto- Mi lasciò i polsi e mi accarezzò i capelli, sorridendomi con affetto -Forse dobbiamo andarci piano dato che hai accettato tutto questo da poco- Mi sentivo un coglione. Perché cazzo mi ero messo a piangere in quel momento? -Vinc sto bene, te lo giuro. Non so cosa mi sia preso- Mi chinai su di lui e nascosi il viso sulla sua spalla -Io voglio fare... qualcosa con te- Continuò ad accarezzarmi i capelli e mi guidò sotto le coperte insieme a lui -Anche io credimi, ma credo che anche oggi mi limiterò a coccolarti- Feci una smorfia -Come sei sdolcinato- Lui ridacchiò e mi attirò a sé, facendomi appoggiare a lui -Pensavo che la tua piccola rivalità nei miei confronti avrebbe reso tutto molto immediato, invece sei un bimbo con me- Sussurrò contro i miei capelli -Stai zitto Vinc- mormorai strofinando il naso contro il suo collo. Lui mi accarezzava la schiena nuda, tracciando dei piccoli cerchi che mi fecero appisolare quasi subito. Con lui dormivo quasi sempre, senza sapere che Vincent rimaneva sveglio ad accarezzarmi come se fosse suo compito tenermi al sicuro.
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My Dear God
RomansaVincent è un ragazzo strano, lo sanno tutti. Nico è un ragazzo strano ma nessuno lo saprà mai. Nico odia i gay. Vincent no, direi di no. Nico ama odiare tutti. Vincent vorrebbe odiare di meno e amare di più. Vincent ansima il suo nome. Nico gli dice...