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La mattina seguente mi svegliai con il braccio di Martina sul viso; mi alzai e vidi come dormiva profondamente con la bocca aperta. Pensai di farle una foto, ma quando presi il mio telefono in mano fui distratta dalla notifica di un messaggio ricevuto alcune ore prima.

Lucy
Sei bellissima mentre dormi, non vedo l'ora di poterti guardare dal vivo. Buongiorno amore mio!

Sorrisi leggendo quelle parole e poi le risposi augurandole un buongiorno, anche se sapevo che la sua giornata era cominciata già da un po' e che non avrebbe letto il mio messaggio prima della fine del suo allenamento.
Mi alzai e mi resi conto che io e la mia amica eravamo le uniche in camera; Giulia era già uscita ed il suo letto era già riordinato. Probabilmente si sarà svegliata presto, visto che è minorenne e non è potuta venire con noi ieri sera, pensai tra me e me.

Il programma della giornata era già stato stilato: in mattinata avremmo visitato il centro di Londra, poi nel pomeriggio avremmo dedicato un po' di tempo all'acquisto di qualche souvenir per poi ritornare al centro e rilassarci con una serata karaoke.
Una volta uscita dalla doccia e indossata la tuta di rappresentanza, svegliai Marti avvisandola che sarei scesa a fare colazione e che in tre quarti d'ora ci saremmo mossi.

Circa un'ora e mezza dopo stavamo passeggiando all'interno del St. James Park. La finale si sarebbe svolta tra tre giorni, eppure la città sembrava essere in subbuglio già giorni prima con tutti i manifesti e le bandiere ad ornare ogni angolo di strada.
Ero assorta nel guardare il panorama quando sentii urlare il mio nome e subito dopo qualcuno mi avvolse la gamba destra stringendola forte. Quando abbassai lo sguardo mi resi conto che il bambino che teneva in ostaggio il mio arto inferiore era Freddie, il nipote di Lucy.
Gli accarezzai i capelli, mi abbassai leggermente per dargli un abbraccio e salutarlo per poi prenderlo in braccio.

J: "Scusalo, ti ha visto ed è impazzito" Jorge, il fratello della mora si avvicinava.

"Tranquillo, è una piacevole sorpresa l'incontro con questo piccoletto" dissi mentre fui avvolta dall'abbraccio dell'inglese.

Proprio dietro di lui si stavano avvicinando altre tre persone: sua moglie Charis e due ragazze che non conoscevo, una delle quali teneva tra le braccia Cecilia, l'altra figlia di Jorge.

J: "Permettimi di presentarti mia sorella Sophie e la sua fidanzata Elspeth. E poi c'è mia moglie, ma la conosci già" rise.

Charis fu la prima ad avvicinarsi e a lasciarmi due baci sulle guance, poi fu il turno di Elspeth, che mi chiese di chiamarla semplicemente El, ed infine fu il turno di Sophie.

S: "Brutto quell'articolo di stanotte, vero?" non si presentò nemmeno, fece solo questa domanda mentre mi stringeva la mano e mi guardava fisso negli occhi, quasi a volermi intimidire.

"Già, la gente è veramente cattiva ad inventare certe stupidaggini" risposi sicura senza mai distogliere lo sguardo dal suo.

J: "Dev'essere stressante vivere così, i giornalisti sono pessimi" si intromise l'uomo dando una leggerissima gomitata alla sorella per dirle di smettere.

F: "Lucia, possiamo farci una foto insieme? Anche con Ceci!" il piccolo mi chiese prendendomi il viso con le sue manine e facendolo voltare verso di lui.

"Certo che possiamo!" accarezzai le guancia del bambino.

Una volta sistemato Freddie a terra presi Cecilia in braccio e poi mi abbassai leggermente per cingere la vita del bambino e ci mettemmo in posa. I due somigliavano terribilmente alla mora ed erano bellissimi proprio come lei.

Scattata la foto Jorge non perse tempo a postarla su IG scrivendo "quando il "nemico" è così gentile, Freddie non perde tempo per chiedere una foto per lui e la sua sorellina".

Il cuore nel palloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora