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Nelle settimane seguenti iniziò il campionato e, nonostante ancora non fossi una titolare fissa perché stavo ancora imparando gli schemi della squadra, riuscivo comunque a fare belle giocate, soprattutto quando Jonatan mi schierava sulla destra accanto a Lucy. Avevamo un feeling pazzesco in campo, per comprenderci, ormai, non c'era bisogno nemmeno di guardarci, ci veniva tutto in automatico, come se avessimo sempre giocato insieme e proprio per questo motivo decidemmo di ricominciare da capo, come se ci fossimo appena conosciute: niente più messaggi in privato, niente più cene, ma, in compenso, ricominciammo ad allenarci insieme e a farci tanti scherzi durate i ritiri quando giocavamo in trasferta. Tuttavia, mi capitava spesso di chiedermi come sarebbero andate le cose, certe volte addirittura mi incantavo a fissarla, sempre stando attenta a non farmi notare...il mio cuore diceva buttati, ma il cervello mi bloccava. Da sempre uno dei miei più grandi difetti era l'essere troppo razionale, un po' perché amavo osservare ed analizzare le persone e le situazioni, ma soprattutto perché avevo il terrore di scottarmi di nuovo, dato i trascorsi amorosi che avevo avuto.
Lucy, d'altro canto, sembrava stare benissimo in veste di mia amica, anche se ogni tanto le scappava qualche allusione o qualche ammiccamento, ma non riuscivo mai a capire quanto fondo di verità c'era nelle sue parole. I giornali, da quando non ci frequentavamo più fuori dal centro sportivo, si erano un po' calmati con i gossip e gli articoli su noi due e questo mi rese decisamente più tranquilla.

Quella settimana non avevamo nessuna partita in programma, così Aitana decise di approfittare delle temperature ancora benevole di fine settembre per invitare me, Mapi, Ingrid, Alexia e Lucy nella casa della sua famiglia a Lloret de mar. La località era ancora abbastanza popolata dai turisti, quindi il divertimento era assicurato: di mattina andavamo in spiaggia a prendere il sole, mentre di sera ce ne andavamo in giro per la città a provare i cibi tipici. Quella pausa ci servi molto, sia da un punto di vista mentale che da quello fisico e, inoltre, mi aiutò a legare ancora di più con le ragazze.
La seconda sera, sotto imposizione di Ingrid, Mapi e Aitana, decidemmo di andare a ballare in un locale molto carino che si trovava sulla spiaggia, uno di quei tipici locali frequentato da gente un po' mondana, ma questo ci importava poco. Avevamo un tavolo riservato nel privè, così appena entrate andammo ad accomodarci lì iniziando a ballare. L'alcol scorreva a fiumi, ma io non mi ero ancora lasciata andare del tutto.

Aitana: "Ti stai divertendo?" chiese avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire.

"Si, era da tempo che non andavo a ballare!"

Aitana: "Perfino Alexia sta bevendo senza pensare agli allenamenti che ci aspettano!" rise indicandola.

"Hai visto Lucy? Ha detto che andava a prendersi un drink ma non è più tornata!"

Aitana: "L'ho vista verso il bancone, stava parlando con una ragazza, credo abbia fatto colpo!"

Non appena ascoltai quelle parole cercai l'inglese con lo sguardo; ci misi un po' a trovarla ed era vero, stava parlando con una ragazza, anche molto carina. Non saprei spiegare la sensazione che mi pervase, ma il mio corpo si irrigidì all'istante. Ero piena di rabbia e delusione, sarei voluta andare lì a dirgliene quattro, ma con che coraggio? Io non avevo voluto approfondire la nostra amicizia ed ora pretendevo anche il diritto di essere gelosa? Mi sedetti sulla poltrona del nostro tavolo e continuai a fissarla triste mentre sorseggiavo calici di prosecco. Di tanto in tanto il mio sguardo e quello dell'inglese si incrociavano, ma, a differenza delle altre volte, non lo distolsi mai, era come se volessi punirmi continuando a guardare quello che avevo perso. Dopo una ventina di minuti avvisai Aitana e le altre che sarei scesa sulla riva a prendere un po' d'aria. Tolsi i tacchi raccogliendoli tra le mani per camminare meglio sulla sabbia, anche se barcollavo lo stesso, dato l'alcol bevuto, e andai a sdraiarmi su un lettino per guardare il mare.
Trascorsi alcuni minuti sentii qualcuno avvicinarsi, così mi voltai e vidi un ragazzo.

Il cuore nel palloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora