Quella mattina mi svegliai all'alba e guardai il sole sorgere dal balcone del mio appartamento bevendo il mio amato caffè. Avevo appuntamento alle 7:30 al centro sportivo, così andai in bagno a prepararmi e arrivai anche con 10 minuti d'anticipo. A quell'ora nel parcheggio c'erano solo due auto, di cui una era la mia. Quando entrai in caffetteria scoprii che la proprietaria dell'altra auto era Lucy, che vidi intenta a fare colazione seduta ad un tavolo, così decisi di raggiungerla per fare lo stesso.
"Posso sedermi qui?"
L: "Certo, accomodati pure!"
Tra le ragazze quelle che ammiravo di più erano proprio lei ed Alexia, le due che avevano vinto di più in carriera. L'inglese aveva collezionato addirittura quattro Champions League e pochissime persone potevano vantarsi di ciò; e poi bisognava ammettere che era veramente bellissima.
L: "Allora, come ti siamo sembrate?"
"Beh, siete state molto accoglienti, specialmente Ingrid." dissi divertita.
L'inglese scoppiò a ridere e mi confessò che anche quando l'anno scorso era stata lei la nuova arrivata la norvegese si era comportata così, le piaceva mettere a proprio agio le persone.
Poco dopo la sala si riempì con l'arrivo delle altre ragazze e al nostro tavolo si aggiunsero anche Alexia, Ingrid e Mapi e inziammo a parlare dell'allenamento che avremmo fatto quel giorno.
Mancavano una decina di minuti alle 8 e un membro dello staff venne ad avvisarmi che a breve sarebbe iniziata la conferenza e che quindi avrei dovuto indossare l'uniforme di rappresentanza del club che avrei trovato al mio posto nello spogliatoio. Quando scesi mi resi conto che anche sulla seduta dell'inglese c'era la divisa di rappresentanza e infatti, pochi istanti dopo, la vidi comparire per prepararsi.L: "Credevo fossi italiana, non argentina." disse l'inglese indicando con lo sguardo il tatuaggio di Maradona che avevo sulla coscia destra.
"Si, sono italiana, ma vengo da Napoli e per noi Maradona è come un santo!" risposi mentre mi infilavo i pantaloni.
L: "Dicono sia molto bella, non ci sono mai stata."
"Beh, se un giorno vorrai venire sei mia ospite." le sorrisi.Dovevo ammettere che ero un po' in imbarazzo, soprattutto perché era esattamente il mio tipo di donna e la trovavo molto attraente.
L: "Vieni qui che ti aggiusto il colletto della camicia!" mi disse divertita allargando le braccia e aspettando che mi avvicinassi.
Così lo feci e la osservai da una distanza troppo ravvicinata per ragionare in maniera sensata. Quando ebbe finito i nostri occhi si incatenarono, attratti come un magnete e mi venne naturale sorriderle come una stupida.
"Come mai ci sarai anche tu alla conferenza?" cercai di cambiare discorso o, quanto meno, di dire qualcosa o sarei rimasta lì a sorriderle imbambolata.
L: "Non credo di potertelo dire, è una sorpresa."
"Bella o brutta?" chiesi curiosa mentre tornavo al mio posto per posare il cellulare nel mio armadietto.
L: "Bella." Si limitò a dire.Proprio in quel momento un addetto ci venne a chiamare e ci scortò fino alla sala conferenze che era gremita di giornalisti, cosa a cui non ero assolutamente abituata. C'erano quattro sedie: alle due estremità sedevano il presidente e l'allenatore e al centro prendemmo posto io e Lucy. L'ansia iniziò a farsi sentire e così iniziai a muovere incessantemente la gamba sinistra; quando Lucy se ne accorse mise la sua mano sopra per fermarla e si avvicinò a me sussurrandomi di respirare e di immaginarmeli tutti nudi. La cosa mi fece ridere, ma funzionò, perché riuscii a calmarmi.
Inizialmente parlarono i due uomini di tutti i motivi tattici e tecnici che spiegavano in mio approdo nella squadra catalana, poi, come immaginavo, i giornalisti vollero sapere qualcosa da me.
"Ho studiato spagnolo a scuola molti anni fa, quindi scusatemi se non ricordo molte parole." dissi per iniziare in uno spagnolo molto meccanico.
L: "Sicuramente sei andata meglio di come sono andata io lo scorso anno!" disse l'inglese facendo ridere un po' tutti e la ringraziai con lo sguardo perché ancora una volta cercava di mettermi a mio agio.
"Una delle mie qualità è sicuramente la determinazione e quello che voglio è vincere, sempre, ad ogni costo. Spero che la mia avventura in maglia blaugrana possa essere piena di vittorie e titoli."
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Il cuore nel pallone
FanficLucia Grimaldi è una ragazza napoletana di 24 anni con il sogno di giocare in una grande squadra e vincere quanti più trofei possibili. La sua carriera è iniziata tardi, colpa di suo padre che non voleva farla giocare ad uno sport che lui riteneva f...