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Tornate a Barcellona, Lucy partì per Manchester la sera stessa e mentre la guardavo andare verso il gate avevo una bruttissima sensazione che mi aleggiava dentro, come un peso enorme che mi schiacciava il petto impedendomi di respirare bene. Quella notte dormii malissimo, un po' per il magone che sentivo e un po', forse, perché nelle due notti precedenti c'era stata l'inglese a stringermi facendomi quasi da cuscino e inebriandomi del suo odore che già sapeva di casa. Ero fatta così, partivo a mille e poi, alla prima delusione, capitolavo rovinosamente facendomi un male cane. Non si fece sentire, mi avvisò solo una volta atterrata, poi sparì del tutto ed io preferii non pressarla troppo, volevo che si godesse quei momenti in famiglia.
Mi svegliai molto presto, giusto in tempo per guardare il sole sorgere gustando un caffè sul mio terrazzo. Decisi di andare a fare una corsa sulla spiaggia, a quell'ora non avrei trovato molte persone e avevo bisogno di starmene un po' per conto mio per analizzare tutto quello che era successo nelle ultime 48 ore. Corsi per circa 5 km, poi mi sedetti sulla sabbia a guardare il mare fin quando non fui distratta dal suono di una notifica di un messaggio in arrivo.

Olga: "Ehi campionessa, complimenti per il goal dell'altro giorno, passa al chiosco quando vuoi, così festeggiamo! 😜"

"Buongiorno, sei già lì? Io sono andata a correre e posso essere al chiosco in pochi minuti."

Erano ormai quasi le nove del mattino.

Olga: "Certo che sono qui, ti aspetto."

Mi alzai scrollandomi un po' di sabbia di dosso e poi ricominciai a correre, stavolta in direzione del chiosco di Olga. Dopo circa 10 minuti ero seduta ad un tavolino mentre la guardavo servire un cliente, sembrava amare così tanto il proprio lavoro.
Una volta che l'uomo fu andato via la vidi avvicinarsi.

O: "Allora, con cosa vogliamo festeggiare questo tuo primo goal?" allargò le braccia per abbracciarmi, così mi alzai e le andai incontro.

"Per me una bella premuta d'arancia, così recupero da questa lunga corsa." dissi stringendola forte.

O: "Oddio, brindare con il succo d'arancia non è il massimo, almeno prendi una redbull!" si staccò da me e mi diede un pugno sulla spalla per scherzare.

Alla fine cedetti e pochi minuti dopo eravamo sedute al solito tavolino a bere una redbull fredda commentando la partita.

O: "Sai, credevo che tu e Lucy steste insieme" disse improvvisamente.

Non capivo il perché della sua affermazione e il modo in cui l'aveva detto fece ritornare quel peso sul petto.

"Perchè?" non sapevo se volevo realmente una risposta a quella mia domanda.

O: "Beh, per il modo in cui vi ho viste quella sera, il vostro rapporto, i commenti della gente...sicuramente dopo quelle foto la smetteranno di romperti l'anima." disse ridacchiando.

"Quali foto?" chiesi cercando di mascherare le mie emozioni.

Olga digitò qualcosa sul suo cellulare, poi lo girò in modo che potessi vederle. C'erano Lucy e Keira che passeggiavano abbracciate in un parco. La didascalia spiegava che la mora era stata vista entrare di sera in casa della Walsh e ne era uscita solo la mattina seguente insieme a lei. Sorrisi sforzandomi di non far trapelare nessun sentimento dalla mia espressione, anche se mi sentivo a pezzi, ancora una volta qualcuno mi aveva fatto affezionare per poi prendere il mio cuore e calpestarlo senza ritegno, ma stavolta faceva più male perché ci avevo creduto un po' in più.
Ad interrompere la marea di pensieri negativi che mi ronzava per la testa ci pensò l'arrivo di una ragazza alle mie spalle.

Olga: "Buongiorno Ona, posso presentarti Lucia?"

Una ragazza dai capelli castani mi si parò davanti, sembrava che stesse per urlare da un momento all'altro, ma non lo fece.

Ona: "Oddio é...é un piacere conoscerti, io sono Ona" era in palese iper ventilazione, non avevo mai fatto quell'effetto a nessuno, la cosa mi divertii un po'.

Le sorrisi e poi allungai la mano, dato che non lo aveva ancora fatto; lei l'afferrò subito e la strinse, forse con un po' troppa foga, la cosa mi fece ridere.

"Hai una stretta energica" mi lasciò la mano e vidi dell'imbarazzo spuntare sul suo viso.
"Anche io ho stretto così la mano ad Alexia la prima volta" le feci l'occhiolino per farla calmare.

Ona: "Scusami, è che..." non riuscii a finire la frase, fu interrotta.
Olga: "È che praticamente sei il suo Dio, ti segue da prima che arrivassi qui e parla sempre di te!" aggiunse divertita e la ragazza nuovamente arrossì.

"Oh, sono onorata di sentire queste cose, è la prima volta per me!" le sorrisi dolcemente.

Olga: "Pensa che quando l'ho assunta qui ed ha visto la tua foto appesa non poteva credere ai suoi occhi."

Ona: "Ok, forse è meglio che inizi a lavorare." fece per andare verso il chiosco, poi si fermò.
"Prima però, posso chiederti una foto?" aggiunse facendo qualche passo indietro.

Annuii, poi porse il telefono ad Olga ed io le andai vicino. Sembrava quasi non volersi avvicinare più di tanto, così con un braccio le cinsi la vita e l'avvicinai a me.

"Facciamola per bene questa foto, no?" la guardai sorridendo e accarezzandole il fianco e potei giurare che a quel mio tocco quasi aveva fatto un salto.

Scattata la foto riprese il suo telefono e si apprestò a mettersi a lavoro. Io rimasi ancora un po' lì, poi tornai a casa per farmi un lungo bagno caldo. Nel pomeriggio mi dedicai a visitare un po' la città, visto che da quando ero arrivata non ne avevo ancora avuto l'occasione. Entrai nella Sagrada Familia, feci un giro su uno di quei bus panoramici e poi guardai il più bel tramonto che avessi mai visto da Parc Güell.
Non avevo voglia di cucinare quella sera, così decisi di prendere una pizza d'asporto in una pizzeria che avevo notato pochi giorni prima e che distava pochi minuti da casa mia. Dopo cena mi concedetti un bicchiere di vino e mi sedetti sul divano, lo stesso dove avevo dormito il mese prima a causa della presenza di Lucy nel mio letto. Quel pensiero mi rabbuiò e mi tornarono in mente le foto che Olga mi aveva mostrato quella mattina; le andai a cercare anche io e ne trovai altre di quella stessa giornata. La mora era stata attenta a non farsi sentire, nemmeno dopo la pubblicazione di tutti quei fotogrammi. Il pensiero di contattarla e sfogarmi in un lungo messaggio mi sfiorò, ma non potevo darle tutta quella importanza, non quando lei non ne aveva minimamente data a quanto successo fino al giorno precedente. Chiusi la pagina internet e mi dedicai ad Instagram sperando di non incappare in altre foto del genere. Avevo una notifica di menzione, la aprii e vidi la foto che io e Ona ci eravamo fatte quella mattina, io la guardavo sorridente, Olga doveva aver scattato mentre l'avevo attirata a me. Cliccai sul suo profilo, aveva molte foto sue, alcune in compagnia di amiche; era veramente molto bella e sembrava essere una ragazza molto divertente, almeno dalle foto. Ripubblicai la storia, poi la seguii e sorrisi pensando ad una sua possibile reazione una volta letta quella notifica. Poggiai il telefono sul divano per riprendere il mio calice di vino e fare qualche sorso, ma una notifica fece illuminare lo schermo del mio iPhone.

@ona.batlle: "grazie ancora per stamattina e scusa se ti sono sembrata strana, ad Olga piace mettermi in difficoltà 😂"

- "tranquilla, mi ha fatto piacere conoscerti, sono sicura che ora che lavori al chiosco ci vedremo spesso."

@ona.batlle: "si, mi farebbe molto piacere provarti che non reagisco sempre così 😂"

Misi like al suo messaggio e non le risposi, ero stanca e volevo solo andare a dormire, così finii il mio bicchiere di vino, andai a farmi una doccia veloce e mi misi a letto. Mi ci volle un po' ad addormentarmi, pensavo a Lucy e Keira, a come avevamo dormito quelle due notti  a Monaco; dopo più di un'ora finalmente riuscii a rilassarmi abbastanza da abbandonarmi ad un sonno che speravo potesse rigenerarmi anche il cuore, oltre alle energie.

Il cuore nel palloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora