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Un altro paio di giorni erano trascorsi tra uscite per visitare alcuni paesini circostanti, continue richieste da parte della mia agente di parlare del mio futuro e intense ore di gioco con i bambini. Il nostro rapporto era realmente progredito di parecchio, specialmente con la piccola Ceci, che in più occasioni aveva manifestato di avere un debole per me e che ora era aggrappata alle mie gambe contraria al fatto che io e sua zia avremmo lasciato la casa dei Bronze di lì a breve per salire su un treno per Londra.
Mi chinai per prendere in braccio il piccolo esserino che teneva con forza la stoffa del miei jeans tra le mani e non appena i nostri visi furono alla stessa altezza non esitò molto a portarmi le braccia al collo per stringermi forte. Avevo conosciuto spesso questa sensazione nelle ultime ore, ma ogni volta era sempre straordinario per il mio cuore sentire un così forte carico di emozioni. Il suo profumo delicato mi avvolse e chiusi gli occhi stringendola di più a me.

"Ceci, andiamo, sono sicura che torneranno presto, non ti accorgerai nemmeno del tempo che passa!" la mamma si rivolse alla figlia che continuava a stringermi, ma ora aveva poggiato la sua guancia alla mia.

La piccola non era in grado scandire frasi di senso compiuto, ma era piuttosto brava a farsi capire e dopo alcuni minuti accettò di lasciarmi andare, non prima di avermi lasciato un bacio sulla guancia.

"Quando torni giocheremo di nuovo a calcio e mi insegnerai a fare tanti goal?" stavolta era Freddie che si era avvicinato a me per farsi abbracciare.

"Ovviamente, noi vogliamo attaccare, lasciamo difendere a chi non ha dei buoni piedi!" mi accovacciai per arrivare alla sua altezza e gli feci un occhiolino prima di stringerlo a me e sentire Lucy lamentarsi della mia affermazione.

"Bene famiglia, ora dobbiamo realmente andare se non vogliamo perdere il nostro treno!" l'inglese tagliò il silenzio che si era creato.

I genitori della mora mi abbracciarono forte, ribadendo che sarei sempre stata la benvenuta ora che era ormai quasi certo che la mia avventura calcistica sarebbe continuata in Inghilterra per qualche mese.
Una volta salutati tutti salimmo sull'auto di Jorge che ci avrebbe accompagnate in stazione.

Durante il viaggio in treno Lucy si era addormentata, così ne approfittai per effettuare una video call con Paola, la mia agente.

"Insomma, hai diverse opzioni. So che probabilmente vorrai andare in Inghilterra, perché è un campionato più appetibile, ma lascia che ti elenchi tutte le squadre che ti hanno richiesta, sono abbastanza!" mi sorrise soddisfatta.

"Va bene, ti lascerò gonfiare un po' il mio ego e poi devo pur impiegare il tempo di viaggio in qualche modo" risi dell'espressione che apparve sul sul viso.

"Allora, cominciamo dalla Spagna: Atletico Madrid e Real ti hanno entrambi cercata, l'ultima addirittura voleva un prestito di 18 mesi, ma ho subito provveduto a far capire che per te in terra iberica esiste solo il Barcellona." aspettò un mio cenno per continuare.

"Proseguiamo con Bayern Monaco e Wolfsburg ai quali ho detto di no a causa della tua ex, naturalmente." ero abbastanza sbalordita di sentire quelle due squadre, visto che era noto a tutti che i rapporti tra me e Lena non erano dei più amichevoli.
Lei giocava come centrocampista difensivo nel Wolfsburg, ma, secondo alcune voci, presto sarebbe approdata al Bayern.

La voce di Paola mi riportò al presente.
"Sempre in Germania abbiamo anche Lipsia e Francoforte. Dall'Italia hai come al solito offerte dai grandi club del nord, ma noi sappiamo perfettamente che i tuoi vecchi tifosi non la prenderebbero bene!" alzò gli occhi, dato che le avevo sempre ripetuto che non sarei mai andata in un club del nord per non perdere la fiducia dei miei vecchi tifosi del Napoli, ma lei non aveva mai compreso questo tipo di meccanismi.

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