Erano trascorsi un paio di giorni da quando mi era stato assegnato l'alloggio e le mie cose erano in arrivo, così avrei potuto lasciare libertà a Martina che mi stava ospitando nel frattempo.
A breve ci sarebbe stata la cerimonia di premiazione del Pallone d'Oro, ma non avevo ancora deciso se partecipare o meno: non avevo molta voglia di rivedere Lucy, dato che sicuramente ci sarebbe stata anche lei.Quella mattina ero, come sempre, al centro sportivo per allenarmi, stavolta sul campo. Visto che le ragazze della prima squadra avrebbero ripreso l'attività la settimana successiva, mi allenavo insieme a quelle del vivaio. Inutile dire che erano giovani di grande talento, ma soprattutto di grande spirito di sacrificio. Una in particolare si era fatta notare per la sua grande performance difensiva contro di me: Laila Harbert, una centrocampista di 18 anni. Non era la prima volta che l' affrontavo, avevamo parlato a lungo dopo i precedenti due allenamenti e mi aveva confessato che non vedeva l'ora che la società la chiamasse a far parte della prima squadra. Non decidevo io certe cose, ma aveva veramente tutti gli strumenti per fare bene e le avevo già confessato che ero certa non ci sarebbe voluto troppo tempo affinché il suo desiderio si avverasse.
Mentre discutevamo su quello che era andato bene e su quello che c'era da migliorare riguardo all'allenamento appena concluso, la mia attenzione fu richiamata da Leah e Beth a bordo campo, con quest'ultima che quasi si sgolava per chiamarmi. Salutai Laila con un abbraccio che lei fece durare un po' in più e poi corsi verso le mie compagne di squadra."Vedo che hai già conquistato il cuore di quella giovane fanciulla!" scherzó l'attaccante, che però si prese una manata nello stomaco da parte di Leah per quella battuta. La scena mi fece alquanto ridere.
"È molto brava per la sua età, secondo me farà carriera!" risposi ignorando la provocazione.
"Se si dimostrerà all'altezza verrà sicuramente chiamata in prima squadra." disse la centrale restando seria in volto.
"Ad ogni modo, noi stiamo andando negli spogliatoi, eravamo venute a vedere se eri pronta per andarci insieme" finalmente mi sorrise abbandonando la sua espressione precedente.Dalla porta dietro le due ragazze spuntó Vivienne che ci fece segno di andare dentro.
Lo spogliatoio era abbastanza calmo, eravamo le solite persone, non avevo ancora conosciuto la maggior parte della squadra, ma le poche ragazze che avevo incontrato erano molto simpatiche."Dai Beth, convinci Leah ad organizzare una serata di squadra per stasera, vogliamo tutte conoscere la nuova arrivata!" la voce forte di Katie McCabe usciva dalle casse del telefono della bionda che era ad un paio di sedute di distanza da me.
Sorrisi ascoltando ciò che diceva l'irlandese, ma mi chiedevo come mai dovesse organizzare per forza Leah quella serata, così guardai nella sua direzione e la trovai intenta a guardarmi con un'espressione abbastanza seria. Quando si rese conto che anche io la stavo guardando alzó gli occhi al cielo e si diresse verso la compagna di nazionale per strapparle il telefono dalle mani.
"Mi spiace, casa mia non è più disponibile dopo il casino che hai fatto l'ultima volta, ma sei libera di organizzare qualcosa in uno dei bar che conosci!" disse assumendo un'espressione alquanto enigmatica.
Proprio mentre Katie rispondeva una ragazza dello staff entró ad avvisare che io e la bionda eravamo attese nella stanza dei media appena fossimo state in condizioni decenti.
"Aaaah, odio queste stupire cose!" esclamó ridando il cellulare a Beth e iniziando a sistemarsi meglio i capelli.
"Cosa dovremmo fare? Insomma non mi sono nemmeno mai allenata con voi..." lo chiesi a Beth che però scrolló le spalle.
"Non lo so, ma ci vediamo stasera, ti invio i dettagli tramite messaggio più tardi. Ciao bellezza!" al posto dell'attaccante rispose l'irlandese dal cellulare e poi chiuse la comunicazione.
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Il cuore nel pallone
FanfictionLucia Grimaldi è una ragazza napoletana di 24 anni con il sogno di giocare in una grande squadra e vincere quanti più trofei possibili. La sua carriera è iniziata tardi, colpa di suo padre che non voleva farla giocare ad uno sport che lui riteneva f...