22

207 4 0
                                    

Oggi sarebbe stato il giorno in cui avrei incontrato la famiglia di Lucy. È vero, l'avevo già fatto in precedenza, ma trascorrere il Natale a casa loro era totalmente una cosa differente.
Durante la notte non ero riuscita a riposare adeguatamente nonostante la presenza della mora accanto a me che, di solito, mi calmava molto. Il viaggio in aereo non era stato dei migliori, dato che un bambino aveva pianto durante l'intera durata del volo, impedendomi di riposare un po'.
In altre parole stavo per incontrare i Bronze dopo aver dormito appena tre ore.

Una volta atterrate non dovemmo camminare molto prima che una piccola scheggia impazzita iniziasse a correre verso di noi urlando i nostri nomi e attirando un po' l'attenzione delle persone che ci circondavano.
Jorge e Freddie erano venuti a prenderci, dato che per arrivare a casa Bronze avremmo dovuto fare un viaggio in auto di circa un'ora e mezza.
Grazie alle chiacchiere e alle curiosità del piccolo, il tempo sembrò letteralmente volare e, prima che me ne accorgessi realmente, stavo uscendo dall'auto per incontrare Diane e Kim.
La loro casa era una tipica casa inglese a due piani, anche abbastanza grande e il giardino era ben curato. Jorge aveva detto che, probabilmente, nei giorni a venire, le temperature sarebbero calate e che forse avremmo potuto avere un po' di neve.

"Tengo miedo...(ho paura)" sussurrai a Lucy che camminava accanto a me. Lo dissi in spagnolo per evitare che il fratello potesse comprendere.

Ormai mancavano pochi metri alla porta d'ingresso.
La mora si fermò, mi prese entrambe le mani e mi portò proprio di fronte a lei affinché riuscissi a guardarla negli occhi.

L: "No tienes que tener miedo de nada, mi madre te adora y mi padre está muy feliz con la idea de poder hablar portugués con alguien que entiende más que "bom dia"! (Non devi aver paura di nulla, mia mamma ti adora e mio padre è felicissimo all'idea di poter parlare portoghese con qualcuno che capisce più di "bom dia"!)" mi fece un sorriso rassicurante e mi strinse più forte le mani.

Lasciai andare un respiro profondo e poi, insieme e mano nella mano, ci incamminammo verso l'ingresso della casa dove ci aspettavano Jorge e il piccolo Freddie.
I secondi che trascorsero tra il suono del campanello e l'apertura di quella porta mi parvero ore intere, il cuore stava per scoppiare nel mio petto e l'inglese continuava ad accarezzare il dorso della mia mano facendo movimenti circolari con il pollice.
Quando finalmente la testa bionda di Diane apparí fui letteralmente risucchiata in un suo abbraccio.

D: "Ciao Lucia, che piacere rivederti e che onore averti in casa nostra!" smise di stritolarmi e ci fece spazio per entrare.

"L'onore é tutto mio, signora Bronze!" sorrisi imbarazzata, non ero mai stata brava in queste cose.

D: "Oddio no, per te sono Diane, non farmi sentire più vecchia di quello che già sono!" anuii timidamente.

K: "E aí meninas, como foi a viagem? (Allora, ragazze, com'é andato il viaggio?)" il padre di Lucy si avvicinò tendendomi la mano.

"Tivemos alguma turbulência mas foi bom! (Abbiamo avuto qualche turbolenza ma è stato buono!)" gli strinsi la mano sorridendogli.

L: Per favore, possiamo parlare una lingua che comprendiamo tutti?" chiese la mora mentre cadeva nelle braccia della madre.

La richiesta scatenò risate generali e sicuramente mi fece tranquillizzare rendendo l'incontro più rilassante per me.
Dopo aver salutato tutti i presenti, ci mettemmo comode e iniziammo a chiacchierare del più e del meno sedute in salotto, fino a quando dal piano superiore non ci raggiunsero anche El e Sophie. La prima mi abbracciò calorosamente, mentre la seconda mi tese la mano quasi come se fosse schifata anche di toccarmi. Lucy, che era seduta di fianco a me, mi accarezzò la schiena per tranquillizzarmi.

Il cuore nel palloneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora