Capitolo 10 (Nuovo Caso)

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ATTENZIONE CAPITOLO PER UN PUBBLICO ADULTO. SONO PRESENTI SCENE PESANTI CHE POTREBBERO TURBARE.

TERZA PARTE.

Alex era sdraiata sul suo letto, con un braccio sotto la testa. Aveva gli occhi chiusi, era in dormiveglia. Non era riuscita a prendere sonno dopo l'incontro con suo padre.

Il telefono sul comodino iniziò a vibrare... Lo recuperó e disse "Ferrari" rimase in ascolto e poi aggiunse "arrivo" spalancò gli occhi, nel buio della stanza.

Si mise seduta sul letto. Era Nath. Un nuovo caso. C'era stato un'altro omicidio. L'aveva sentita strana al telefono.

Si vestí in fretta e dopo aver recuperato i ferri del mestiere salì sulla sua preziosa amica che l'avrebbe portata a destinazione.

Parcheggió la moto vicino alle auto dei colleghi che erano intervenuti sul posto. I lampeggianti blu riflettevano in una notte buia e nuvolosa. Faceva freddo. Ma il rumore delle sirene aveva svegliato il vicinato curioso. Chi dalle finestre, altri i più coraggiosi sono usciti in vestaglia da notte per sapere cosa fosse successo.

L'area in torno alla casa era stata isolata con il nastro giallo. Nessuno poteva passare. Solo personale autorizzato. Mostrò il distintivo al collega che sollevò il nastro per farla passare.

Si ritrovò davanti ad una casa molto grande. A due piani. Le luci natalizie intorno alla casa, erano ancora in funzione...una renna in giardino... E un babbo natale che tentava di entrare dalla finestra. Invece in quella casa c'era entrato qualcun altro. Qualcuno che aveva ucciso. Quelle luci che dovevano portare gioia e felicità... rendevano quel luogo, dove si era consumato il delitto, più spettrale.

Vide i suoi colleghi poco distante dall'entrata della casa. Non avevano la solita voglia di scherzare. Di prese in giro o fare battute fuori luogo. Erano bianchi in volto. Come se avessero appena incontrato un fantasma. Era strano. Alcuni di loro rimettevano anche... Distolse lo sguardo non era una bella scena.

Un agente le andò incontro e disse "detective"

Non fece la solita domanda 'cosa abbiamo?' che faceva quando arrivava...chiese invece "è così brutto?"

L'agente si limitó a dire "giudichi lei detective. Le faccio strada."

Alex indossó copri scarpe e guanti ed entrò insieme all'agente, un ragazzo nuovo. Una recluta. Era impaurito, era il suo primo intervento, e anche molto turbato. Ciò che aveva ritrovato  non doveva essere molto piacevole.

L'ingresso era direttamente sulla cucina/soggiorno. E proprio davanti a lei, oltre l'isola che fungeva da tavolo e appoggio, si ritrovò una parete bianca con sopra una scritta 'tuo marito era un mostro'.

"quello è il sangue della vittima?"

"temo di sì, detective"

Alex ci ragionó su. Quindi la vittima doveva essere per forza un uomo. Quello era un messaggio per la moglie? Un tradimento? Una storia di corna finita male? Ma perché usare la parola mostro se si parla di tradimento? Di solito le donne tradite usano stronzo, bastardo o porco. Ma...mostro...quella parola è troppo forte. Ci deve essere sotto dell'altro.

Alex venne raggiunta da Nath e anche lei osservó la scritta e disse un pensiero ad alta voce "oh! Almeno stavolta non è un femminicidio" poi si rese conto e disse "scusate. Commento fuori luogo"

Già perché la morte non è mai bella o giusta, indipendentemente dal sesso della vittima.

"cosa sappiamo della vittima?" indagó Alex.

"beh! Come avrete già capito dal messaggio sul muro..."

"ha detto messaggio? Cosa glielo fa credere?"

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