Capitolo 8 (seconda chance)

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SECONDA PARTE

Due giorni dopo...

Alex si era alzata presto. Aveva dormito poco e male. La vittima le si presentava in sogno. Le chiedeva di trovare la verità. Seduta sul letto, a fissare il vuoto sospirò, ci stava provando. Ma questo caso era un mistero.

Si alzò e si affacció alla finestra, fuori era ancora buio. Così decise di allenarsi un po'. Aveva fatto installare degli attrezzi in casa. Un sacco, siclette, pesi ecc... Iniziò con la corda...fare saltelli. Passò al sacco diede tanti di quei pugni e calci. Mantenere alta la guardia. Davanti a sé non aveva un sacco ma un nemico sconosciuto. Sì era vero alla cintola dei pantaloni portava una pistola. Ma spesso nel suo lavoro doveva essere pronta a tutto. Non poteva solo sperare che la pistola bastasse perché non era così. I pericoli erano molti. Spesso la pistola  non la poteva usare, doveva ricorrere ad altri metodi, come una vera e propria colluttazione. C'era sempre un nemico più forte di lei ed era per questo che doveva allenarsi sempre. O gli assassini e delinquenti avrebbero avuto la meglio.

Dalla finestra spuntò un raggio di sole. L'alba. Un nuovo giorno stava per iniziare. Si fece una doccia per scaricare la tensione. Si fissó allo specchio e si fece la solita treccia. Era anche un modo per portare il ricordo di sua madre con se ovunque andava. Indossó un jeans nero, una maglia semplice bianca a maniche corte e il suo adorato giubbotto di pelle anch'esso nero. Ai piedi degli stivaletti  sempre neri alla caviglia. Era questo il suo look e non l'avrebbe cambiato per nessun motivo al mondo. Si chiedeva sempre perché sia nei libri polizieschi che leggeva o nelle serie tv le poliziotte indossaserro per la maggior parte un tailleur classico grigio topo. Decisamente orribile almeno secondo i suoi gusti. No, lei faceva parte dell'altra categoria, la sbirra col giubbotto di pelle. Si chiuse la cerniera e recuperó cellulare e pistola.

In ufficio...

Alex era andata in ufficio di buon mattino. Era ancora presto e alle scrivanie non c'erano tutti. Infondo molti di loro oltre al lavoro avevano una vita fuori dal quell'ufficio. Avevano una famiglia, figli da accompagnare a scuola. La sua di famiglia era andata in pezzi. Non esisteva più. Si era rassegnata a restare da sola. Non c'era nulla di male infondo. Era più libera di fare il suo lavoro. Era la sua priorità.

Aveva una tazza fumante di caffè in mano ed era persa nei suoi pensieri. Non aveva trovato una pista valida da seguire e il caso della signora Selvaggia Sorrentino rischiava di essere chiuso senza un colpevole. E diventare un caso irrisolto. Quella mattina aveva una riunione con il capo per aggiornarlo. E lei non aveva nulla in mano. Cazzo se era nervosa.

Lo vide arrivare ed entrare nel suo ufficio sbattendo la porta. Quando sbatteva la porta voleva solo dire una cosa...aveva litigato con l'ex moglie. Brutto segno pensó mentre beveva un sorso di caffè. Le scappò una smorfia quel caffè era terribile ma mai come la giornata che stava per iniziare.

Lasciò la tazza sulla scrivania e si diresse nell'ufficio del suo capo. L'uomo dietro la scrivania, un po' robustello era diventato così dopo la sua promozione a capo della polizia. Tra il restare spesso seduto e il continuo stress causato dal ormai inevitabile divorzio con l'ex moglie e i casi difficili, che acrescevano la sua voglia di dolci e sigarette. Di recente era stato dal medico che gli aveva segnato riposo e una dieta rigida. Che lui ovviamente non seguiva. De Luca era sì il suo capo ma negli ultimi anni era diventato qualcosa di più. Era un confidente, un buon amico. Le era stato molto vicino dopo l'accaduto con suo padre. Adesso toccava a lei ricambiare ma non sapeva come. Forse se faccio bene il mio lavoro avrà delle preoccupazioni in meno, pensò. Già, forse.

Bussó. E dall'altra parte sentì una voce burbera rispondere "non ora".

Ma Alex era fatta così non accettava un no... E non le piaceva lasciare le persone in difficoltà e socchiuse la porta entrando.

A young...brilliant... Detective Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora