Capitolo 30 (L'identikit)

172 14 1
                                    

Alex era in ufficio. Fissava la lavagna del caso della torta. Finalmente avevano un nome. L'identità del killer. Ciro Miller.

La domanda da porsi adesso era, come trovarlo? Che fine aveva fatto? Chi era diventato in questi 30 anni?

"allora!partiamo dall'inizio. Cosa sappiamo su di lui?" chiese Nath a voce alta, per poi rispondere alla sua stessa domanda "gli piacciono le torte. O almeno quelle al cioccolato. È un pasticciere? E poi..."

Fu Alex a continuare "...sappiamo come uccide. La sostanza che inietta. Dove se la procura? Non è una sostanza che trovi facilmente in farmacia. È un infermiere? Lavora all'ospedale? "

Erano tutte ipotesi plausibili.

Sanchez comparí alle loro spalle e disse "ho il vecchio indirizzo di Ester Miller."

Alex e Nath recuperarono la giacca e tutti e tre si ritrovarono poco dopo in un quartiere malfamato.

Era uno di quei quartieri che appena vedi una volante della polizia tutti scappano.

Lí, viveva quella che veniva chiamata la feccia dell'umanità. Spacciatori, drogati, delinquenti, rapinatori, e forse anche serial killer.

"io vado sul retro" disse Nath estraendo per prima la pistola.

Seguita subito da Alex e Sanchez. Entrarono con le armi in pugno. Per quanto ne sapevano Ciro Miller poteva anche trovarsi lì.

Ma qualcosa suggeriva ad Alex che in quella casa non c'era nessuno. Dalle condizioni disastrose s'intuiva che non ci abitava nessuno da anni e che lui non ci sarebbe mai ritornato. Per lui quella era una prigione, una prigione da cui era riuscito a scappare non aveva senso ritornarci.

I suoi sospetti vennero subito confermati quando misero piede all'interno. Quella casa era abbandonata. La usavano i senzatetto e i vagabondi per trovare rifugio per la notte.

C'era molta polvere e odore di urina. C'era anche un gran disordine. Ma le cose di Ester Miller erano ancora lì. La riconobbero in una fotografia.

"Ester Miller. Una donna sbandata che resta incinta. Da un uomo misterioso. Diventa una madre disastrosa che pensa solo alla dose del giorno e a fare i soldi con quest'ultima. Per lei quel figlio è un peso. Non lo vuole. Lo rifiuta. Lo rinchiude per non averlo tra i piedi mentre fa i suoi affari. " disse Sanchez guardandosi intorno.

Trovarono quella che era la stanza o meglio la cella dove veniva rinchiuso Ciro.

Non c'erano molte cose. Qualche vestito sparso qua e là. Un materasso a terra. Vicino a quest'ultimo attaccato al pavimento c'erano delle cinghie.

Si fermó a fissarle per un po'. Lo legava. Pensò Alex.

Proseguí con le ricerche. Cercavano qualunque cosa che potesse suggerire dove si poteva nascondere adesso.

Notò i graffi alla porta. Doveva aver tentato tante volte di scappare, inutilmente.

"sembra una casa dell'orrore. Cristo Santo! Aveva 8 anni. Come si può far vivere un bambino in queste condizioni?" sbottó Sanchez contrariato "ci credo che è diventato quello che è"

Alex ci pensò su "sì è vero. Ha sofferto molto e mi dispiace per questo. Ma ha ucciso. E continua a farlo. Poteva avere una seconda possibilità alla casa famiglia. Perché scappare? Perché continuare ad uccidere? È un assassino. Non lo so Sanchez ma non riesco a giustificarlo"

"non è così semplice. A volte le case famiglia non sono proprio un bel posto dove ricominciare." disse Sanchez

Alex si accoglió, fissó il collega che di colpo era diventato triste. Come se fosse ripiombato nel suo passato. Che avesse anche lui passato una situazione simile quando era piccolo?

A young...brilliant... Detective Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora