Capitolo 47 (Si chiude il cerchio)

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Alex e Natasha arrivarono sul posto. Il fatto che l'omicidio sia avvenuto in un luogo di fede e credo religioso rendeva tutto più complicato. La diffidenza dei preti presenti, per non parlare del fatto che l'omicidio era avvenuto dopo la messa e quindi la chiesa era piena di fedeli. Fedeli sotto shock e arrabbiati. Tutti si chiedevano com'era potuta succedere una cosa del genere.

Alex parlò con un collega che aveva risposto alla chiamata e delimitato la scena "da questa parte Detective." disse facendo strada tra la folla. Si fermó su una porta, sopra lo stipite c'era scritto Sacrestia "è lì dentro." disse il collega in divisa.

"fermi, qui le donne non possono entrare" disse uno dei preti che si mise davanti per bloccare loro l'accesso.

"sta scherzando vero? Si tolga di mezzo" disse Nath che non aveva molta pazienza.

Alex le mise una mano sulla spalla come a dire faccio io. Poi si rivolse all'uomo dicendo "senta prete..." venne bloccata.

"Don Mario, prego"

"sì, certo. Don Mario...noi non siamo donne qualsiasi, siamo tutori dell'ordine. Vede questo distintivo...è come una chiave che ci permette di entrare ovunque. Quindi adesso, per cortensia, si sposti" disse seria.

"che sia messo agli atti, io sono contrario" disse spostandosi

"sì sì abbiamo capito, anche se qui non siamo in tribunale." ribattè Alex.

"si sbaglia signorina. Questo è il tribunale di Dio"

"davvero! E io che pensavo fosse un luogo di preghiera aperto a tutti. Ci faccia fare il nostro lavoro" disse alla fine spazientita.

Il poliziotto le accompagnó sul punto in cui si trovava il cadavere. E le informó "È stato ritrovato dalla perpetua, era l'unica che poteva entrare qui. Doveva fare le pulizie."

La scena era di un uomo che si era spogliato delle vesti sacre dopo aver terminato la messa. Rimanendo con gli abiti comuni da prete. L'uomo doveva aver pregato il suo assassino o Dio, proprio nel momento del fatto, forse per essere risparmiato o per cercare perdono.

L'uomo era con le mani giunte in preghiera. La scena era raccapricciante. Anche a lui era stato tagliato il membro. Sul muro compariva la solita scritta Mostro. La povera perpetua avrebbe dovuto usare molto olio di gomito per togliere quella scritta, pensò Alex.

Mentre Alex la fissava sentí il prete dire "abominio" farsi il segno della croce e aggiungere "il diavolo è entrato nella casa di Dio"

Alex sospirò sapeva che il diavolo non c'entrava proprio nulla.

"qual'era il nome della vittima?" chiese al prete.

"Don Massimo" rispose in automatico

"non quello religioso, intendevo dire il vero nome della vittima" 

"era questo il suo nome. Quando entriamo in seminario scegliamo il nostro nuovo nome. La nostra vita precedente non esiste più"

"ah davvero? Strano, perché è stata propria la vita precedente di quest'uomo a fare tutto questo."

Alex vide Claire comparire sulla soglia della porta e rimase perplessa dalla scena "oh! Un prete. Non mi era mai capitato una cosa del genere"

"e lei chi sarebbe?" chiese il prete indignato di vedere un'altra donna profanare quelle stanze.

"il medico legale" rispose "perché?" chiese subito dopo. Non capendo qual'era il problema.

"e mai possibile che in questi settori non ci siano uomini?"

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