Capitolo 1 (Alexandra Ferrari)

335 21 1
                                    

Vide la sua collega spegnere il computer...era il segnale che la giornata era arrivata al termine. Alex fissò distrattamente l'ora. Le 18. Era ora di andare a casa.

La vide alzarsi dalla scrivania che era posta di fronte alla sua, le si avvicinò...

Tacque per un momento e poi disse "Alex...tu non vieni con noi?" Chiese. Sapeva già la sua risposta...ma tentar non nuoce, pensò.

Alex la fissava con la coda dell'occhio...stava ancora digitando sulla tastiera del PC.... a quel punto però...sollevò lo sguardo prima su di lei e poi si voltò alla sua destra, verso l'uscita dell'ufficio, i colleghi le stavano aspettando...erano tutti maschi...le fissavano...ridevano...li ignorò. Si voltò di nuovo verso la sua collega e disse "Nath...lo sai che non vengo mai alle vostre uscite del dopolavoro" rispose e riprese a digitare

"E dai Alex! Non puoi sempre portarti il lavoro a casa..." disse fissando la pila di fascicoli sulla sua scrivania "...devi pur staccare la spina" continuò

"Finisco il rapporto sul caso e vado via anche io" rispose neutrale

"Andiamo solo a bere una birra" provò di nuovo a convincerla. Ma quando vide che non otteneva nessuna risposta, sospirò e si allontanò.

Alex la seguì per un momento con lo sguardo...vide i suoi colleghi maschi che ridevano...ridevano di lei...e della sua collega...erano di quelli che non sopportano che una donna possa essere più brava di loro...ridevano di lei per tante cose...e in molti non la potevano vedere per via di quello che era successo tre anni prima.

Aveva chiesto alla sua collega il perché si fissava ad uscire ancora con loro...le aveva risposto che lo faceva solo per mantenere i rapporti...e che sapeva benissimo che erano degli stronzi.

Finì di scrivere il rapporto e lo mandò per email al suo capo. Spense il PC. Recuperò il giubbotto di pelle dalla spalliera della sedia. Lo indossò. E prese l'ascensore che l'avrebbe portata nel seminterrato del palazzo...nel parcheggio...dove sarebbe salita sulla sua moto nera.

Salutò il custode con un sorriso e un cenno del capo

L'uomo ricambiò dicendo "sempre l'ultima ad uscire eh! Detective?" Sorrise

Ricambiò il sorriso dicendo "E la prima ad arrivare"

"Buona serata." disse l'uomo

"A lei" rispose

Messi al sicuro nello scomparto di dietro della moto, i fascicoli, e recuperato il casco. Mise in moto e partì accelerando in mezzo al traffico del rientro...

Andava veloce sulla sua moto...zigzagando fra le auto che suonavano il clacson imbottigliate nel traffico.

Quando finalmente rientrò a casa...si sganciò la pistola e mise via anche il distintivo. Non era una di quelle donne che appena tornava a casa doveva inserire il codice in una cassaforte per metterci la pistola. No...lei era sola...a casa non c'era nessuno ad aspettarla...nessun marito/fidanzato e nessun bambino che avrebbe potuto involontariamente scambiare la sua pistola d'ordinanza per un giocattolo.

Sospirò..e si guardò intorno...era ancora al buio, l'unica luce era quella che filtrava dalla finestra...la luce della vicina...Dio! Non ricordava neanche il nome. Si era trasferita lì da tre anni e non aveva fatto amicizia con nessuno... la sua casa era vuota...e silenziosa... dannatamente silenziosa.

Non aveva cani o gatti...gli unici che le tenevano compagnia erano i suoi amatissimi libri di J. Patterson. Il suo scrittore preferito. Aveva riempito due pareti grandi con due librerie solo con i suoi libri. Amava soprattutto la collana "delle donne del club omicidi" e la sua preferita era la poliziotta, ovviamente, L. Boxer. Un pó la invidiava...era brava nel suo lavoro e aveva anche una famiglia. Sposata, una splendida e ribelle bambina e anche il suo fedele cane. Quella che si dice una vita perfetta. Alcontrario della sua.

Accese finalmente le luci della casa e posó sul tavolino basso di fronte al divano i fascicoli, che precipitarono con un tonfo, si tolse gli stivali...Recuperò una birra fredda e la solita pizza surgelata.

Sospirò di nuovo, fissò quella triste pizza e il tavolo della cucina. No...non c'era la tavola apparecchiata da nessuno...e per nessuno...la sua vita non era piena di gente come quelle che si vedono nelle serie tv o si leggono nei libri, come quelli che tanto amava. Farsi una famiglia come la sua protagonista preferita era una cosa che non le andava a genio e aveva i suoi buoni motivi. La sua di famiglia era sempre stata un disastro...ebbe un breve flash di sua madre con un occhio nero...lo scacciò subito via.

No...lei era..sola...fino ad allora non era mai stato un problema...anzi restare da sola era sempre stato ciò che voleva, ma...col passare degli anni iniziava un pò a pesarle quella solitudine.

Sorseggió la birra, mentre il timer del forno suonò...facendole sapere che la sua pizza era pronta...la tolse bruciandosi le dita...un errore che ripeteva tutte le sere..."accidenti!"

Ne mangiò un pezzo mentre il suo pc personale si accendeva e nel frattempo recuperava la scheda della vittima, dai fascicoli...rilesse tutto daccapo, in modo che se la prima e la seconda volta le fosse sfuggito qualcosa, quella sarebbe stata la volta buona che magari un indizio l'avrebbe portata a risolvere il caso.

Il cellulare squillò...il display lampeggiava il nome della sua collega. Natasha.

Lo fissò per un secondo...lei non aveva orari di lavoro. No. Era vero, alle sei tutti smontavano per tornare a casa..e lasciare il posto ai colleghi dell'altro turno. Ma il suo lavoro era fatto così...potevano chiamarla a qualsiasi orario, della notte e del giorno...i cattivi non si riposavano mai...il suo lavoro non si fermava mai...lei non si fermava mai.

Rispose "Ferrari" ascoltò

Fissò, di nuovo, la sua pistola appoggiata sul tavolo della cucina...dove doveva esserci la tavola apparecchiata per la cena...e invece...c'era ciò che la rendeva chi era.

Recuperò pistola e distintivo...mentre li indossava nella cintola dei pantaloni...si mise a guardare, di nuovo, la casa vuota...fino ad arrivare ai fascicoli aperti sul tavolino...si fermò...

Sono Alexandra Ferrari. Detta Alex. Ho 33 anni. Sono una detective della polizia. Squadra omicidi. E questa... è la mia vita.





A young...brilliant... Detective Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora