Il giorno dopo Manuel non si presenta a scuola. Si erano svegliati insieme, in villa Balestra, Simone sul suo letto e Manuel sul lettino accanto, di quelli incastonati che si tirano fuori all’occorrenza.
Avevano fatto colazione nel silenzio totale, e poi Manuel gli aveva chiesto di accompagnarlo a casa prima di scuola così da prendere la sua moto.
“Ci vediamo là”, gli aveva detto, ma non era successo.
Non aveva nemmeno risposto al messaggio di Simone in cui gli chiedeva se fosse tutto ok.Le speranze sono inesistenti anche nel pomeriggio, perché in teoria avrebbero dovuto già vedersi per finire il lavoro, ma in pratica di Manuel non c'è stata ancora nemmeno l'ombra.
“Simone, senti. Io per sta volta ho lasciato correre, ma la prossima volta che mi porti a casa un amico in quelle condizioni senza nemmeno darmi spiegazioni, lo rispedisco a casa sua”
Dante lo guarda con un’espressione seria e preoccupata. Vorrebbe che suo figlio si tenesse lontano dai problemi, e un ragazzo in quelle condizioni sicuramente è un problema.“Tranquillo, pà. Non è successo niente”
“A me sembra di sì. In questo periodo io non capisco che c’hai, fai cose strane continuamente”
“Tipo?” Non capisce davvero. Non fa niente di strano.
“Tipo esci a orari improponibili senza nemmeno avvisare, studi meno del solito, poi mi porti certa gente qua…”
“Sto studiando, tipo ora. Però se mi parli, io non posso studiare”
“Non prendermi per il culo, Simone”
“Non ti sto prendendo in giro, ti sto spiegando l’ovvio. E comunque Manuel è un compagno di classe, e siamo anche in un progetto insieme quindi in teoria anche oggi pomeriggio dovrebbe venire. Sempre se viene”Dante si sente impotente, a maggior ragione negli ultimi anni in cui la separazione l’ha allontanato ancora di più da suo figlio. O, forse, non si rende conto che Simone è semplicemente cresciuto ed è un adolescente in piena fase di scoperta di se stesso. In crisi e costantemente con bulli che lo tormentano.
Lui questo non lo sa, Simone non lo direbbe mai a casa, così come non sa nient’altro.
E così, come ogni volta in cui vuole smettere di farsi troppe domande su suo figlio, smette anche di parlargli.Simone fissa lo schermo del telefono nella speranza di un messaggio o di un segno di vita che però non arriva. Decide di prendere coraggio, che spesso gli manca, e fa partire una chiamata.
Dopo un po’ di squilli sente la voce di Manuel dall’altra parte.
“Manuel”
“Oh, Simò. Dimmi”
“Ma che fine hai fatto?”
“Te l’ho detto. C’ho i cazzi miei. Lo so che dobbiamo finire quella cosa, ma non riesco a venire”
“Ok, il progetto non è un problema. Lo sto rileggendo, ma l’ho finito”
“Bravo. Domani puoi dire a De Angelis che io non ho partecipato, tanto non vengo a scuola”
“Ma mi spieghi che problemi hai? Non mi importa del progetto, voglio capire se stai bene”A Manuel sembra assurda, una frase del genere. Mai nessuno, nella vita, gli aveva mai detto questo, o almeno non in questo modo così naturale e ovvio.
Niente è ovvio nella sua vita, specialmente la preoccupazione di qualcuno nei suoi confronti.“Sto bene, Simò”
“A me non mi pare. Stai in qualche giro strano?” glielo chiede perché la reputazione di Manuel, a scuola, non è proprio delle migliori.
“Ma che giro strano, ho smesso con quella roba”
“E allora che c’è?”
Il silenzio dall’altra parte del telefono fa spazientire Simone, nonostante solitamente sia la persona più calma del mondo.“Senti, t’ho recuperato dolorante in mezzo al nulla di sera. T’ho portato a casa mia, t’ho coperto con mio padre che mi sta rompendo le palle da prima. Almeno posso sapere cosa sto facendo?”
“Meglio di no. E comunque non t’ho obbligato, ieri sera. Te ne potevi sta a casa tua e farti i cazzi tuoi”
“Ma vaffanculo, Manuel”
Gli riattacca il telefono in faccia, con il respiro pesante e l’agitazione di chi ha appena avuto una reazione che non è solita.
Non si era mai scomposto così tanto, Simone, e non aveva mai reagito con qualcuno nella sua vita. Aveva sempre e solo subito.
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Stammi vicino [Simuel]
FanfictionAmici, fratelli o amanti. Simone e Manuel, l'adolescenza e la crescita tra "Vaffanculo" gridati e la scoperta di qualcosa che sembra più grande di loro.