15) Chiama Manuel

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Per tutto il viaggio di ritorno, Simone ha deciso di ignorare le mille chiamate di Laura. La scusa data anche a se stesso: stava guidando; la realtà: non aveva la minima voglia di parlare, in quel momento. Avrebbe potuto rispondere cliccando un semplice tasto sullo schermo della macchina, avendo il telefono collegato al bluetooth, ma aveva bisogno di stare in silenzio per quei 50 minuti. Solo il rumore dei suoi pensieri, nemmeno la radio è riuscita ad avere un posto nei suoi interessi in quell’ora scarsa.

L’aveva accesa, ma poi aveva abbassato il volume perché gli sembrava troppo. Doveva pensare, capire, metabolizzare.

Ok, è tornato. E ti stai sentendo male come un quindicenne, razza di coglione. Ma perché parlo di me in terza persona? Sto iniziando a fare come gli influencer scemi che parlano di sé come se stessero parlando di qualcun altro?

“Simone, tutto ok?”
Ha superato suo padre salutandolo a mezza bocca, una volta tornato a casa.

“Sì, sì. Tutto ok.”
“Ti abbiamo lasciato la cena, nonna aveva fame e abbiamo mangiato”
“Non mi va nulla, grazie. Magari dopo”

Si chiude in camera sua, e di nuovo arriva lo squillo del suo telefono. Laura.
Fa in tempo a vedere anche che ci sono un bel po’ di messaggi di Luca e anche due sue chiamate, tra quelle della sua amica, ma per ora nemmeno visualizza.

“Là”
“Simò! Ma che cazzo di fine hai fatto?”
“Ero in macchina, stavo guidando”
Sente Laura sospirare, rassegnata.
Lei gli è stata tanto vicina, nell’ultimo anno, e lui sa benissimo che quella biondina dal viso dolcissimo sa tutto. Con il tempo, dopo che è riuscita a dimenticarlo e a vederlo solo come un amico, ha imparato anche a capirlo con un solo sguardo.

“Mi ha chiamata Luca preoccupato perché non gli rispondevi da due ore”
“Ma perché fa così? Lo sa che odio sta cosa”
“Perché gli rispondi sempre subito, l’hai abituato così. E comunque…”
“Eh…”
“Non gli ho detto niente.”
“Di che?”
“Simò, non fare il coglione con me o vengo lì e ti tiro dalle palle”
“Non ti sto capendo davvero” mente. In modo non credibile.
“L’ho vista pure io, quella storia su Instagram. E lo so che non gli hai risposto perché sei andato da lui”
“Io non-“ si blocca, adesso non ci prova più nemmeno a mentire. Sarebbe inutile, sarebbe folle farlo proprio con lei che l’ha raccolto con il cucchiaino nell’ultimo anno.  “Ok. Ero da lui”
“Ok… eri da lui” ripete.
“Lo so che dovrei dirglielo, ma… ti prego, non farlo al posto mio”
“Se avessi voluto farlo, l’avrei già fatto. Ora tu lo chiami e gli dici che ti eri addormentato. Poi dopo richiami me e parliamo, perché mi devi raccontare tutto”
“Non ci sta niente da raccontà, Là. È andato tutto di merda”
“Questo fallo decidere a me, che le tue valutazioni sono totalmente irrazionali quando c’è Manuel di mezzo”

A Simone sembra di aver ricevuto un proiettile in pieno petto. Sentirlo nominare dopo così tanto tempo, gli riporta a galla troppi ricordi. Brutti, se considera l’ultimo periodo. Belli e irripetibili, se considera i mesi passati accanto a lui.

“Simo… lo so che ti senti in una bolla, adesso. Però ti prego non fare cazzate.”
“Che cazzate dovrei fare?”
“Lo sai. Luca ci tiene tanto a te”
“Anch’io tengo a lui”
“Sì. Ma non quanto lui spera o immagina. Ti chiedo solo di non ferirlo e di non fare cose che nemmeno ti appartengono. Parlagli, prima di fare qualsiasi cazzata”
“Non capisco di che cazzate parli” eppure una l’ha già fatta. Ha baciato Manuel. Direbbe che è stato Manuel a baciare lui, ma sa anche che per buoni dieci o quindici secondi ha infilato anche lui la sua lingua in quella bocca che gli era mancata tantissimo.

“Non lo tradire, Simo. Staresti male anche tu, dopo.”
Simone annuisce, come se l’amica potesse vederlo. Non può, ma lo percepisce ugualmente quel movimento.

Stammi vicino [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora