Continuo a postare per cancellare dalla mia memoria la scrittura del personaggio di Manuel nella seconda stagione. Qua si soffre, ma almeno (spero) con un po' più di logica (spero davvero 😂)
A."Ti ho preso una cosa"
Simone somiglia a un bambino per la purezza che lo contraddistingue, quegli occhi grandi e sempre dolci, e soprattutto per quei sorrisi che diventano sempre più delicati quando si tratta di Manuel.
Il tutto sembra essere in contrasto con il suo corpo grande, a maggior ragione accanto a quello dell'altro che, almeno apparentemente, mostra una durezza in volto che Simone non avrebbe nemmeno se si impegnasse.
Eppure è Simone che lo abbraccia sempre, è Simone che da un mese e mezzo gli bacia la fronte e il naso; è Simone che cerca di proteggerlo quanto e quando può; è Simone che va in giro, vede qualcosa che potrebbe piacere a Manuel e lo compra. Sempre cose piccole, stupide, mai impegnative. Solo un suo modo per dirgli "Ti penso sempre. In qualsiasi luogo e in qualsiasi momento", ma senza dirglielo davvero."Un'altra? Simò..."
"Piccolissima. Te lo giuro. L'ho visto, non potevo tirare dritto"Ed è sempre Simone che lo ha convinto e accompagnato a sporgere denuncia verso quell'uomo che gli ha rovinato la vita, nonostante conseguenze positive non ce ne siano ancora state. Un banale obbligo di allontanamento, ma per Manuel è stato tutto ancora più difficile appena sua madre ha deciso che, dovendo fare una scelta, non avrebbe scelto lui.
Così da un mese abbondante Manuel si appoggia in villa Balestra, e ha dovuto per forza spiegare a Dante tutto il casino che c'è nella sua vita. Si è sentito accolto, voluto in una famiglia come non ci si era mai sentito prima. Eppure gli sembra di non avere niente sotto controllo, ormai da due settimane nel suo cervello frullano troppe cose insieme."Lo sapevo"
"Dai, solo perché il pacco era morbido"
Manuel sorride, tenendo in mano un piccolo peluche che ritrae Brontolo con le braccia conserte. Accanto un bigliettino: -Ti proteggerà sempre, soprattutto la notte. Te lo promette.-"Ma sto con te, la notte" dice, con un velo di tristezza in volto.
"Lo so, ma non sono geloso di Brontolo. Giuro."Il loro rapporto è andato avanti così, in questo periodo. Non ne hanno mai parlato seriamente, hanno solo fatto sempre e solo quello che volevano. Dormire insieme, fare l'amore, stare sempre insieme e condividere tantissime cose. Ultimamente anche a scuola l'hanno capito, nonostante abbiano tentato di nascondere quegli sguardi che sono solo i loro.
Laura è stata la prima a notarli, e dopo i primi dubbi sulle intenzioni di Manuel ha deciso che non avrebbe avuto senso continuare ad essere gelosa e possessiva nei confronti di Simone."Che c'è?"
Manuel si è ammutolito. Ha sorriso, per quel peluche, ma non come avrebbe fatto normalmente.
Sembra gli stia per scoppiare il cuore fuori dal petto, e Simone lo capisce subito."Oh, Manu..."
"Simò io ti devo dire una cosa"
"Che cosa?"Non sa assolutamente da dove iniziare. Manuel non è bravo in queste cose, e la paura di ferire la persona che gli ha cambiato la vita è troppa.
Alla sua sofferenza è abituato, ma a quella di Simone no. E pensare di dover esserne lui, la causa, lo uccide."Ho trovato lavoro"
"Ah... beh, bene" lo sa benissimo che non è questo il punto.Manuel non continua, così Simone cerca di dargli un coraggio che nemmeno per se stesso sente di avere.
"E...?"
"E non è qua."
"Che vuol dire, che non è qua?"
"Ho contattato una famiglia, che ha un ristorante Italiano in Spagna"
"In Spagna?" gli sembra follia, ha le mani tra i capelli e quegli occhi grandi già lucidi."No, Manuel"
"Lavorerei lì per un po', hanno anche un alloggio da darmi. Ti prego non mi odiare"
"Ma tu hai battuto la testa? E quando dovresti partire?"
"Tra due giorni"
"Tra due giorni?" grida. E piange, nonostante il tentativo di trattenersi. "E quando cazzo pensavi di dirmelo?"
"Non ti incazzare, ti prego; è successo tutto nel giro di pochi giorni. Ho bisogno di andarmene, io non ce la faccio più"
"Ma perché? Stai qua con me, a casa mia. Mio padre ti vuole bene, mia nonna ti vuole bene, tutti ti vogliamo bene. Non ci dai fastidio"
"Lo so. E penso che non vi ringrazierò mai abbastanza per tutto questo..." la sua voce crolla, insieme a lui. Sembra perso, piccolo, totalmente pieno di pezzi mancanti."E così decidi di andartene in un'altra nazione? E per quanto?"
"Non lo so."
"E la scuola?"
"La scuola la lascio. Ho già fatto richiesta."
"Pure? C'è qualche altra cosa che non mi hai detto o basta così? Che devo scoprire, ancora?" il vuoto totale nei suoi occhi.
"Simò che cazzo ci faccio con la scuola, io? Ma mi vedi? Sto male, ho bisogno di andarmene da sta città. E se non te l'ho detto prima c'è un motivo"
"Sentiamo sta stronzata"La rabbia che ha Simone dentro di sé, in questo momento, è solo il frutto di una tristezza che lo sta lacerando. Troppe informazioni insieme, troppe novità orrende insieme.
"Non te l'ho detto perché poi non avrei più trovato il coraggio di farlo. T'avrei guardato e mi sarei ritrovato davanti questo, come adesso. Con la differenza che adesso è già tutto pronto..."
"E lo trovi lo stesso, il coraggio"
"Simò non è facile. Te lo giuro. Ho solo bisogno di andarmene. Sto male. Tantissimo. E non è perché non mi basti tu o perché non mi mancherai... ma quello che c'ho dentro mi sembra troppo, adesso. Non lo sostengo, non ce la faccio. M'ha accannato pure mia madre, che pensavo m'avrebbe difeso sempre nella vita, almeno lei. Devo ricominciare da un'altra parte. Lo so che adesso sei incazzato, triste, e mi ammazzerei pur di non vederti così. Però, davvero... sei l'unica cosa bella che mi è successa in questi ultimi anni. L'unica. E io così, adesso, rovinerei pure questo""Così mi perdi, però..." è un sussurro tra le lacrime, quello di Simone.
"Forse." lo guarda, anche lui con le lacrime agli occhi è la voce più bassa. "Ma non penso che ti perderò mai. Di sicuro non dimentico niente.""Posso venire almeno a trovarti?" è una supplica, quella di Simone. Tenta in qualche modo di aggrapparsi a qualcosa per non crollare definitivamente.
Dopo le prime frasi buttate fuori con la rabbia, sta solo cercando di vedere tutto da un'altra prospettiva. L'altruismo e l'amore per Manuel, che probabilmente ha davvero solo bisogno di questo, adesso."Sarebbe bello, ma sarebbe anche peggio."
Annuisce, guardandosi attorno fino a quando i suoi occhi si posano sul peluche.Manuel segue la traiettoria di quello sguardo, e sorride appena. "Starai sempre con me, alla fine..."
"Ma quello sei tu, mica io"
"In qualche modo sei tu. Da quando ho iniziato a dormire qua, non ho avuto più problemi la notte. Ero spaventato da te, ma sapevo che non m'avresti mai fatto del male. E mi dispiace tantissimo farne a te..."
Crolla, immobile, con i soliti denti stretti che non gli permettono di sfogare il pianto come dovrebbe e con gli occhi talmente colmi di lacrime che non ci vede più."Tantissimo, te lo giuro"
Simone lo guarda, e resta anche lui immobile anche se per pochissimo.
Lentamente si sblocca, stendendo una mano dietro Manuel, dietro la sua testa, per tirarlo verso di sé. Lo stringe come sempre, con un senso di protezione che solo verso di lui potrebbe avere così grande.
Sente di odiarlo, per tutto questo, ma anche di non averlo mai amato così tanto."Manu..." vorrebbe dirglielo. Urlarglielo. Eppure riesce solo a pronunciare il suo nome in un sussurro.
"Lo so." Manuel si stacca leggermente da quell'abbraccio, giusto il poco che basta per guardarlo in faccia e poggiare una mano su quel viso dolcissimo. "Pure io. Tanto. Non hai idea, di quanto."Le fronti che si scontrano, gli sguardi che si incrociano e anche le labbra che si uniscono.
Simone vorrebbe solo accasciarsi a terra e piangere per uno, due, tre, quattro giorni consecutivi.
Si sente vuoto dentro e spera di potersi svegliare e scoprire che è stato solo un incubo. Una parte di sé, però, è consapevole del fatto che non succederà.
Manuel andrà via davvero, lontano da lui e da tutto quell'amore che li unisce. Ché non è servito dirselo in questi mesi; saranno sempre la parte di vita più bella dell'altro.
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Stammi vicino [Simuel]
FanfictionAmici, fratelli o amanti. Simone e Manuel, l'adolescenza e la crescita tra "Vaffanculo" gridati e la scoperta di qualcosa che sembra più grande di loro.