20) Stringimi

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Le parole di Manuel lo hanno accompagnato per tutto il tragitto fino a sotto casa di Luca. Lui, Simone Balestra, non si sarebbe mai comportato in questo modo fino a poco tempo prima. Non è il Simone di sempre, ma ha anche il modo di rimediare finché è in tempo.

Lo deve a tutti e tre: a Manuel, perché l’amore che prova per lui non può essere messo in secondo piano; a Luca, perché si è sempre comportato bene e non merita più bugie; a se stesso, perché tutta l’ansia accumulata è stata data da scelte che non avrebbe mai fatto solitamente nella vita.

“Ehi” Luca sale in macchina con un’aria preoccupata. Non ha nemmeno provato a baciarlo, perché forse quei puntini ha iniziato davvero ad unirli e la chiamata di Simone che gli diceva “Ti devo parlare di una cosa importante” con tono serio ha probabilmente contribuito soltanto a confermare le sue idee.

“Che succede, Simò?”
Prende tempo, trova il coraggio.

“Succede che mi sono comportato di merda con te, e ho bisogno di dirti tante cose senza però che mi interrompi. Poi, dopo, puoi insultarmi quanto vuoi. Te lo giuro, non scappo dagli insulti. Però io ora devo spiegarti”
“Ok…”
Un altro blocco. Non ha idea di come iniziare.

“C’entra Manuel?”
Si sente stupidissimo, perché Laura gli aveva detto anche questo. Luca non è stupido, e tutta la situazione che c’è stata nel bagno del locale la sera prima non era quella che ci sarebbe tra due migliori amici.

“Perché non me ne avevi mai parlato? Quando l’ho visto al locale non avevo idea di chi fosse, poi ho ricollegato la sua faccia alla scuola. Siete stati insieme?”
“Aspetta. Ti prego. Se fai così non riesco.”
“Ok, vai. Sentiamo…” c’è del rancore, nel suo tono, ma Simone lo comprende.

“Non ti ho mai parlato di lui perché è una parte della mia vita che mi ha fatto stare malissimo. Ti ricordi quando ti ho detto che non mi ero mai innamorato prima?”
Luca annuisce in silenzio.

“Non era vero. Sono stato innamorato di Manuel per quasi tutti gli anni delle superiori. All’inizio senza nemmeno conoscerlo, era più una cotta o una fissa. Solo che ero rassegnato totalmente. Poi è stato bocciato in quarto, ed è finito nella mia classe. Io non ho passato begli anni, al liceo, e questo te l’ho raccontato.
Solo… ho omesso una parte: Manuel era l’unico che provava a difendermi, in qualche modo. Sempre con distacco, ma mi difendeva. Poi siamo diventati amici nel giro di poco tempo, ci siamo raccontati tutto delle nostre vite e poi lui aveva un sacco di problemi…” deve riprendere fiato.

“Calmati, però… ti sto ascoltando”
“è che non posso raccontarti tutto, soprattutto ciò che riguarda lui. Sono cose troppo private”
“Non te l’ho chiesto, infatti… non credo mi interessi anche tutto il vostro percorso. Ti ho solo chiesto se siete stati insieme”
“Sì.” una sola parola che riesce a ferire Luca visibilmente. Lo sapeva, l’aveva capito, ma sentirselo confermare è stato diverso. “Non siamo mai stati insieme davvero, intendo in pubblico. Sempre e solo io e lui, a casa mia o anche in giro, ma sempre con discrezione. Poi però lui se n’è andato, proprio quando era riuscito a dirmi che mi amava”
“Se ne è andato, in che senso?”
“Se n’è andato. Via. In Spagna. Ma in questo rientrano quelle cose di cui non posso parlarti, perché sono cose troppo private”
“Ok… quindi io cosa sono per te?”
“Tu non sei stato un ripiego, se è quello che pensi.”
“No?”
“No. Io sono stato malissimo per mesi, poi dovevo andare avanti. Ho provato a darti una possibilità, ma perché mi piacevi davvero. Te lo giuro.”
“Tu sei ancora innamorato di lui”

Simone trattiene le lacrime. In questo momento non sa se sia più forte il senso di colpa o la paura di apparire quello che non vorrebbe essere.

“Io non ho mai smesso di esserlo. Mi dispiace. Quando è tornato, mi è crollato il mondo addosso. Io non lo sapevo, te lo giuro. Ero davvero convinto di volerci provare con te, ma poi è tornato tutto a galla. Tutto quello che avevo cercato di mettere da parte per andare avanti.”
“Perché non me l’hai detto subito? Almeno quando è tornato…”
“Perché è successo tutto in fretta, e io non volevo ferirti. Lo so che l’ho fatto lo stesso, so che mi odi e realmente sono pronto a prendermi tutti gli insulti che vuoi. Però io in quasi vent’anni di vita sono sempre stato il ragazzo perfetto, e l’idea di far soffrire qualcuno per me era impensabile. Così ho aspettato, preso dall’ansia. E mi sono ficcato sempre di più in un meccanismo di merda.”

Stammi vicino [Simuel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora