quattro

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quella giornata era talmente surreale che ci aveva pensato fino alla sera.
gli aveva messo quel pallino in testa che non le sarebbe mai andato via e Mida lo sapeva benissimo che dicendo ciò, avrebbe di conseguenza causato questo in lei.

si alzò dal proprio letto e con l'intento di distrarsi, decise di andare in cucina a cucinare la cena. meno ci pensava meglio era. attraversò le stanze, molto velocemente, fino ad arrivare in cucina, dove lì trovò già Kumo insieme a Giovanni, si avvicinò ai due e facendosi una coda di cavallo si posò poi al bancone.

«vi serve un aiuto in più?»
chiese e i due entusiasti iniziano a dirgli cosa doveva cucinare.

trascorsero i primi minuti in silenzio, dove solo ogni tanto Giovanni cercava di farsi dire come fare le cose, perché era un disastro in cucina ma voleva imparare.
poi trascorsi questi minuti, fu Kumo a rompere il ghiaccio, cosa anche normale dato che era quello che aveva più parlantina.

«allora, come mai questa voglia di cucinare? a cosa non devi pensare?»
la guardò ma lei non sapeva esattamente come rispondere a quella domanda.

«si infatti, mica hai un compito della cele da fare. ancora non hai avuta questa grande fortuna»
disse Giovanni, che aveva sentito la domanda di Kumo e quindi si era avvicinato per intervenire.

«se mi metto qua a parlare di tutte le cose di cui devo dimenticarmi, la cena si farà da sola, il che è un bene dato che Gio neanche un petto di pollo sa cucinare»
disse ridendo del fatto che il petto di pollo fosse in padella ma senza che il fuoco fosse acceso.

ci pensò Kumo allora ridendo, acceso il fuoco mentre Giovanni era lì che continuava a dire che era convinto di averlo acceso.
i due, dopo aver sistemato quella cosa, tornarono a concentrarsi su di lei.

«guarda che lo sappiamo che si tratta di Mida»
disse Giovanni, Kumo gli diede uno schiaffo sulla nuca, lieve, lui lo guardò confuso e disse un "che c'è" non capendo del perché di quel gesto.

lei però sapeva benissimo perché Kumo lo avesse fatto.
lei però non disse niente, si sedette sullo sgabello e guardò i due nel totale silenzio, perché in realtà avevano più che ragione.

«non devi rispondere per forza a questo cretino, se vuoi parliamo di altro»
disse Kumo notando l'imbarazzo che si era creato da quando Giovanni aveva detto quella frase.

«è tutto complicato, tutto qua»
abbassò lo sguardò guardandosi le mani sul bancone adesso.

«che lui ha una mezza cosa con Gaia dici?»
di nuovo il ballerino di latino ad intervenire, Kumo però questa volta non lo fermò.

«ma so per certo che a Mida piaccia Gaia e che a lei piaccia lui... la complicazione qua sono io»
e in effetti sentiva di aver cento per cento ragione, perché alla fine se non entrava Mida si faceva la sua bella storiella o quel che fosse, con Gaia, senza intoppi e senza dover stare dietro a lei.

«ma in realtà Mida è un po' diverso da quando sei qui. chiede spesso di te in casa, però chiede anche di Gaia»
alzò lo sguardo guardando Kumo, che le aveva appena confermato la sua teoria.
lei se non ci fosse Mida si sarebbe già vissuto il tutto bello tranquillo.
«ma questo non vuol dire che hai complicato tutto Selene. sei entrata, non sapevi che ci fosse Mida, vi conoscete e fine. poi sta a lui vedere se continuare con Gaia o risolvere con te qualsiasi cosa sia»

«con me non c'è mai stato niente Kumo, io e lui siamo sempre stati amici. quindi la sua scelta è o continuare con lei o lasciar stare perché non le piace abbastanza, non perché le piaccio io»
si stava facendo forza per dire quelle cose, più di quanto pensasse.

il riccio si avvicinò a lei, fece un piccolo sorriso, poi parlò, prima di tornare a finire di cucinare tutti insieme.

«ne sei davvero sicura Selene che voi due siete solo stati amici?»
lei non disse più nulla, finì di cucinare insieme ai due in silenzio.

quella frase le arrivò dentro come un fulmine, perché quella domanda se l'era fatta anche lei un sacco di volte e sapeva che la risposta era no, loro due non sono mai stati solo amici.
per quanto in un certo senso se chiedeva a lui, avrebbe detto di si, lei sapeva che dopo la frase detta l'ultima volta che si erano visti, non erano mai stati realmente amici.
Mida però è talmente orgoglioso da non ammetterlo mai, o forse semplicemente aveva paura di farlo.
se c'era una piccola cotta per te, ormai è sfumata totalmente.

finito di cenare, Selene si ritirò in stanza, volendo starsene da sola, quindi mise le cuffiette, si allungò sul letto e chiuse gli occhi. chi poteva essere se non mirko nelle proprie orecchie? sentì la musica per un'oretta, fino a quando fu scossa da qualcuno, aprì gli occhi e si tolse le cuffiette, trovandosi davanti Gaia.
perfetto, proprio lei.

«stai bene Selene?»
lei annuì velocemente cercando di essere il più sincera possibile.
«oddio è successo qualcosa...puoi parlare con me se vuoi»
scosse il capo ed accennò un piccolo sorriso.
di certo non avrebbe mai parlato con Gaia di Mida.

«no tutto bene, giuro»
la mora si sedette sul suo letto, di fianco a lei.

«posso... farti una domanda su Mida?»
dovevo immaginarlo.
annuì soltanto, la guardò, aspettando che lei parlasse.
«è sempre sincero quando fa qualcosa? non fraintendermi ma io mi chiedevo se tutto quello che fa o dice è realmente quello che vuole»

«Christian è la persona più sincera di questo mondo, se fa o dice qualcosa è perché lo vuole veramente»
distolse lo sguardo e mantenne un sospiro che le stava per uscire spontaneo.

«quindi è serio quando mi dice di aspettarmi»
rialzò lo sguardo e la guardò confusa, non capendo per bene a cosa si riferisse.

«aspettarti?»
a Gaia le spuntò un grosso sorriso sulle labbra ed annuì.

«si, diciamo che non sono la persona più sicura di questo mondo e lui mi ha detto che aspetterà fino a quando io non sarò pronta per qualcosa di più»
quelle parole fecero svanire tutta la serenità che si era formata dentro di lei.

facevano male, troppo male e non si sarebbe mai aspettata di ascoltarle.
sapere che Mida stava facendo sul serio con Gaia era la conferma del fatto che a lui lei non era mai piaciuta. prima accettava la cosa e meglio poteva vivere là dentro la casa con tutti gli altri ragazzi, compresi Gaia e Mida. fece un sospiro prima di rispondere e far finta di nulla, la mora era troppo felice per poter dire che in realtà a lei piaceva Christian.

«prima o poi sarai pronta»
l'unica frase che le uscì dalla bocca ma in realtà voleva urlarle che non era la sola ad pensare che Mida fosse bello e che non era la sola a volerlo come fidanzato un giorno.

luna piena || midaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora