sette

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Selene diede come risposta un si con la testa, poi il riccio davanti a lei le fece cenno con la testa di seguirlo.
all'inizio lei era titubante, non era sicura di voler fare quella cosa, ma poi Giovanni la guardò e con un solo sguardo la incoraggiò.
quello sguardo voleva dire io credo in te, ce la puoi fare. così prese quel consiglio del ballerino e seguì Mida verso l'esterno.
prima di uscire però preso il giubbotto e lo infilò una volta fuori, Selene si voltò per un momento verso l'interno della casetta e vide tutti divertirsi, le spuntò un sorriso prima di tornare a guardare Christian.
ora lui si era seduto sulla panchina, lei si sedette di fianco a lui e il suo cuore non potette che battere più forte a quella vicinanza. nonostante ciò, non fece una piega, rimase composta e prese coraggio per parlare.

«in realtà non volevo dirti niente di che... solo darti questo»
disse, prima di mettere la mano nulla tasca della tuta che indossava.

tirò fuori una collana con le perle e gliela diede, mentre le sue mani iniziarono a tremare. Mida la guardò stupito spalancando gli occhi, non se lo aspettava per niente.

«ma come-»
lei non gli lasciò finire la frase.

«parlando con Matteo, ho scoperto che la tua cara amata collana con le perle si è rotta e quindi diciamo che tramite redazione me la sono fatta prendere una. spero possa piacerti e-»
le si formò un nodo in gola, degludì rumorosamente e lo guardò in silenzio, lui fece lo stesso fino a quando non interruppe il silenzio.

«me la metti?»
le mancò il respiro, nel vero termine della frase.
era come se effettivamente ci fosse qualcosa che le impedisse di respirare, come se qualcosa le avesse occupato le vie respiratorie. riuscì solo ad annuire e poi vide Mida metterei la collana al collo e girarsi di spalla verso di lei. Selene afferrò la collana con entrambe le mani, tremavano e non riusciva a tenerle ferme, ci mise un po' infatti per legarla ma alla fine ce la fece e lui si girò di nuovo verso di lei sorridendo.
«grazie Sele, davvero»

i loro occhi come calamite, non riuscivano a non guardarsi, non riuscivano a distogliere lo sguardo. la cosa peggiore di tutto quello era che entrambi alternavano lo sguardo tra occhi e labbra, erano molto vicini quindi bastava un movimento per fare in modo che quelle labbra si unissero.
forse aveva fatto male a regalargli la collana, forse non avrebbe dovuto, forse doveva farsi i cavoli suoi.

«figurati, è il tuo compleanno»
disse a voce bassa e si leccò le labbra, notò i suoi ricci che tanto avrebbe voluti toccarli come faceva un tempo.
prima non c'era un momento dove non avvolgeva le sue mani nei suoi ricci, nonostante a lui desse fastidio e ne fosse geloso, a lei concedeva sempre di farlo.

«sai cosa renderebbe questo compleanno ancora più speciale?»
disse il moro, con lo stesso tono di voce, lei non rispose aspettando la risposta di lui.
«che in generale il nostro rapporto fosse come prima»

quasi si strozzò con la saliva nel sentire quella frase e si allontanò di qualche centimetro, distogliendo lo sguardo.
quel rapporto era cambiato per sempre dal momento che lei se ne era andata e sopratutto dal momento che c'era stata quella frase da parte di lui. quella maledetta frase che aveva incasinato tutto nella sua vita.

«io vorrei tante di quelle cose Christian, ma purtroppo non si può avere tutto»
disse ancora non guardandolo, guardava le sue scarpe, mentre sperava che lui non insistette.

«rendi le cose complicate Sele, quando è tanto semplice»
finalmente lei alzò lo sguardo e lo guardò seria in viso.

come poteva mai dire che era semplice, come poteva mai dire una cosa del genere dopo tutto il rapporto che avevano avuto loro due.

«tu credi davvero che dopo quella tua frase le cose siano semplici Mida?»
marcò il quella e si alzò in piedi spazientita.
non lo chiamava mai Mida, succedeva rare volte e quella era una di quelle.

lui subito le prese il braccio, rimanendo seduto e poi disse l'ultima cosa che le serviva di sentire prima che tutto fu spento ancora una volta.

«è vero, o era vero, non lo so più... so solo che c'è Gaia a cui tengo molto e lo sai che io non faccio del male mai a nessuno»
aveva detto tutto ma non aveva detto nulla.
quella famosa frase era vera ma nello stesso tempo lui adesso pensava ad altro.

quell'altro interruppe la conversazione, Christian ritrasse la mano che aveva preso il suo braccio, quasi se ora il braccio di lei scottasse e lui si fosse bruciato. la mora non si accorse nemmeno di quello, si avvicinò con un gran sorriso verso di loro.
era arrabbiata, delusa, infastidita e molto altro. non ce la faceva più.

«Chri vieni, c'è la torta»
detto ciò lui si alzò in piedi, diede un ultimo sguardo a lei e mimò con le labbra un "scusa".

non disse altro e poi Selene lo vide allontanarsi verso l'interno con Gaia. non ebbe il coraggio di rientrare, quindi si accovacciò a terra, mise la fronte sulle ginocchia e fece un pianto liberatorio che ne aveva veramente bisogno.
ancora una volta non stava capendo nulla e ancora una volta stava male. Christian era vero che non feriva mai nessuno, non faceva mai del male a nessuno ma inconsapevolmente a lei aveva fatto tanto di quel male che ormai non credeva neanche più alla frase che diceva ogni volta. non faccio mai del male a qualcuno, evidentemente in quel qualcuno lei non era sicuramente inclusa.

non appena sentì aprire la porta, lei si rialzò, si asciugò le lacrime e poi fece un sorriso vedendo sia Sarah che Giovanni venire verso di lei.
fai finta che tutto è ok e non chiederanno nulla.

«che è successo?»
chiese subito Sarah avvicinandosi a lei e poi l'abbracciò, lei stette in silenzio e ricambiò l'abbraccio, ne aveva bisogno.

la tua faccia è troppo colpevole per far finta che non sia successo nulla, Selene.

«è tutto ok»
disse velocemente sciogliendo l'abbraccio con Sarah e guardò entrambi sforzando un sorriso.

«è andata così male?»
chiese il ballerino di latino, lei annuì e poi si prese i capelli e li legò facendo una cosa con l'elastico che portava al polso.
«vuoi un consiglio? è arrivata l'ora di pensare a te»
Sarah fu d'accordo con quella proposta e lei lo era altrettanto.

il problema era: come poteva pensare solo a sè stessa se era lì dentro incarcerata con Mida che si baciava e stava sempre con Gaia? una cosa era sicura, con le feste di natale un po' di questo si sarebbe tolto.
lei sarebbe stata sola con sua mamma e suo fratello, Christian sarebbe di nuovo sparito nella sua vita per qualche giorno e tutto sarebbe tornato equilibrato nella sua vita.

«io Giovanni e Kumo ti aiuteremo, sono piccola ma brava in queste cose»
disse la bionda e poi sorrisero tutti e tre, Giovanni si avvicinò a lei lasciandole un bacio sulla fronte.

«stiamo qui per questo, non dimenticarlo»
ed un po', con quelle parole, si sentì un pochino meglio, come non si sentiva da quando aveva messo piede lì dentro.

spazio

speravo di farlo un pochino più lungo ma meglio di niente.

spero che la storia vi stia piacendo e sappiate che presto succederanno tante cosine che vi faranno sia piacere che arrabbiare ahaha

luna piena || midaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora