trenta

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Selene stava camminando avanti indietro, fino a quando non decise di andare fuori, dalla parte delle camere e prese una sigaretta per fumare.
Il fumo la tranquillizzava e in quel momento era davvero l'unica cosa che riusciva a tranquillizzarla.

Mida aveva parlato con Gaia, da solo, per almeno una ventina di minuti e la cosa peggiore era che quando la mora se ne andò dalla casetta, lui aiutò gli altri con la cena, senza curarsi minimamente di lei.
Ci era rimasta male ovviamente ed aveva paura che i due erano tornati insieme o comunque lui le avesse detto di aspettarlo.

Non poteva sopportare di perdere di nuovo Christian, non era che i suoi sentimenti si erano fatti più forti di quanto già non fossero prima.

Iniziò a muovere la gamba destra nervosamente, mentre buttava fuori il fumo.
Il silenzio si fece largo intorno a lei e ne era grata. Non voleva sentire altro se non i suoi pensieri che erano sempre più forti e sapeva di non poter ridurre in quel momento.

e non voglio armi, tu mi tagli già abbastanza i polsi
e sai ascoltarmi come se conoscessi i miei mostri
senza gli altri cerco pace per restare calma
il tuo amore è la mia arma, solo così sono salva

La paura la divorava, la divorava così tanto che adesso il suoi occhi fece uscire quelle lacrime che aveva promesso di non far fuoriuscire più a causa sua.
Quelle lacrime che dicevano tante cose nel modo più silenzioso possibile.

Poi la porta si aprì, trattenne il respiro e lo guardò uscire.
Dentro di lei sapeva che sarebbe uscito da quella porta, forse lo aveva fatto apposta Selene, in modo automatico, ad uscire proprio da lì.

Christian la guardò, guardò la sigaretta che aveva in mano e distolse lo sguardo, quasi infastidito. Il fatto è che sapeva bene che lui non volesse che lei fumasse, perché teneva a lei ma non poteva farci niente se era l'unico modo per tranquillizzarsi, dato che viveva senza di lui da anni.

Silenzio per un po', nessuno dei due osava parlare, poi Mida si sedette di fianco a lei e Selene finalmente buttò la sigaretta finita.
Si guardarono ancora, poi parlò lui, lasciandola ancora più sorpresa.

«sarei dovuto uscire io»
si infastidì totalmente da quella frase.
Ma che cavolo stava dicendo? Per Gaia doveva uscire lui? Neanche tra tremila anni lei avrebbe permesso una cosa del genere.

«non stai parlando sul serio»
Christian la guardò e lì capì che non scherzava per nulla. Lo conosceva tramite solo uno sguardo.
«ti piace talmente tanto Gaia che saresti uscito tu al suo posto? Wow Christian, avresti rinunciato al tuo sogno per lei»
si sentì il cuore stringere e le lacrime che minacciavano di nuovo di uscire ma cercò di ritirarle.

«non iniziare Selene»
aggrottò le sopracciglia e sbuffò adesso infastidita.

«ti avevo chiesto per favore di non farmi del male di nuovo e te cosa hai fatto? Lo stai facendo ancora»
si alzò in piedi, lui la guardò portandosi le mani sul viso.

«non è così infatti»

«allora cosa cazzo vi siete detti per venti minuti?»
sbottò, rendendosi conto fin da subito che stava facendo una scena di gelosia quando neanche stavano insieme.
Selene tieni a bada il tuo cuore.
«scusa, non dovrei è che-»

«le ho detto che è stata una delle persone più belle che io abbia conosciuto e che merita qualcuno che la ami davvero, perché io non sono in grado di farlo.
Quello che ho detto è perché penso che sia brava e non meritava di uscire così»

a quelle parole lei stette zitta ed accolse il silenzio come se fosse casa sua.
non sapeva più cosa dire o come comportarsi, era del tutto bloccata e Christian se ne accorse. Lui si avvicinò leggermente verso di lei e poi le afferrò la mano, ciò costrinse Selene a guardarlo negli occhi e subito il suo cuore prese ad accellerare i battiti.

«come sarebbe andata la cosa se io non me ne sarei mai andata da Milano?»
chiese di punto in bianco verso il riccio, lui la guardò e gli si illuminarono gli occhi.

«Matteo mi avrebbe ucciso, questo è sicuro»
accennò una risata, lui dopo di lei, sapevano bene entrambi che suo fratello non lo farebbe mai.

«sei il suo migliore amico, non lo farebbe, lo sai bene»

«per te farebbe di tutto Sel, ricordi? quel povero ragazzo che ci aveva provato con te alla sua festa di compleanno, appena finito aveva paura di lui»
come dimenticarsi una delle tante volte in cui suo fratello e Christian l'avevano difesa contro un ragazzo che ci provava.

«solo Teo? te sei stato il primo ad intervenire e mio fratello ti ha dato retta»
lo precisò, Mida assunse un'espressione seria.

«era un coglione»
distolse lo sguardo un po' infastidito.

«per te sono tutti coglioni»
ed era vero dato che ogni volta che lei parlava di un ragazzo lui le aveva sempre risposto con "quello è un coglione".

«quelli della nostra zona si... a Roma qualche coglione ti rompe le palle?»
lei scosse il capo divertita, il venezuelano invece era serio in viso.

non ci stava credendo che stava facendo il geloso proprio adesso, era assurdo per lei dato che poco prima era lei la gelosa verso Gaia. Come si dice, il mondo gira dato che è una sfera.

«mi vuoi dire che Teo non ti ha mai detto nulla?»
rispose ovviamente con un altra domanda, non c'era mai stato nessuno, o almeno, lei non aveva voluto mai nessuno, ma era bello tenerlo sulle spine.

«sai non gli vado a chiedere delle tue storielle»
Selene aggrottò le sopracciglia e scoppiò a ridere subito dopo.
«che c'è?»

«Christian Prestato, se non ti conoscessi talmente bene penserei che te sei scemo»
la guardò per lunghi e interminabili secondi che poi diventarono minuti, fin quando lei non parlò di nuovo.
«che c'è?»

Il moro scosse il capo e distolse finalmente lo sguardo ed eccolo lì, stava facendo di nuovo quello ambiguo. A quel punto, quindi, Selene si avvicinò di più e si abbassò incontrando di nuovo il suo sguardo, abbassato. Non ci volle molto però che lui lo distolse di nuovo, pochi secondi e quindi lei le afferrò il viso, con entrambe le mani, obbligandolo a guardarla.
Non toccava il suo viso da troppo a lungo e la sensazione era sempre la stessa. Brividi ovunque e cuore palpitante.

Quando i loro occhi si incontarono, potè sentire anche lui trattenere il fiato, data la vicinanza riusciva a sentirlo bene.

«mi mancava, mi mancavi»
disse Mida, a voce bassa, talmente piano che se non era così vicino a lui, non lo avrebbe mai sentito.

«solo questo?»
chiese Selene, quasi impaziente di sapere altro, sapeva che c'era altro ma lui non voleva dirlo.
A quel punto annuì, distogliendo ancora lo sguardo, lei però teneva ancora il suo viso con entrambe le mani.
«Chris...»

«non avrei avuto le mie ex e non avrei avuto Gaia, se tu saresti rimasta sarebbe andata proprio così»
rispose e poi si liberò dalla presa di lei, si alzò in piedi e fece avanti e indietro con lo sguardo basso.

Poi senza aggiungere altro, rientrò dentro e così la lasciò sola fuori, con i suoi pensieri.

spazio

questo capitolo forse uno dei miei preferiti, per vostra fortuna ancora ci vuole un po' per finire, spero che abbiate ancora voglia di continuare a leggere

luna piena || midaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora