tredici

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nei giorni antecedenti alla puntata, non aveva fatto altro che ballare, provare ed evitare qualsiasi persona lì dentro, ovviamente Mida prima di tutti, non c'era neanche bisogno di sottolinearlo in quanto fosse ovvio.

arrivava quindi la sera stanca morta, prendeva la coperta e si metteva al di fuori sul divanetto, il telefono in mano e le sue solite videochiamate con sua madre e suo fratello.

"quindi hai di nuovo la maglia! come procede il tutto? bene spero"

suo fratello la conosceva talmente bene da capire che qualcosa non andasse nel verso giusto e lei era tremendamente stanca di sentirsi in quel modo.

"si, tutto bene"

"e con Mida? non mi parli mai di lui, tra di voi come va?"
va che va una merda, ecco la verità ma di certo non poteva dirlo a suo fratello.

si limitò a sospirare, distolse per un secondo lo sguardo, si sistemò meglio e poi rispose.

"stiamo parlando di me, perché mettere di mezzo il tuo migliore amico? sai, non è carino Teo"
sorvolare le domande era la sua specialità ormai.

"perché fa parte della tua vita, o sbaglio?"
a quelle parole si aprì la porta, proprio il diretto interessato era appena uscito ma si fermò nel vedere lei.

«mi spiace, me ne vado subito»
disse e fece per andare via, solo che suo fratello lo aveva sentito e quindi lo aveva chiamato.

questo purtroppo fece in modo che Christian si sedette di fianco a lei, le prese il telefono tra le mani, si prese anche un po' di coperta e poi iniziò a parlare con suo fratello come se nulla fosse. guardò i due parlare in silenzio, decisamente a lei mancavano i momenti dove erano tutti e tre e scherzavano insieme. in fondo era sempre stato così tra loro.

"Nene, ma quindi alla fine con i ragazzi?"
si strozzò con la sua stessa saliva ed iniziò a tossire, Mida la stava guardando completamente in silenzio.

non poteva crederci che suo fratello avesse fatto quella domanda proprio davanti a Mida. ovviamente lui non poteva sapere la situazione dei due, però non avrebbe dovuto farla ugualmente. Christian girò il telefono verso di lei, così che suo fratello la potesse vedere e nel modo più tranquillo possibile, rispose.

"non mi sembra il caso di fare questa domanda, non c'è niente da dire inoltre"

"ma come no! scusa avevamo parlato di Kumo e Giovanni, allora?? dai lo so che uno dei due ti piace, ti conosco"
non la conosceva abbastanza dato che per anni non si era mai accorto che a lei era piaciuto Christian.

sospirò per la sua insistenza e guardò Mida che continuava a guardarla ancora in silenzio. sapeva perfettamente che sarebbe stato zitto per tutto il tempo, forse anche lui ad aspettare una risposta da parte di lei.

"sono miei-"
e non finì la frase perché distratta dalla porta di nuovo aperta e ancora una volta arrivò il diretto interessato.

Giovanni guardò sia Mida che lei in modo confuso e poi si avvicinò come se niente fosse, in fondo non poteva sentire suo fratello dato che era in silenzio.

«ti cercavo, pensavo dormissi, poi mi sono ricordato che vieni qui fuori»
Christian distolse lo sguardo e guardò il telefono che aveva ancora in mano.

quella situazione era orribile e voleva solo scappare.

"è Giovanni??"
purtroppo non poteva che peggiorare.

«chi è?»
disse il ballerino e poi si avvicinò, guardò suo Matteo attraverso il telefono, sorrise e salutò.
«è tuo fratello?»
chiese a quel punto e lei annuì abbozzando un sorriso e prese finalmente tra le mani di nuovo il proprio telefono.

nel prenderlo ovviamente toccò la mano di Mida, sussultò appena ma cercò di non guardarlo in tutti i modo possibili.

"ciao Giovanni, sono Matteo, piacere di conoscerti... se fai del male a mia sorella ti spezzo quelle gambe"
lei spalancò gli occhi e si sentì del tutto in imbarazzo, lui rise non rendendosi conto che fosse davvero serio e infatti Matteo lo sottolineò.
"sisi ridi ma io sono super serio, quelle gambe non le potrai più usare"

"ok Matteo, messaggio ricevuto, ci sentiamo"
disse a quel punto Selene, sapendo già che avrebbe continuato all'infinito, attaccò quindi senza che lui potesse dire altro.

si lasciò cadere allo schienale del divanetto e posò la testa all'indietro.
era esasperante vivere in quel modo, tra suo fratello che faceva domande sui ragazzi, Mida che era sempre in mezzo, Giovanni che non sapeva esattamente cosa fosse per lei. era un disastro totale la sua vita.

«Sele io rientro, te che fai vieni?»
chiese Giovanni interrompendo i suoi pensieri nella testa ma la verità è che aveva ancora bisogno di qualche minuto da sola con i suoi pensieri.

«fra poco arrivo»
rispose lei e poi lo vide rientrare seguendo con gli occhi.

era un bravo ragazzo, le piaceva pure a dire la verità ma non era sicura di poterlo vedere oltre l'amicizia. non sapeva proprio cosa fare, ed era per questo che il più delle volte pensava alla danza invece che ai suoi solito inutili problemi. già c'era il problema Mida, non poteva di certo permettersi di aggiungere anche Giovanni a quel problema.
ormai la sua filosofia era diventata vivo il momento, non penso a cosa dovrebbe succedere, se succede succede.
ed era di sicuro una cosa che avrebbe dovuto pensare da tempo e invece era stata ancorata a quello stupido passato di cui era sempre stato difficile liberarsi ma forse piano piano ci stava quasi riuscendo.
se era grazie alla danza, grazie a Giovanni, a Mida stesso o a lei, non ne aveva idea, ma qualunque cosa sia, era stata la svolta della sua vita senza dubbio.

«quindi Giovanni...»
si girò a guardare Christian, che aveva dimenticato di averlo di fianco, non si mosse dalla sua posizione. lo video muovere velocemente la gamba, quasi ad essere nervoso ma non era del tutto sicura.

«cosa?»
non dirlo, almeno tu non dirlo ad alta voce.

«ti piace, cioè c'è qualcosa tra voi»
l'ha detto. sentirsi dire quelle parole proprio pronunciate da lui, non erano effettivamente il massimo.

sembrava quasi una barzelletta, quelle però che non facevano ridere assolutamente nessuno. per qualche secondo stette zitta, guardò in alto davanti a sè e vide la luna. quella sera era piena e riusciva ad illuminare molto, proprio come piaceva a lei. la luna le dava un senso di spensieratezza e sopratutto di serenità, le bastava guardarla per riuscire a stare meglio con sè stessa.

«è un ragazzo interessante e non mi sembra una cosa rilevante parlare di questo con te»
detto ciò, si alzò dal divanetto ed evitò il suo sguardo.

avanzò poi verso la porta che aprì, esitò qualche secondo prima di entrare, abbastanza per fare in modo che Mida potesse continuare a parlare.

«se si tratta di te, è tutto rilevante»
e fu in quel momento che lo guardò.

nonostante le luci che si trovavano fuori, riusciva a vedere la luce della luna illuminargli una parte del viso. conosceva talmente tanto la luna che era impossibile non riconoscere anche la sua illuminazione, anche se ce ne erano altre, lei l'avrebbe sempre riconosciuta.
un po' come Christian, aveva se ci sarebbero stati altre ragazzi, lei avrebbe sempre e solo tenuto nella parte più piccola del suo cuore, lui. questa cosa però, non poteva essere un impedimento, non poteva far in modo che lei non potesse andare avanti e voltare pagina. questa, doveva essere un modo per poter finalmente capire che rimanere ancorati al passato, era la cosa che più potesse farti male. nocivo del tutto per stessi, senza e senza ma. vivere in modo nocivo prima o poi ti uccide.

spazio

scritto questo capitolo in presa finalmente all'ispirazione, ora non so quando riuscirò a scrivere il prossimo ma spero presto.

luna piena || midaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora