diciannove

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come ormai era d'abitudine, dopo le chiacchierate, o meglio discussioni, con Mida, lei e lui non si parlavano più.
Selene era sempre più vicino a Giovanni ed avevano acquisito una bella intesa i due. mentre Christian, era sempre più vicino a Gaia, anche se a volte a lei sembrava che il moro la evitava un po'.

Selene conosceva talmente bene Mida che notava anche quando lui si allontanava da qualcuno per suo volere e un po' si stava comportando così con Gaia. non che lei stesse sempre a guardarli, ma il più delle volte notava questa cosa: Gaia lo cercava e lui a volte la respingeva. non sapeva il perché di quel suo comportamento ma sapeva bene che c'era qualcosa che non andasse. la Selene di una volta gli avrebbe chiesto cosa c'era che non va, avrebbe cercato di capirlo ed aiutarlo, invece la Selene di adesso cercava di fregarsi di lui.

inutilmente aggiungerei.

si sederono tutti sui loro banchi e poi Maria iniziò la puntata. scese lei a ballare e nonostante aveva ballano bene, Emanuel ancora non gli aveva dato la maglia del serale e questa cosa la mandava fuori di testa.
la paura di non accedere al serale era tanta ma mai come la paura di finire nella stessa squadra con Mida, perché si era molto probabile che finiva così la cosa.

«tutto bene Selene?»
le chiese Maria, mentre lei tornava a posto e poi annuì velocemente.
«sicura? vi conosco»
si, lei sapeva bene che c'era qualcosa che non andasse.

quasi tutti avevano la maglia, tranne lei, Kumo, Mida, Sarah, Petit, Sofia e Giovanni, era veramente un'agonia non averla e vedere tutti gli altri si.

«è che sono un po' preoccupata»
annunciò, guardando anche il suo professore.

«per la maglia non ancora avuta?»
annuì solamente e poi abbassò lo sguardo mentre si sedeva al banchetto.

«Selene te pensa a ballare, a quello ci devo pensare io»
rispose Emanuel, lei annuì di nuovo, si sistemò meglio l'archetto e rimase in silenzio.

guardò e non guardò le altre esibizioni, era troppo presa dai suoi pensieri, anche se comunque quando toccò a Mida, la sua attenzioni si spostò tutta su di lui.
non voleva star a sentirlo, ma ancora una volta le sue parole avevano attirano la sua attenzione, in modo del tutto negativo.

Son las cinco 'e la mañana y yo no he dormido nada
perché stavo pensando ancora a cosa ti farai
non so come si chiama ma so che non ti ama se mi dai questa notte so che faremo replay

lo sai che non mi va che ti conosca al posto mio e sai che lui non lo fa come lo faccio io

sospirò e poi distolse lo sguardo, capendo ancora una volta che le parole erano per lei, si alzò dal banchetto ed esausta di tutto, uscì dallo studio andando verso il bagno nell'area relax.

già non aveva la maglia ed era preoccupata per quello, ci mancava solo di nuovo Mida, con quelle sue barre inutili che non faceva altro che complicarle la situazione là dentro.
si sentiva talmente stufa che era quasi tentata di andarsene da lì, mollare tutto, come non aveva mai fatto in vita sua.
che senso aveva rimanere ancora lì se le cose non andavano mai per il verso giusto?
doveva continuare ancora a far finta che Christian non esistesse?

«Sele»
si girò subito nel sentire quella voce, ora era ancora di più infastidita.

«Christian cosa c'è? torna in puntata»
distolse lo sguardo e si sistemò meglio sulla panchina, lo sentì sedersi vicino a lei.

non farlo Chri, ti prego, no.

«solo se viene anche tu»
lo guardò nervosa veramente tanto, lui era tranquillo, per niente nervoso o spaventato di quell'espressione che lei stava assumendo.

«arrivo fra poco»
mentì, la cosa che le usciva meglio, ma con Mida ormai mentiva sempre quindi era diventata abitudine.

«qual è il problema?»
era serio? ti spaccherei la faccia quando fai queste domande stupide Christian, si vede che in questi anni senza di me la tua stupidità è aumentata.

«il problema è che non ho la maglia, il problema sei tu che non fai altro che scrivere barre su di me, come se fossi la tua fidanzata quando lo è Gaia e nessuno se ne accorge.
il problema è che mi stai complicando la vita qui dentro e non ne posso più Christian!»
glielo sputò addosso tutto di un fiato e si sentì subito libera, come se un masso si fosse tolto dal suo stomaco.

Christian si abbassò verso la sua direzione e la guardò in silenzio, prima di poter controbattere.

«pensavo ti piacesse»
lo fulminò praticamente con lo sguardo.
sei una testa di cazzo ma lo sapevo.

«mi sarebbe piaciuto se tra noi due sarebbe tutto più chiaro... perché cazzo Christian non mi lasci stare e vivere sopratutto tranquilla con Giovanni? te stai con Gaia, sono esausta»
era veramente esausta anche dalla voce e si passò le mani tra i capelli.

ad un certo punto poi Mida le prese la mano, sentì le scintille incendiare la sua pelle e lo guardò in totale silenzio.
ancora una volta la stava fregando.

«perché non posso far finta che tu non esista, l'ho fatto per tutti questi anni ed ora che sei qui io...»
non finì la frase e distolse lo sguardo, non aveva mai visto Chri così e si stupì totalmente di quell'atteggiamento.
«non riesco ad evitarti»

«cosa vorresti dire? sei vago ancora e tu lo sai quanto mi da fastidio questa cosa»
aveva paura di sentire il continuo, era talmente spaventata che aveva preso a stringere la mano del cantante.

«sto con Gaia e forse non dovrei, forse io-»

«ragazzi dovete rientrare, mi ha mandato Maria»
arrivò Kumo ad interrompere il tutto, loro due si guardarono e il ballerino appena entrano nel bagno, guardò le loro mani intrecciate.
«ho interrotto qualcosa?»
lei scosse il capo e per quanto volesse separare la sua mano da quella del riccio, non ci riusciva.

quelle mani ormai sembrano attaccate con la colla e sembrava assurdo da dire ma forse staccarle sarà la cosa più complicata di tutte.
perché lei, quel contatto lo aspettava da anni, perché per lei quel contatto, era tutto quello che la faceva stare serena.

«forse tu dovresti chiarirti le idee ma sappi che io non aspetterò, l'ho fatto per troppo tempo»
disse in fine lei a voce non tanto alta, rivolta verso Christian, poi finalmente ebbe coraggio di separare le mani.

il cantante la guardò, mentre si alzava dalla panchina e si avvicinava verso Kumo in totalmente silenzio perché non aveva più nulla da dire.

«e se mi servirebbe una cosa che tu non puoi darmi per capirlo?»
lo disse mentre si alzava anche lui in piedi e si avvicinava.

il bacio, sta parlando del bacio ma questo lusso non te lo posso concedere Christian.
non posso concederti di strapparmi il cuore ancora una volta e di mangiartelo come se fosse la cosa più buona del mondo e invece è solo una cosa come tutte le altre.
forse insipida addirittura.

«a quel punto sai già la tua risposta»

spazio

questo capitolo con mi piace, spero a voi si :(

come già detto dal prossimo capitolo ci sarà un piccolo salto temporale, per arrivare finalmente al serale, dato che sino molto indietro ma so che mi mancherebbe finire la storia quando finisce amici, quindi meglio così da una parte

luna piena || midaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora