«E come l'ha fatta sentire sentire questo, Jimin?»«Come se fossi stato in trappola, di nuovo, non riesco a sentirmi mai tranquillo quando sono con lui, ma è il padre di mio figlio, non posso ignorarlo, è comunque una persona che ho amato con tutto me stesso, forse lo faccio ancora»
Era il venerdì della settimana seguente all'incidente a casa di Yoongi e al compleanno di Haesoo, e questo voleva dire ennesima seduta dal dottor Choi, il quale aveva fatto iniziare la terapia a Jimin, tramite una dosa molto bassa di antidepressivi, delle medicine che dicevano aiutarlo a stabilizzare le sue dispende di serotonina, ma he lo rendevano anche molto stanco.
Quando aveva iniziato a prendere i farmaci, Jimin non sentì nessuna differenza, ma dopo una sola settimana le cose erano rapidamente cambiate. La sua energia era sotto i piedi, certo, ma era già più stabile.
L'uomo dai capelli neri annuì, segnando sul suo prezioso taccuino le informazioni più importanti «Capisco, ha ragione, non era facile lasciarsi alle spalle una relazione di così tanti anni, considerando poi che avete un bambino assieme, a proposito, come va il vostro rapporto?».
Il sorriso che si propagò sul viso dell'omega fu uno dei più brillanti e sinceri che lo specialista avesse mai visto in un paziente affetto da questi problemi: «Benissimo, lo amo così tanto che non posso descriverlo a parole, mi sento così in colpa quando penso a ciò che ho fatto...».
«Ne abbiamo già parlato, Jimin, non è stata colpa sua, ha un problema, e come tutte le persone che stanno male ha fatto una decisione dettata dall'istinto di sopravvivenza, l'importante è che ora stia meglio, che stia cercando di migliorare giorni dopo giorno. Con le medicine come va? Ha notato differenze dopo il leggero aumento della dose?»
Il biondo annuì «Mi aiutano molto, ma ho il terrore che non potrò più vivere normalmente senza, anche se so che è solo una soluzione temporanea».
Il dottor Choi mosse la testa in assenso, scrivendo e scrivendo ancora «Come ben sa, non deve preoccuparsi di questo, è assistito da me ora e lo sarà fino alla fine della sua terapia, sia farmacologica che psicologica. Ne abbiamo parlato, ma non fa male ripetere: queste medicine le serviranno solo fino a quando il suo cervello non guarirà, allora le elimineremo con calma. Non è condannato a stare male per il resto della vita: lei migliorerà».
Jimin non amava l'idea di andare da uno psichiatra, almeno non lo aveva fatto inizialmente inizialmente, ma dopo ogni seduta usciva con un pezzo di mente più sana, più ricca di consapevolezza e di sicurezza. Stava bene con il dottor Choi, era un bravissimo medico, una persona empatica ma distaccata abbastanza da potergli dare una visione oggettiva della situazione.
Ringraziava mentalmente ogni giorno Taehyung per averlo convinto ad andarci, gli aveva salvato la vita, in un certo senso.
Aveva raccontato al dottor Choi di come fosse andato il primo compleanno di Haesoo, di come la madre dell'alfa lo avesse approcciato, e anche del giorno dopo, di come fossero andati a prendere un caffè nell'appartamento del biondo. Avevano parlato per ore, Myung era a conoscenza di tutto quanto, Jimin poté giurate di aver visto una lacrima ad un certo punto, ma quello che gli scaldò davvero il cuore fu il fatto che lo aveva compreso, non ripudiato, ma addirittura abbracciato e capito.
Non lo aveva compatito per un singolo istante, tutto il contrario.
La donna lo aveva accolto con un sorriso e un abbraccio, quando era arrivata nell'appartamento di Jimin, luogo in cui sarebbero stati da soli, visto che Yoora e Kwang erano fuori casa, in giro per Seoul con il nipotino e Seung.
Si erano seduti sul divano, l'uno accanto all'altro con un caffè macchiato in mano.
Oltre al racconto dell'omega su tutto ciò che era avvenuto in quell'anno, dalla sua prospettiva, Myung non si era risparmiata dall'offrire la sua personale interpretazione sulla questione. Si era cimentata in un lunghissimo discorso sul fatto che, dal suo punto di vista, nonostante tutta la sofferenza, Yoongi lo amasse ancora, profondamente.
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𝘚𝘦𝘦𝘴𝘢𝘸 || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfiction♡ Sequel Habits ♡ «Avevo paura...» «Anche io ne avevo, paura di fare un casino con nostro figlio e di sputtanare tutto, ma non sono scappato senza lasciare traccia per sette mesi!» urlò allo stremo delle forze. Divertente come tutto tornò buio in...