Quando aveva aperto gli occhi quella mattina, Jimin si sentì carico di un'energia nuova, di una sensazione mai provata prima: Haesoo avrebbe compiuto un anno.Non avrebbe mai pensato sarebbe stata una giornata così pesante, ma dal momento in cui arrivarono i suoi genitori in aeroporto, tutto prese una piega diversa.
Li era andati a prendere, erano saliti in auto, erano giunti a casa e si erano sistemati nella camera degli ospiti, tutto nel silenzio più totale, a parte poche parole di cortesia e un abbraccio rigido, impostato.
Jimin davvero non sapeva cosa dire a loro: erano i suoi genitori, eppure li percepiva quasi come estranei in quel momento, se solo ci fosse stato anche suo fratello, forse, sarebbe stato diverso.
Ma Jihyun era in America, e non sarebbe tornato fino all'anno nuovo, dunque non poteva sperare più in nulla.Jihyun era davvero l'unica persona che poteva salvarlo da quella situazione: avrebbe iniziato a parlare dell'Università e dell'America per ore, anche dicendo cose già dette, solo per risparmiare al fratello attenzioni che non voleva.
Il biondo sapeva bene di essere fortunato, avevano un rapporto bellissimo, ed era sempre stato così, ogni volta che uno stava male, l'altro se ne prendeva cura.Era per questo, forse, che Jimin era riuscito a raccontargli per filo e per segno cosa fosse successo e cosa stesse ancora succedendo, esattamente come aveva fatto con Taehyung, Jungkook e Christine, la sua agente.
Ma Jihyun non c'era quella volta, doveva solo arrendersi.
Sperava fosse solo momentanea la situazione, sperava le cose si sarebbero sciolte, ma poi pensò al fatto che quella sera ci sarebbero stati anche i suoi ex suoceri, il che lo gettò nel panico più totale: non sapeva con che coraggio li avrebbe affrontati.
I suoi pensieri furono, tuttavia, interrotti dall'arrivo in cucina di sua madre, Yoora, la quale gli accarezzò piano la schiena: aveva notato gli occhi spenti del figlio, aveva notato la tristezza del suo sguardo, ma quando notò le mani bendate si sentì mancare.
Jimin non la chiamava quasi mai, non stava vivendo bene la situazione. Era suo figlio, il suo bambino prezioso, ma poi ricordava che era un adulto ormai, e che avesse una vita propria, quindi si forzava a farsi da parte.
Quella volta, però, non ci pensava minimamente.
«Tesoro, al pranzo ci penso io, cosa vuoi mangiare?» non disse nulla a riguardo delle ferite, aveva il terrore di poter usare le parole sbagliate: sapeva perfettamente che Jimin si stesse facendo divorare dai sensi di colpa, e lo capiva, ma non sapeva cosa fare per aiutarlo.
Il biondo scosse il capo «No mamma, tranquilla, ordiniamo qualcosa a domicilio, siete qui anche per svagarvi».
«Tuo padre ci teneva tanto a cucinare tutti assieme, come quando eri piccolo, ti ricordi? Ci svegliavamo tutti presto la domenica e facevamo la colazione, non potevo fare nulla senza di te o ti arrabbiavi» ridacchiò Yoora, accarezzando i capelli biondi del figlio.
Quest'ultimo rise, posando il capo sulla spalla della madre: «Mi ricordo che Jihyun si svegliava sempre tardi e si metteva davanti alla Tv a guardare i cartoni, e poi andavamo in giardino a giocare».
Si misero sul grande divano, l'uno accanto all'altra.
«Mi avete fatto disperare voi due pesti, tornavate sempre dentro casa pieni di fango, era impossibile tenervi dentro quando pioveva»
«Questo perché ci mancava la neve, e quindi ci tiravamo le palle di fango! E poi gli facevo sempre togliere le scarpe prima di entrare, non eravamo così male» rispose prontamente Jimin, mentre sprofondava sempre più nel comodo divano, con Yoora che coccolava i suoi capelli morbidi.
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𝘚𝘦𝘦𝘴𝘢𝘸 || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfic♡ Sequel Habits ♡ «Avevo paura...» «Anche io ne avevo, paura di fare un casino con nostro figlio e di sputtanare tutto, ma non sono scappato senza lasciare traccia per sette mesi!» urlò allo stremo delle forze. Divertente come tutto tornò buio in...