♡ 9 ♡

276 26 25
                                    





Ed eccoli lì, entrambi a guardarsi negli occhi: dopo mesi lo stavano facendo sul serio.

Jimin e i suoi capelli biondi, com'era bello... ma anche tanto difficile come persona, forse la più difficile che Yoongi avesse mai incontrato in vita propria. Eppure lo aveva amato, così tanto che sarebbe stato davvero difficile spiegarlo.

Se ne stava lì seduto il castano, a fissare la figura snella dell'omega, anch'esso seduto su una sedia della sala da pranzo, quella opposta a Yoongi però.

Quando aveva ricevuto la chiamata del maggiore, la sera precedente, il suo cuore aveva preso a battere ad una velocità spaventosa. Bastò sentire il suo tono a riportarlo alla realtà.

Ad essere sincero, il biondino aveva timore di stare nella stessa stanza del compagno, non perché ne avesse davvero paura, ma solo a causa di quell'espressione addolorata, quanto rancorosa, che il maggiore aveva sul volto.

Era arrabbiato, lo vedeva, lo sapeva. Ma non era lì per lui, non in quel momento almeno, anche perché sarebbe stato inutile anche solo provarci, ma voleva almeno provare a rimediare, per quanto possibile, con Haesoo.

Lo voleva così tanto.

Ma doveva ammettere che quella situazione stesse iniziando a farlo sentire male: troppo silenzio in quella casa, troppa apparente quiete.
Apparente, appunto, perché nemmeno dopo dieci secondi da quel pensiero, mentre nella sua testa c'era un uragano demolitore, Yoongi si decise a parlare.

«Non pensare nemmeno lontanamente che ti abbia perdonato, o cazzate simili, credimi che non lo farò mai»

Ecco la prima coltellata nello stomaco, che tuttavia il modello dovette solo incassare: dopotutto non poteva biasimarlo.
Per questo annuì e basta, tenendo la testa bassa, a fissare il pavimento chiaro della stanza.

«È merito di Hoseok se non ti ho già cacciato lontano dalle nostre vite, quindi ringrazia lui, e non sprecare parole per me: è tardi per quello»

Come un uragano, le parole di Seesaw, quella canzone, che, per Jimin quanto per Yoongi, era stata come un macigno in pieno viso, gli riecheggiarono in testa, per tanto tempo, forse troppo. Yoongi non voleva più salire su quell'altalena, si era stancato, era stato troppo per lui.
Aveva avuto ragione, in quel testo strappalacrime: qualcuno sarebbe dovuto scendere da quell'altalena, eppure nessuno dei due ne aveva la forza.

Sarebbe stato più sano per entrambi farlo prima, una discesa lenta, ma sicura; e invece no, Jimin aveva fatto precipitare tutto con velocità fulminea, impetuosa. Non andava bene.

Però era successo.

E i risultati infatti erano evidenti a tutti: due giovani cuori spezzati, doloranti, frantumati in tanti microscopici pezzi taglienti, il che portava a due opzioni.
Rimettere apposto tutto, tagliandosi le mani molteplici volte con gli angoli appuntiti di quei pezzi, oppure aspettare che qualcosa li levigasse, forse il tempo, forse le lacrime.

Sarebbe stato doloroso in entrambi i casi comunque.

Non aveva più senso niente tra loro.

Erano solo due corpi, che un tempo erano stati tanto vicini da esserne uno solo, ma ormai era tutto passato: quasi come un'influenza.
Ormai erano solo due estranei, con solo un interesse comune: Haesoo.

Faceva male pensarci, ma, dopotutto, non è sempre la verità a far male? Perché Yoongi stava pensando proprio a quello, nell'esatto momento in cui vide gli occhi dell'omega diventare, per un secondo, più lucidi.

𝘚𝘦𝘦𝘴𝘢𝘸  || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora