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Yoongi non aveva mai corso così velocemente in vita sua, mai aveva affidato Haesoo a Hoseok con così poco preavviso, né tantomeno aveva mai guidato in modo tanto frettoloso.

Era certo di aver preso almeno una decina di multe in meno di quindici minuti, da tanto il suo piede premeva l'acceleratore. Non gli importò, tuttavia, dato che di sicuro non era quella la sua priorità al momento.

Stava per andare a dormire dopo una giornata passata con il suo manager e suo figlio per definire gli ultimi dettagli del tour, quando ricevette la chiamata da parte del migliore amico, il quale gli raccontò dell'articolo.

Non voleva credere alle cose che aveva letto, né tantomeno che potesse essere stato Jimin stesso a rilasciare un intervista simile: lo aveva pensato per qualche secondo, poi tuttavia si era ricreduto, non lo avrebbe mai fatto, se non per il suo bene, allora per quello di Haesoo.

Hoseok era stato veloce a dirgli il da farsi, a consolarlo e a tranquillizzarlo, ma Yoongi non aveva ascoltato una singola parola di tutto quel discorso.
Il suo unico pensiero era Jimin: se lo aveva già letto, come sospettava, allora di sicuro non era in condizioni ottimali.

Aveva bisogno di lui.

Si precipitò a casa dell'omega a mezzanotte e un quarto, bussando come un disperato alla porta dell'appartamento, stava cercando di buttarla giù a forza, soprattutto quando il biondo non aprì. Ma lui non si sarebbe dato per vinto così facilmente, perciò continuo imperterrito, finché non si ritrovò un volto sconvolto davanti.

Jimin era fuori di sé: i suoi occhi dolci erano contornati da aloni rossi tendenti al viola per il pianto, aveva il volto gonfio e paonazzo per la stessa motivazione, oltre che i capelli spettinati e il fiatone.
L'alfa pensò di non averlo mai visto in condizioni simili, nemmeno durante il parto, perciò si lanciò nell'appartamento abbracciandolo, gli afferrò saldamente le spalle, comprimendolo contro il proprio corpo.

Il biondo si lasciò andare nuovamente in un pianto disperato, aggrappandosi alla schiena del maggiore e seppellendo il proprio volta nel suo collo, che stava diventando umido ormai. 

«É colpa mia, è tutta colpa mia, mi dispiace, scusa» sussurrò tra le lacrime, ma Yoongi non gli lasciò possibilità di parola, poiché lo zittì e lo continuò a tenere saldo tra le proprie braccia.

Poteva sentire il cuore del biondo battere tanto veloce da scappare dal suo stesso corpo. Immaginava che non sarebbe stato bene, ma non avrebbe mai pensato di trovarlo così disperato: Jimin aveva sempre avuto un problema a mostrare i propri sentimenti, sempre. Non era così raro che piangesse davanti ad altri, specialmente se si trattava di Yoongi o di Taehyung, ma che ne parlasse, che spiegasse il motivo vero per cui stava in quel modo, beh, quello era molto più difficile e raro.

L'alfa si ritrovò ben presto a dover rafforzare la presa: sembrava che Jimin stesse per sciogliersi tra le sue braccia, da tanto tremava, da tanto il suo corpo veniva scosso da soffocanti brividi e singhiozzi isterici.

Yoongi aveva il terrore che se solo fosse arrivato poco tempo dopo, lo avrebbe ritrovato nelle stesse condizioni della sera precedente al compleanno del loro bambino, quando il biondo si era presentato con delle profonde ferite alle mani, di cui ovviamente ancora non aveva mai parlato con lui, non come Yoongi avrebbe voluto almeno.

Si chiese dove tutto avesse iniziato ad andare storto, ma infondo non importava davvero: ciò che era importante era Jimin, ancora piangente tra le sue braccia.

I due stettero in quella posizione per qualche minuto, fino a che il biondo non trascinò i loro corpi sul divano, posizionandosi sopra le gambe dell'alfa e posando la testa sulla sua spalla, coperta da un maglione nero, mentre la sua schiena era sorretta dalle mani grandi e venose del maggiore, il quale gli lasciava qualche bacio sulla fronte ogni tanto.

𝘚𝘦𝘦𝘴𝘢𝘸  || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora