Se c'era una cosa che Yoongi conosceva bene, oltre alla musica e a Jimin, era se stesso.
Conosceva i propri punti deboli, tanto quanto quelli di forza, e beh, l'omega rimaneva sicuramente uno dei primi.Non poteva negarlo più, provava comunque dei forti sentimenti per il modello, e dopo nove anni assieme sarebbe stato impossibile non farlo, nonostante il dolore provato, nonostante l'essersi sentito abbandonato e tradito: gli voleva ancora bene, forse lo amava addirittura.
Non voleva tornarci assieme, tuttavia, era forse la cosa che lo spaventava di più tra tutte. Non voleva più essere il fidanzato di Jimin, non voleva che questo fosse il proprio. Si era ripromesso di mantenere forte il distacco tra loro, ma proprio non ci riusciva, e questo era anche colpa di Hoseok, almeno in parte, poiché il beta sembrava costantemente intento a cercare di convincere il rapper a riprovarci.
Era frustrante, ma Dio come lo voleva ringraziare in quel momento...
Rimase in attesa di una risposta per qualche secondo, ma non la ricevette subito a parole, bensì con un enorme sorriso, il primo sincero che gli fosse stato rivolto dal minore da quando era tornato.
«Sono d'accordo, Hyung. Per quanto riguarda l'album stai tranquillo, sono sicuro che sarà una bomba come sempre, e poi posso aiutarti io con Haesoo quando non hai tempo, anche quando dovrebbe stare con te»
«Sai che è stata complicata la scrittura di questo album, forse più di tutti gli altri, sono nervoso al pensiero di rilasciarlo, Namjoon lo ha già ascoltato e secondo lui spacca, non lo so, ha un concept molto diverso rispetto agli altri, ma non ho voglia di parlarne ora. Piuttosto, ho pensato a una cosa...» disse infine Yoongi, diminuendo il tono di voce man mano che il discorso continuava.
L'omega semplicemente si fece piccolo piccolo, portandosi le ginocchia al petto, per poi posare sopra di esse il volto, forse un po' intimorito da ciò che il maggiore stava per dire, timore che si trasformò in stupore misto a felicità.
«Che ne pensi se passassimo i weekend tutti e tre assieme? Non lo so, mi sono reso conto l'altra sera da Nam e Jin di quanto sia strana questa situazione; anche se non stiamo più assieme, possiamo provare ad essere amici, o almeno ad evitare conflitti inutili» propose il maggiore, nervoso.
Tuttavia il biondo si rabbuiò, sorridendo comunque «Sarebbe bello, ammetto di essermi sentito leggermente male al pensiero di non essere stato invitato alla cena, ma capisco il perché, e credimi Yoongi, dopo quello che hai detto quella sera non ho intenzione di intromettermi nella tua vita, davvero, siamo due genitori e ci limiteremo a questo» cacciò indietro le lacrime che premevano per uscire, non aveva intenzione di mostrarsi debole.
A Yoongi si strinse il cuore nel petto, aveva percepito perfettamente ogni minima parola che il minore gli aveva rivolto: era stato così doloroso per lui sentirsi dire quelle parole? Apparentemente sì, altrimenti non si spiegavano gli occhi lucidi e il fatto che si fosse improvvisamente distaccato.
Voleva dire qualcosa per rimediare, e ci provò, ma senza molto successo «Senti Jimin, riguardo a qu-».
Fu interrotto da un pianto disperato, che si propagò grazie al baby monitor posato sul tavolino del salotto, assieme ad altre cornici di foto e al telefono del minore, abbandonato lì da qualche decina di minuti.Subito l'omega si alzò, fiondandosi al piano superiore senza degnare di un minimo sguardo il moro, fermo immobile sul divano: non riusciva ancora a capire cosa fosse successo, lo fece, però, quando si rese conto che il pianto del bimbo fosse cessato, sostituito da una dolce melodia, che aveva sentito sempre da quel attrezzino adatto per la cura dei bambini.
Jimin stava cantando.
Lo faceva raramente, non era qualcosa che amava fare dopotutto, ma la sua voce era qualcosa di angelico, questo era innegabile.
Lentamente l'alfa si alzò, e si diresse verso le scale, cercando di essere il più silenzioso possibile, così da non disturbare nessuno dei due.Aprì di pochissimo la porta della camera di Haesoo, trovandolo in braccio a Jimin, il quale era seduto sul parquet grigio, appena affianco alla culla: sembrava così felice in quel momento, aveva un sorriso in volto, un sorriso bellissimo, che non si infrangeva nemmeno mentre cantava quelle dolci note.
«Shhh, amore mio, va tutto bene; ci dispiace averti lasciato qui, dovevamo parlare di cose noiose, non volevamo annoiarti troppo» continuò a cullarlo, senza mai cessare di produrre quelle belle e nitide note, dolci quanto gli occhi di Haesoo in quel momento, ipnotizzati.
Tuttavia Yoongi non rimase nascosto per molto, dato che scivolò contro la porta nel tentativo di richiuderla, e così due occhi scuri si posarono su di lui.
«Oh, non ti avevo sentito» disse subito il minore, irrigidendosi istantaneamente, zittendosi come un bambino beccato a mangiare caramelle di nascosto.
Yoongi lo fissò, scusandosi con voce fioca e avvicinandosi ai due, per poi sedersi a dedita distanza dal biondo, ma non troppa da non poter accarezzare i capelli di Haesoo, ormai praticamente appisolato.
L'alfa fece scorrere i suoi occhi fino al volto dell'ex compagno: era così bello, così etereo, eppure così doloroso era stato tutto ciò che gli aveva provocato.
Non si riconosceva più, lo Yoongi di un tempo non avrebbe mai concepito il sentimento di tedio nei confronti dell'omega, mentre lo Yoongi di cinque mesi prima lo avrebbe sbranato a mani nude.Lo Yoongi di quella sera era in mezzo a quelle sue versioni di sé, ed era confuso, estremamente confuso. Ma non aveva voglia di ulteriori problemi, voleva solo vivere in pace con suo figlio, e beh, anche con il padre di quest'ultimo.
Si convinse anche del fatto che il suo improvviso cambio d'animo fosse dovuto alla rivelazione del minore, al fatto che fosse stato colto dalla malattia: ora che si era dato una spiegazione, aveva finalmente capito. Probabilmente era questa la vera causa dei suoi sentimenti; decise di raccontarsi l'ennesima bugia.
«Jimin-ah, non preoccuparti, anche se non siamo più una coppia sono comunque qui per te, non sei da solo, hai tante persone che ti vogliono bene e che ti vogliono aiutare. Non so perché non vuoi parlarmi della terapia, ma lo rispetto, anche se vorrei ti fidassi abbastanza dal confidart-»
«Yoongi, ho fatto un figlio con te, pensi che non mi fidi?» lo interruppe il minore, guardandolo negli occhi.
«Non ti sei fidato di me abbastanza dal rimanere, dal parlarmi prima di andare a Parigi da solo, e va bene, ho capito che non eri in te, che eri in un momento buio, ma potevamo risolverlo assieme, come abbiamo sempre fatto»
«È una cosa che devo fare da solo, non è una terapia di gruppo, è un problema che io devo gestire. In più non voglio che la notizia esca su ogni testata di giornale, che tutti sappiano cosa ho fatto, perché me ne vergogno, e perché voglio che Haesoo abbia una vita normale, che possa vivere senza che tutti sappiano i nostri affari personali» rispose Jimin alzandosi e posando il bimbo nel box, posandogli un bacio sulla fronte.
Ed ecco che l'atmosfera era stata rovinata di nuovo, tutto per le loro boccacce iraconde che davano alito ai loro cuori feriti.
Yoongi sospirò, e impresse un dolce bacio sulla guancia del bimbo, per poi rivolgergli un sorriso dispiaciuto. Si sentiva in colpa per tutto quanto: non aveva capito Jimin quando serviva, non lo aveva aiutato quando era ancora possibile, non gli aveva permesso di spiegarsi fin da subito, e ora lo aveva ferito di nuovo.
Si sentì uno schifo, ma di sicuro non lo diede a vedere, né gli chiese scusa.
I due non proferirono più parola, semplicemente uscirono dalla stanza.
Scesero le scale a qualche passo di distanza, e quando furono entrambi davanti all'entrata, Yoongi prese la sua giacca e le chiavi della sua macchina.Si lanciarono uno sguardo eloquente e un saluto veloce, come se non avessero avuto più nulla da dirsi ad alta voce, come se avessero comunicato con gli occhi.
L'unico problema era che non avevano capito la stessa cosa. Se Yoongi si era scusato tacitamente, nella speranza che l'altro capisse, questo aveva deciso di chiudere definitivamente un capitolo.
Jimin aveva messo un punto alla loro storia, aveva capito che cercare il perdono dell'alfa non avesse senso: quel treno era passato, e lui ormai lo avevo perso.
Quella fu prima notte dopo mesi che passarono dormendo separati ma senza ripensamenti, solo il confortante silenzio, fu quella, la prima di una lunga serie.
Solo che fu per motivi diversi.
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𝘚𝘦𝘦𝘴𝘢𝘸 || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fanfiction♡ Sequel Habits ♡ «Avevo paura...» «Anche io ne avevo, paura di fare un casino con nostro figlio e di sputtanare tutto, ma non sono scappato senza lasciare traccia per sette mesi!» urlò allo stremo delle forze. Divertente come tutto tornò buio in...