Yoongi non si ricordava l'ultima volta in cui aveva potuto osservare un'espressione così criptica sul volto del modello, ma, nell'esatto momento in cui la vide, seppe che qualcosa non andava bene.Se ne stava lì, fermo immobile sulla porta, con lo sguardo basso e le mani dietro la schiena, quasi come se avesse voluto nascondere qualcosa, tranne per il fatto che quel qualcosa fosse lui stesso.
«Sei in ritardo, va tutto bene?» domandò cautamente il maggiore, facendosi da parte come per invitarlo implicitamente ad entrare.
Jimin annuì, facendo qualche passo in avanti «Scusa, sono stato colto da un imprevisto e ho perso la cognizione del tempo».«Non fa nulla, stavo giusto finendo di preparare la cena, Haesoo è sul divano con Holly»
Notò che l'omega stesse indossando un paio di guanti neri, che sicuramente si intonavano bene con il resto dell'abbigliamento, ma che per qualche motivo stonavano con il carattere del biondo: semplici guanti neri di lana? Non era da Jimin, come non lo era quel volto spento.
Qualcosa non andava.
Conosceva l'omega come le proprie tasche, sentiva che qualcosa si fosse rotto, ma non sapeva bene che cosa, o forse non voleva.
Infondo, il maggiore era sicuro di essersi scusato, seppur non a parole, era certo di essere riuscito a comunicare a Jimin che gli voleva bene, che aveva bisogno di tempo, e che stava davvero cercando di perdonarlo.
Ma il biondo non aveva percepito nulla di tutto ciò, e, infatti, nei due mesi successivi a quel famoso sguardo, non era cambiato nulla, almeno non in positivo: si era distaccato, sorrideva solamente quando aveva tra le braccia Haesoo, o quando lo guardava.
Ogni volta che osservava l'ex fidanzato, Jimin riacquisiva la sua espressione stoica, come se avesse voluto creare un muro tra loro.
Yoongi non disse nulla però, semplicemente tornò in cucina a tagliare le verdure di contorno, mentre l'altro si fiondò dal figlio, che era totalmente disteso sul corpicino morbido del cane marrone, anch'esso steso sul comodo divano.
Il modello si sedette lì, prendendo in braccio il bimbo, che dolcemente si protrasse verso di lui, quasi come se sentisse il dolore che emanava la sua anima, e beh, le sue mani.
«Ciao patato, mi sei mancato tanto anche tu, sembra passata una settimana, eppure ci siamo visti solo ieri» sorrise dolcemente, lasciando piccoli bacini un po' ovunque sul viso morbido del bambino.
Non ci mise molto a sentire caldo, e a doversi togliere il cappotto nero, rivelando una maglia molto aderente di un beige quasi luccicante, abbinata a dei pantaloni neri, che poté giurare di sentire meno aderenti rispetto all'ultima volta che li aveva messi, il che aveva senso, visto che negli ultimi tempi lo stress lo aveva portato a passare molto più tempo a camminare in giro per la città.
Non stava mangiando di meno, ma il suo stato mentale lo aveva portato a fare più attività fisica, per distrarsi.
Doveva chiamare Christine per mettersi d'accordo sul servizio fotografico per Vogue, gli venne in mente in quel momento, ma non lo fece comunque, non quando era con Haesoo.
Doveva mettere in ordine casa, dato che la mattina dopo sarebbero arrivati i suoi genitori, e per ovvi motivi sarebbero stati nel suo appartamento, ma non aveva la minima voglia.
Doveva anche ordinare la spesa, ormai gli era rimasto il frigo vuoto, se non per la frutta e per gli ingredienti che usava per fare le papette di Haesoo.
Doveva assolutamente confermare il pagamento al dottor Choi, lo stesso pagamento che gli era arrivato per mail la mattina, e che si era solo dimenticato di inviare.
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𝘚𝘦𝘦𝘴𝘢𝘸 || 𝘠𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯
Fiksi Penggemar♡ Sequel Habits ♡ «Avevo paura...» «Anche io ne avevo, paura di fare un casino con nostro figlio e di sputtanare tutto, ma non sono scappato senza lasciare traccia per sette mesi!» urlò allo stremo delle forze. Divertente come tutto tornò buio in...