10. Clohè Tous

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Mi svegliai immerso in un senso di benessere mai provato prima

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Mi svegliai immerso in un senso di benessere mai provato prima. Ogni muscolo del mio corpo era rilassato e disteso, la mia mente era serena come se avesse riposato per giorni, vivendo sogni gioiosi e colmi di felicità. La mia erezione pulsava sotto il lenzuolo, irradiando ogni mia cellula con un'onda di dolcezza che avvolgeva la carne e i sensi. Tuttavia, quello stato di beatitudine si infranse non appena mi resi conto che ero completamente nudo e che la fonte di tutto quell'appagamento era perfettamente incastrata tra le mie braccia. Esatto, braccia. Non zampe. Dovevo essermi trasformato nel sonno.

Annie era avvinghiata al mio torace e respirava profondamente. Anche il suo volto era sereno e disteso. Sapevo che le sensazioni paradisiache in cui mi ero destato non appartenevano solo al sottoscritto. Così come sapevo che l'espressione felice del suo viso non sarebbe rimasta tale se si fosse svegliata e mi avesse trovato lì come mamma mi aveva fatto, con tanto di copiosa alza bandiera.

Trasformarmi avvolto dalle sue braccia era fuori discussione. Le mie membra si sarebbero contratte in movimenti convulsi, svegliandola proprio nel pieno di una mutazione e traumatizzandola notevolmente.

Mi divincolai quindi con lentezza e precisione chirurgiche, feci scattare la serratura e mi fiondai giù dalle scale.

I ragazzi erano ancora tutti profondamente addormentati.

Vagai per il salotto cercando di ricordare dove avessi messo i miei vestiti. Una volta raggiunto l'open space della cucina, mi trovai di fronte la governante di Annie, intenta a sbattere con estrema violenza delle uova in una bacinella.

Squadrò le mie nudità, alzando un sopracciglio, per poi guardarmi in modo truce in volto. Questo senza mai smettere di preparare la colazione.

Fantastico, Liam! L'unica figura adulta della vita di Annie, te la sei giocata nel peggiore dei modi!

Con un po' di ritardo a causa della sorpresa, mi coprii con una mano le parti intime, che nel frattempo si erano notevolmente ridotte per via dell'imbarazzo, e alzai l'altra in un cenno di saluto.

«Buongiorno, sono Liam.»

La donna si limitò ad alzare anche l'altro sopracciglio, senza proferire alcuna parola.

Ok, ricevuto. Forse, dopotutto, non era una tipa da presentazioni nudiste.

Nel mentre notai il bancone apparecchiato per sei persone.

«Potresti cortesemente svegliare i tuoi amici? E magari... anche vestirti?»

Frase cordiale, il tono molto meno. Era decisamente arrabbiata.

«Devo svegliare anche Annie?» Chiesi d'istinto, indicando il piano di sopra con il pollice della mano ancora alzata.

Mi fulminò con lo sguardo, sbattendo con forza sul bancone la bacinella, ricolma di quello che doveva essere un impasto per i pancake.

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