42. Una serata speciale

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Trovai Lip e Steve fuori dalla vetrata del piano inferiore che dava sulla spiaggia

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Trovai Lip e Steve fuori dalla vetrata del piano inferiore che dava sulla spiaggia.

Philip si stava massaggiando il collo con aria pensierosa, mentre Steve tirava dei piccoli calci nella sabbia, tradendo il suo nervosismo.

Quando mi videro, scattarono sull'attenti.

«Annie, tutto bene? Avete finito?» mi chiese Lip.

«Sì, tutto benissimo. Ma si può sapere cosa vi è preso là dentro?»

«Vieni, torniamo a casa. Ora ti spieghiamo...» disse Steve, prendendomi sotto braccio.

Una volta lontani dalla villa di Matt e Jackie, i ragazzi si fermarono, misero le mani nelle tasche dei pantaloni e si guardarono intorno, agitati.

Fu Lip a parlare per primo. «Annie, abbiamo fatto una cazzata a portarti da Jackie. Vedi, ieri alla festa eravamo ubriachi, e c'era un sacco di gente, sia umani che lupi. C'era un miscuglio di odori assurdo ed era difficile riconoscere chi fosse cosa. Eravamo convinti che Jackie fosse umana come Mat. Ma non è così. Ce ne siamo accorti solo oggi, quando siamo arrivati sulla sua terrazza.»

Li guardai attonita, non comprendendo appieno la problematica.

«Quello che Lip sta cercando di dire», intervenne Steve, «è che Jackie è una lupa, ma non fa parte del branco di mio padre o di qualsiasi altro sottobranco, al pari del nostro. Probabilmente è una solitaria e si farà gli affari suoi. Provvederemo a controllare da dove arriva. Quello che ti chiediamo, se puoi, mentre facciamo le verifiche, è di non dire niente a Liam. Ci evirerebbe se sapesse che siamo stati così stupidi.»

«Ok, ok. Ragazzi, non vi preoccupate! Non dirò niente. Sono sicura che Jackie non abbia brutte intenzioni e non dirò niente a Liam. Non ho nessuna intenzione di rovinare la nostra serata.»

«Quale serata?» Liam apparve alle mie spalle, mi fece scivolare una mano intorno alla vita, mi sollevò in aria e mi baciò. Tornai con i piedi per terra, strusciando sui suoi pettorali nudi, e mi godetti il contatto con la sua pelle. Mi aggrappai alle sue spalle e lui si accorse della benda sul mio polso.

Preoccupazione. Rabbia.

La guardò per un lungo istante con un'aria attonita, poi passò lo sguardo sul mio volto, e infine si voltò verso suo fratello. Le narici si allargarono e fece un passo nella sua direzione.

Lo riacciuffai, aggrappandomi al suo torace.

«Liam, fermo. Non mi sono ferita. Non è successo niente. È solo una sorpresa per te!»

Si bloccò e mi guardò con la fronte corrucciata. «Una sorpresa per me?»

«Sì, esatto, e ne ho anche un'altra, che richiede però che tu vada a toglierti quest'odore di foresta umida di dosso e che ti metta in ghingheri per me. Ho organizzato una cena di Natale solo per noi due.»

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