44. Epilogo

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DUE MESE DOPO

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DUE MESE DOPO

La verifica di storia era stata abbastanza semplice, e Dio solo sa quanto mi ero preparata per completarla in tempi record, diversi minuti prima di Liam.

Mi aveva confidato che, durante i compiti in classe, iniziava a leggere le domande solo un quarto d'ora prima della fine, per aggiungere un po' di pepe e divertirsi a rispondere in tempi ridotti. Sapeva l'intero programma didattico a memoria e, quando mi aiutava a ripassare, aggiungeva sempre approfondimenti e curiosità interessanti, facendomi appassionare alla materia, cosa che il docente di turno raramente riusciva a fare.

Così, tra il suo aiuto e le ore di studio, ero riuscita a prepararmi alla perfezione, per il fine ultimo di ritagliarmi dieci minuti di totale privacy.

Avevo studiato tutto nel minimo dettaglio. Fare qualcosa di nascosto da Liam e dagli scagnozzi di suo padre, sempre alle nostre calcagna, si era rivelata un'impresa impossibile.

Gli ultimi mesi erano stati davvero pesanti e Liam era cambiato molto dopo la mia trasformazione. Era stato dolce e premuroso per tutto il tempo necessario ad abituarmi al mio nuovo corpo da lupa e a tutto ciò che ne conseguiva. Tutto quello che sapevo lo dovevo a lui. Durante le prime settimane a Malibù, mi aveva aiutato a controllare i miei istinti e mi aveva insegnato a cacciare in modo etico, senza creare squilibri nella fauna locale. Nel frattempo, mi aveva anche mostrato come il mio nuovo stato cambiasse la nostra intimità. Il sesso tra noi era diventato più selvaggio, rovente e, anche se lo pensavo impossibile, ancora più coinvolgente. La connessione si era rafforzata tanto che a volte riuscivamo a leggere nel pensiero dell'altro, e io, mossa anche da una forte mancanza di privacy, avevo pian piano imparato a gestirla, riuscendo ogni tanto a nascondere qualche pensiero. Primo fra tutti quello che mi attanagliava da settimane.

Avrei potuto parlare liberamente con Liam e spiegargli cosa mi preoccupava, ma l'istinto mi diceva di aspettare.

L'amore tra noi non era l'unica cosa che si era rafforzata; lo aveva fatto anche la sua gelosia e il senso di protezione, fino a risultare quasi soffocanti. Sapevo che si sentiva braccato e che non aveva ancora escogitato un piano per evitare il nostro trasferimento in California senza scatenare una guerra con suo padre. Guerra che il nostro branco avrebbe perso rovinosamente data la disparità schiacciante di risorse. Noi eravamo solo in sei. Liam e Marcus passavano ore a discutere su come creare alleanze, ma inevitabilmente il mio compagno non si fidava mai di nessuno e io iniziai a chiedermi quanto ci avrebbe impiegato a chiedermi di allargare il suo branco con la scusa di proteggermi, finendo così a comportarsi come suo padre.

Così decisi di tenere le mie preoccupazioni riguardo il mio corpo tutte per me e, con l'aiuto di Mallorie, ero riuscita a passare inosservata nell'organizzare ciò che mi avrebbe tolto ogni dubbio dalla testa.

Mi aveva lasciato ciò che le avevo chiesto nel mio armadietto, dentro il libro di matematica. Così eseguii la verifica in soli venti minuti, consegnai il compito e chiesi al professore di andare in bagno.

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