[COMPLETA] 🔞 Contenuti sessuali espliciti.
I protagonisti sono due stereotipi fatti e finiti che piano piano si destruttureranno individualmente e muteranno nel tempo, all'interno di un rapporto meno prevedibile e sopratutto complicato.
Nella tran...
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Non ero nemmeno entrato a scuola quella mattina. Vedendo che anche quel giorno Annie non si era presentata, ruppi la promessa che mi ero fatto e corsi a casa sua.
Parcheggiai la macchina al solito posto, mi trasformai e mi avvicinai a casa sua per capire che aria tirasse, senza dare nell'occhio.
Non sentivo nulla, se non il suo cuore battere lentamente e il suo respiro tranquillo, segno che Annie stava dormendo.
Ma la cosa non mi tranquillizzò. Non era da Annie dormire fino a tardi. Iniziai a muovermi nervosamente avanti e indietro per il suo porticato.
Le avevo provate tutte per giorni, ma qualsiasi cosa facessi, mi aveva ignorato. Ero conscio di aver commesso l'errore più stupido che potessi fare: l'avevo fatta sentire rifiutata e lei si era chiusa in sé stessa.
Dopo qualche giorno mi ero rassegnato, ritenendo che, dopotutto, il fatto che Annie non mi volesse più nella sua vita, avesse dei risvolti positivi. Forse non stando insieme, avrei evitato di attirare l'attenzione degli altri branchi sulla nostra relazione. Su di lei.
Anche se in quel modo non potevo rassicurarla da tutte quelle brutte sensazioni malcelate, potevo però proteggerla dal suo destino.
O almeno così pensai. Tuttavia, udendo quella telefonata raccapricciante con suo papà, non ebbi più le forze per starle lontano.
Anche io avevo avuto una telefonata molto spiacevole con mio padre qualche settimana prima.
Ad essere sinceri, era stata proprio quella conversazione che mi aveva fatto desistere definitivamente dal voler stare con Annie a tutti i costi.
Harold Kees mi aveva chiamato raccontandomi la storia della predestinata che avrebbe salvato la nostra specie dall'estinzione. Mi disse che erano anni che aveva avviato delle indagini, ma che l'unica cosa che era venuto a sapere, per il momento, era che la ragazza era nata in Francia diciassette anni prima e che una pista la dava nel Nord America.
Dopo avermi chiesto se qualcuno di noi avesse ricevuto il dono della connessione, mi chiese di setacciare la presenza di branchi minori nel raggio di duecento chilometri e, nel caso, di piantonare i licei dell'area di interesse per verificare se qualcuno della nostra specie avesse qualche relazione stabile con una liceale.
Già, una gigantesca spada di Damocle che pendeva sulle nostre teste. Fu così che colsi la palla al balzo e mi feci andare bene quel distacco da Annie.
Tuttavia non resistetti alla fitta di dolore che mi era arrivata come una stilettata nel cuore, una volta che suo padre chiuse la chiamata.
Avevo cercato di rispettare la distanza che mi aveva chiesto, ma a tutto c'era un limite. Non potevo lasciarla stare così male.
Dopotutto, mio padre sarebbe stato buono ancora per qualche mese credendomi impegnato nelle mie ricerche. Avevo quindi il tempo di rassicurare Annie sul fatto che lei contasse davvero, forse anche per troppe persone, o meglio, lupi.