Meow🐾 -hyunlix-

16

«mamma ti ho detto di no!» si impuntò Minho con le braccia incrociate al petto, assieme ad un'espressione contrariata.

«e invece sì, mi manca sfogliare le foto di famiglia.» iniziò col dire alzandosi dal cuscino piazzato sotto di sé sul parquet. «Jisung vuoi vedere le foto di Minho da bambino? Era troppo carino.» continuò lei con uno strano sorrisetto sul viso.

Il diretto interessato stava rispondendo quando vide il suo fidanzato alzarsi e andare incontro alla donna, supplicandola di lasciar stare. Fu tutto inutile, ormai si stava dirigendo verso il salone a prendere l'album assieme a suo figlio appiccicato come non mai, lasciando il biondo e l'uomo da soli. Jisung si guardò intorno timidamente e fu il primo a cercare di approcciare con lui, non volendo si creasse quel classico silenzio imbarazzante.

«mmh signore, per domani ha impegni?» chiese quasi con un filo di voce per la timidezza.
Guardò l'uomo regalargli un occhiata non troppo allegra.

«si, un lavoro da uomini. Le tue braccia sono deboli e senza muscoli, farai meglio a rimanere qui a preparare il pranzo con mia moglie.» rispose continuando a fumare un'altra sigaretta, una delle tante che aveva acceso quella sera. «almeno non c'è rischio che tu ti faccia male.» continuò.

Jisung rimase sorpreso dall'ultima affermazione.

Si stava preoccupando per lui?

Non rispose nulla all'uomo, si alzò in piedi per andare a chiamare anche Felix e Hyunjin per vedere le foto.
Dopo aver sbagliato direzione più di qualche volta dentro quella casa a lui sconosciuta, udì le loro voci ridere allegramente al dì là di una porta dove probabilmente la signora Lee li aveva ospitati. Lui e ed il maggiore invece alloggiavano nella stanza di quest'ultimo dove c'era anche una bellissima visuale che dava sul lago che si intravedeva sull'orizzonte.
Udendo i due trovarsi bene e ridacchiare felici li lasciò stare, ora era troppo curioso di vedere il culetto del proprio fidanzato da bambino, così non perse altro tempo e tornò in sala.

Era vero, Felix e Hyunjin si stavano svagando assieme, poiché al più alto era balenata l'idea di fargli il solletico e vederlo impotente di reagire mentre rideva con le lacrime a più non posso lo divertiva.

Si trovavano sopra il letto matrimoniale su cui il più piccolo era sdraiato mentre l'altro si era infilato in mezzo alle sue gambe, messo a cavalcioni per non schiacciarlo. Felix non aveva voglia di assumere il suo aspetto completamente umano, aveva infatti le orecchie da gatto assieme alla sua lunga coda bianca, la stessa che Hyunjin aveva per sbaglio schiacciato poco prima con il proprio ginocchio, facendolo urlare.
Le luci erano completamente spente ed era inevitabile compiere disastri.

Dopo quel solletico sfiancante il biondino annaspò aria a più non posso, con un mezzo sorriso divertito accennato con le labbra. Con le mani afferrò il tessuto della sua felpa e lo tirò a sé nuovamente, percependo il peso corporeo del più alto appoggiarsi petto contro petto.
Riunì le loro labbra ancora una volta, premendo quest'ultime sulle sue, dove si completarono a vicenda per la forma; difatti Felix aveva il labbro inferiore più piccolo rispetto al superiore e Hyunjin era tutto il suo opposto, due labbra che si incastravano perfettamente l'una con l'altra.

Le lancette dell'orologio segnavano la mezzanotte inoltrata, ticchettavano in quella stanza ora non più silenziosa, impreziosita da molteplici respiri pesanti.
La luna quasi piena che la illuminava col suo chiarore riusciva a mettere in evidenza anche gli occhi quasi socchiusi del più piccolo, che in quel momento si stava lasciando solleticare sul viso dai capelli del più alto, gli stessi che mise dietro al suo orecchio mentre era impegnato a divorargli le labbra.
Forse per un momento di mezza lucidità Hyunjin si staccò lentamente, provocando un piccolo schiocco. Il biondino riuscì ad incontrare i suoi occhi e si morse il labbro inferiore, sentendo successivamente la sua mano infilarsi sotto il suo maglione ed iniziare ad accarezzargli i fianchi. Vari brividi percorsero tutto il suo corpo e non poté fare a meno che guardarlo con occhi diversi, forse per la prima volta con tutto il desiderio che riservava nei suoi confronti.