Jacopo, se potesse, prenderebbe le loro teste per farle scontrare forte e rimetterle a posto.
Li guarda come se fossero due pazzi, e chiunque penserebbe che abbia ragione."Voi due vi siete bevuti il cervello, per caso?"
Anche loro lo guardano, ma come fossero bambini colpevoli di qualche danno.
"Cioè, fatemi capire: m'avete fatto venire qua per una cosa urgente e la cosa urgente sarebbe che voi avreste deciso di crescere una bambina in questa situazione?"
"Esatto." risponde Manuel.
"Ma allora siete proprio scemi! Io capisco mio fratello perché questo è una testa calda nonostante pensino tutti il contrario, ma tu?" fissa suo cognato, quasi a volerlo pregare di pensarci bene perché è una follia."Io che?"
"Tu lo sai cosa vuol dire crescere in una famiglia disfunzionale, Manuel! Più di quanto lo sappiamo noi, scusa se mi permetto. Pensi sia la situazione giusta per crescere un figlio, questa? Ma poi ci pensate al fatto che avrete, almeno i primi tempi, mille occhi puntati addosso? Ci sono gli incontri con la bambina e gli assistenti sociali, passerete ore con il fiato sul collo. Quelli mica sono nati ieri, fanno quel lavoro per un motivo! Senza togliere il fatto che è proprio una stronzata senza precedenti per svariati motivi""Ok, quindi che vuoi fare? Vuoi mandare una lettera anonima al tribunale dei minori di Roma per dire che non saremmo genitori idonei?"
"Ma che cazzo dici, cretino? Ti giuro, a volte mi chiedo come tu possa essere uscito dalla mia stessa parte ma sicuramente c'è un motivo se per qualche minuto t'ho preceduto"A Manuel viene quasi da ridere, nonostante tutto: nonostante la situazione, nonostante la serietà della cosa e nonostante la consapevolezza di voler prendere parte a una follia.
Gli viene da ridere perché Jacopo l'ha sempre fatto ridere, soprattutto nelle discussioni con suo fratello; in quelle discussioni ci sono tanti dei motivi per i quali, seppur identici esteticamente, lui riconoscerebbe Simone anche se si mettessero immobili e muti l'uno accanto all'altro, vestiti uguali e senza orecchini o anelli pronti a differenziarli.Riconoscerebbe gli sguardi, o meglio riconoscerebbe lo sguardo di Simone, che è quello che più di ogni altra cosa l'ha fatto innamorare di lui.
"Non vuoi diventare zio?"
Un colpo basso, quello del gemello più piccolo che adesso guarda suo fratello e sorride."Tu sei una bestia di Satana. Non si gioca così sporco, nella vita. Te l'hanno mai insegnato?"
"Dai, sono serio. A parte tutto, ti giuro che questa bambina non sarebbe un ripiego o un tentativo di rimettere insieme la nostra relazione. Abbiamo trentadue e trentatré anni, stiamo insieme da quattordici, ci conosciamo da diciassette, pensi davvero che non saremmo in grado di distinguere le due cose?"
"Ti sei dimenticato un piccolo particolare: siete in pausa con il vostro matrimonio, a meno che nel frattempo abbiate risolto tutto e allora alzo le mani e va bene così"
Quest'ultima frase li riporta con i piedi a terra, spegne ogni sorriso spuntato all'idea di una figlia, e Jacopo se ne pente immediatamente.
"Scusate, sono stato stronzo." sospira, coprendosi il viso con le mani. "Che ve devo di? Non sarò io a impedirvi una cosa così, e se decidete di farlo io sarò lo zio migliore del mondo, ovviamente..."
"Sì?" sul volto di Simone spunta un sorriso che provoca in automatico quello di Manuel che sa benissimo quanto per suo marito sia importante che Jacopo sia dalla sua parte sempre.
"Però con gli altri come fate?"
"Non facciamo. Lo sai solo tu, per ora non voglio che i nostri genitori sappiano ciò che è successo tra di noi. Ce la vediamo io e Manuel, non deve interessare a nessuno"
"Va bene... io non dico niente a nessuno. Però, non per farmi i cazzi vostri, ma come fate in casa? Cioè, tra di voi, adesso, che sta succedendo?"
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No Hero [Simuel]
FanfictionUn matrimonio messo a dura prova da un errore che sembra insormontabile. Ogni giorno, pezzetto dopo pezzetto, Simone e Manuel dovranno cercare di rimettere in piedi tutto quanto.