Quello che Simone sta cercando di fare, negli ultimi giorni, è cercare di regalare spazio a Manuel che è completamente immerso nella preparazione per il congresso oltre le ore di lavoro; lo fa occupandosi di Irene più del solito, risparmiandogli tante cose, e lo fa tenendo lontana Anita che a tre settimane dal Natale vuole già capire come festeggeranno.
Lo aveva chiamato per dirgli che suo figlio non le dava una risposta, e Simone le aveva detto “Stai tranquilla, appena passa quest’ultima settimana poi ne parliamo bene. Se hai bisogno di qualcosa chiama me, comunque, perché Manuel ha gli occhi solo sul computer in questo periodo, poi lo sai che si stressa se lo tartassi”.
Aveva cercato di essere il più delicato possibile con lei, perché Anita è sempre stata una madre non soffocante nella sua vita, ma negli ultimi mesi, da quando c’è Irene, ha iniziato ad esserlo in alcune situazioni.
E Manuel adesso si ritroverebbe a risponderle male, Simone lo sa bene. Se lei insistesse, le direbbe di lasciarlo stare e di non rompere con il Natale perché tanto c’è ancora tempo. Poi si pentirebbe di quella risposta e diventerebbe ancora più nervoso.
“Posso?”
Manuel è dietro la scrivania del piccolo studio che hanno ritagliato in casa quando l’hanno comprata e arredata, e Simone ha dato un piccolo colpo di nocche aspettando prima di aprire la porta.“Certo, vieni”
La apre, facendo capolino. Normalmente non si comporterebbe così, varcherebbe più confini, cercherebbe di distrarlo in mille modi -anche poco casti-, invece ora mantiene distanza.“Scusa, volevo solo dirti che raggiungo Jacopo e Irene al parco. È andato a prenderla lui all’asilo e lei gli ha chiesto di andarci”
“Perché mi chiedi scusa?”
“Perché stai lavorando”
“E pensi sia un problema?”
“Non lo so, non voglio disturbarti”Manuel lo guarda, rilassandosi un po’ sulla sedia per stiracchiarsi la schiena. “Ah, sì… il famoso Manuel Ferro che reputa Simone Balestra un disturbo… tu lo conosci?”
Simone si apre in un sorriso, facendo due passi dentro la stanza. Dentro di sé lo sapeva, che non l’avrebbe mai disturbato. Manuel non si è mai infastidito con lui, e non lo farebbe nemmeno adesso.
“Va be, che c’entra. Mi dispiace deconcentrarti”
“Sì, ecco. A deconcentrarmi, me deconcentri sicuro. Specialmente in tuta”
“Sei proprio un cretino, te l’ho mai detto?”
“Almeno la media di cinque volte a settimana in diciassette anni”
“Perfetto. Facciamo sei volte: sei un cretino!”
“Ti ringrazio” Manuel sorride, sbuffando e guardandolo supplichevole. Non sa nemmeno lui di cosa ha bisogno, vorrebbe solo dormire, riposare, abbandonare tutta quell’ansia immotivata e soprattutto dedicare il triplo del tempo ad Irene.“Che c’hai?”
“Appena finisce questa settimana, ce ne andiamo un weekend fuori tutti e tre?”
“Noi tre?”
“Sì, noi tre. Sto trascurando Irene…”
“Ma non la stai trascurando, ogni sera la fai addormentare mentre le leggi il libro. Ti pare?”
“Sì, ma non basta. Sto sempre a lavoro e poi buttato qui dentro. Stai facendo tutto tu, non riesco nemmeno più a giocare con lei quanto vorrei. Praticamente sto diventando tutto quello che ho sempre odiato nella vita. E quindi sì, ti prego, facciamo questo weekend”
“Va bene, ma possiamo pensarci dopo? Fai quello che devi fare, non ti preoccupare. Se hai fame, ti ho preparato un panino e te l’ho lasciato in cucina. Poi per stasera riporto delle pizze?”
“Oddio, sì. La pizza sì”
“Perfetto, allora vado… ci sentiamo dopo, non ti stancare troppo se no poi diventi scemo e già sei messo male”“Sei uno stronzo. Però grazie per il panino”
“Dovere!”
Simone sorride e sta per uscire dalla porta, quando Manuel lo richiama e lo fa fermare di nuovo.

STAI LEGGENDO
No Hero [Simuel]
FanfictionUn matrimonio messo a dura prova da un errore che sembra insormontabile. Ogni giorno, pezzetto dopo pezzetto, Simone e Manuel dovranno cercare di rimettere in piedi tutto quanto.