7) Galleggiamo insieme

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"Sei pronta? Vedrai che sarà bellissimo"

Simone la guarda dallo specchietto retrovisore, seduta sul seggiolino in auto. Manuel, sul sedile passeggero, si è girato con tutto il corpo e la testa per sorriderle nonostante lei non lo stia guardando, talmente è impegnata a fissare tutto ciò che c'è attorno a lei.

È giugno, è passato un solo mese da quando Irene è entrata a far parte delle loro vite ma ad entrambi sembra già un'eternità per quanto sia forte l'amore che provano per lei e per quanto sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per vederla sorridere. E volevano farle vedere il mare per la prima volta, perché non c'era mai stata.

Scendono dalla macchina, con un borsone pieno solo di secchielli, palette, rastrelli e Simone porta sottobraccio un materassino gonfiabile a forma di unicorno.

Sono le otto del mattino, in spiaggia ci sono solamente famiglie e Irene continua a guardarsi attorno come fosse spaesata, ma in realtà è emozionata, a tratti anche un po' incredula.

"Vuoi fare il bagnetto?"

Irene è in braccio a Manuel, che è seduto su un lettino, con un costumino intero di mille colori, e ci pensa un po' a quella domanda.

"Da sola?"
"No, amore. Con noi. Così portiamo anche il materassino"
"E i braccioli? Avete detto che non mi fanno andare giù"
"Sì, è vero. Però oggi non servono, li lasciamo qui nella borsa. Ci siamo noi, non ti succede nulla. Ok?"
"Va bene!" scende giù, prendendo un po' di sabbia con le mani.

Simone la riempie di protezione solare, nonostante l'avesse messa anche a casa, e poi si avviano tutti e tre verso la riva.
Appena entra in contatto con l'acqua un po' fredda retrocede di un passo, guardandoli entrambi.

"All'inizio è sempre un po' fredda, però poi diventa più calda" le spiega Manuel, tenendole la mano.
"Non voglio"

Nell'ultimo mese hanno cercato di abituarsi ai rifiuti di Irene. Ci sono alcune cose che non ha voglia di fare, alcuni momenti in cui non vuole parlare, e tre giorni prima, durante l'ennesimo incontro con gli assistenti sociali, loro hanno cercato di tranquillizzarli su un comportamento totalmente normale per una bambina che ha subito un cambiamento radicale in poco tempo.
L'unica cosa che devono fare è darle spazio, tempo, infonderle fiducia sempre, anche per cose apparentemente sciocche.

"Va bene, se non vuoi torniamo sotto l'ombrellone e facciamo quello che ti va di fare. Però ti posso dire un segreto?" Simone si avvicina al suo orecchio, dopo il cenno di consenso da parte sua. "Quand'ero piccolo facevo sempre le gare con il mio papà. Partivamo dalla riva, qui dove siamo noi, e poi iniziavamo a correre nell'acqua scegliendo un punto di arrivo nel mare."

"E poi?"
"E poi non sentivo più freddo, perché mentre correvo ero già tutto bagnato. E se sentivo freddo, papà Dante mi abbracciava fortissimo e mi riscaldava."

Lo guarda, posando poi gli occhi su Manuel. Prende una mano ad entrambi, e con fare deciso nonostante la vocina che li fa ridere: "Facciamo una gara"

"Guarda che se ci teniamo per mano, arriviamo tutti e tre insieme" puntualizza Manuel.
"Va bene" non le interessa vincere, le interessa sentirsi al sicuro.

"Allora al mio tre: uno... due... e tre! Via!"
Corrono, Simone con quel materassino ancora sotto il braccio, e si lasciano cadere in acqua appena il livello di quest'ultima diventa abbastanza alto per Irene che ha assunto un'espressione che li fa ridere istintivamente.

La prendono insieme, nonostante non ci sia il minimo rischio che possa annegare. La tengono, e lei continua a piegarsi e poi a rialzarsi, entrando e uscendo dall'acqua.

"È fredda, papà!" trema un po', ma non ha idea di quanto lo stia facendo Simone che si è sentito chiamare in quel modo e si è visto guardare con quegli occhi verdi.
Resta imbambolato, butta per un attimo lo sguardo verso Manuel che gli sorride con gli occhi lucidi. Quasi si sente in colpa, per aver avuto un privilegio simile prima di lui, ma sa benissimo che Manuel non proverebbe mai invidia.

No Hero [Simuel] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora